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LE TRIO JOUBRAN – The long march

LE TRIO JOUBRAN – The long march

le trio joubran the long march

“The long march” è un disco che proviene dall’anima, un disco che è tutt’altro che politico o satirico, anzi è un canto di libertà ed un inno alla resistenza individuale ed emotiva. Le sonorità mediorientali fanno da padrone indiscusse di questo album firmato: “Le Trio Joubran”. I tempi lenti, poi cadenzati, l’alternanza di ritmiche che arrancano volutamente verso un abisso di incredibile profondità e staticità, gli obbligati che talvolta con pulsazioni eterogenee e cori provenienti da epoche passate. Il disco viene proiettato nelle nostre orecchie grazie al contributo di tre fratelli che si alternano sia in studio che sul palco, Samir, Wissam e Adnan. Percussioni, liuti arabi e voci gorgheggianti sono i basamenti della maggior parte delle composizioni e sono propri questi primi protagonisti ad infondere a “The Long March” un alone di puntillismo e maturità che accrescono la forza espressiva del lavoro.

La Palestina diviene quindi il protagonista ed il mezzo; l’immaginario evocato riesce ad essere allo stesso tempo primordiale e moderno e il comparto strumentale riesce a districarsi senza alcun problema nell’invettiva scaturita dall’orchestrazione dei tre fratelli (figurano pianoforti, organi e sintetizzatori).
1) “Time must go by”: I versi del leggendario poeta arabo Mahmoud Darwish riecheggiano nella traccia introduttiva del disco dando subito l’idea di un antico che si affaccia sporadicamente sul “nostro mondo”.
2) “The Long March”: assume i connotati di una title track di tutto rispetto con i suoi temi ben congegnati e le sue ritmiche orientaleggianti. E’ inoltre il brano che più ingloba la voce della Palestina assieme a tutto il suo colore.
3) “Clay”: E’ il brano più interessante di “The long March”. Qui l’accuratezza del viaggio strumentale tende ad abbracciare i versanti spagnoli. Ottimo anche l’intervento del pianoforte che svecchia il disco e contribuisce ad aumentare il contrasto vecchio/nuovo su cui gioca il trio Jourban.
4) “The hanging moon”: è un brano bipartito caratterizzato dalla presenza di due parti distinte, la prima è un tripudio di fluidità e staticità sapientemente miscelate, la seconda è un ritmo vivace e controllato
5) “The age of industry”: parte dalla mobilitazione di un basso ostinato e una ricca e veloce sequenza accordale, per poi stabilizzarsi tramite un assolo di liuto che si districa anche nella micro-tonalità tramite melodie e temi sagaci ed articolati
6) “carry the earth”: per questo brano si rende necessario l’intervento del buon vecchio Roger Waters, il quale accompagna con la propria voce la seconda parte del brano (quella successiva ad una genesi lenta e fagocitante) La canzone è dedicata a tutti quelli che muoiono per il  proprio Paese, e in particolare a un tragico evento in cui quattro giovani cugini furono assassinati mentre giocavano a calcio. Un episodio simile purtroppo a molti altri, a Gaza. Il titolo della canzone è tratto da un poema di Mahmoud Darwish – “the dead who die to carry the earth after the relics are gone”.
7) “The trees we wear”: rilascia un’aura maliconica e densamente stratificata
8) “More than once”: esaluta il contrappunto basilare degli strumenti impegnati, non viene aggiunto nulla di nuovo a quanto già detto nelle precedenti composizioni tanto da mettere in evidenza un piccolo stallo estetico.
9) “Our final songs”: per questo brano di chiusura vale un po’ lo stesso discorso della traccia precedente fatta eccezione per qualche vezzo dinamico che riesce per un attimo a scuotere la patina di esotismo venuta a crearsi.

“The Long March” è un buon manifesto del trio Jourban, tuttavia l’evidente studio effettuato sui brani che lo compongono, l’attenzione e la meticolosità sprigionata, non bastano a scavalcare quella sensazione di anonimato che il disco non riesce a perdere neanche dopo il quarto o il quinto ascolto.

Gioele Ammirabile
Voto 6.9/10


Tracklist:

1.         Time Must Go By
2.         The Long March
3.         Clay
4.         The Hanging Moon
5.         The Age Of Industry
6.         Carry The Earth (ft Roger Waters)
7.         The Trees We Wear
8.         More Than Once
9.         Our Final Songs

Membri del gruppo:
Samir, Wissam & Adnan Joubran
http://www.letriojoubran.com
https://www.facebook.com/letriojoubran/