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“Sic Transit Gloria Mundi" - Ulver

27/2/2018

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“Sic Transit Gloria Mundi"

Band

Ulver

Etichetta
House of Mythology

Formato
EP

Data
11.11.2017

Foto

Sembra nato da una costola di  “The Assassination of Julius Caesar” l’ultimo affascinante EP degli Ulver “Sic Transit Gloria Mundi”, la cui cover si riallaccia alla tematica di tragici accadimenti verificatisi in anni recenti, tra cui il tentato omicidio di Papa Giovanni Paolo II, affiancata ad una locuzione latina "così passa la gloria del mondo”, che nuovamente esprime una profonda riflessione sulla temporaneità dell’esistenza. 
Il carattere del quadro di Francis Bacon, Study After Velásquez's Portrait of Pope Innocent X del 1953 (courtesy de Des Moines Art Center), ben riflette quello dei brani proposti, che nonostante la breve durata, si classificano come una delle uscite più forti dell’anno. È la voce di Garm a tirare le redini di tutto l'Ep, affascinando con il suo timbro e carica emozionale ogni momento, anche quando gli arrangiamenti sono un po' troppo affogati nelle stratificazioni. "Echo Chamber (Room Of Tears)” e "Bring Out Your Dead” sono entrambi brani, inizialmente concepiti per "The Assassination Of Julius Caesar”, riarrangiati durante l’estate e proposti in questa nuova e definitiva veste, che si completa con la cover di “The power of Love” dei Frankie Goes To Hollywood, un omaggio a quelli che gli Ulver hanno definito “Gli Eroi d’infanzia”, in cantiera da oltre un decennio ed ulteriore conferma di questa nuova svolta pop della band.
L’atmosfera cupa ricorda i Depeche Mode degli anni migliori, sonorità dark pop estese per quindici minuti in tre sole tracce. L'EP è più concentrato rispetto all’album ed più compatto anche in termini di stile. “Echo Chamber (Room of Tears)” è un pezzo più oscuro e sembra un’ibrido di brani come Nemoralia e Rolling Stone. Il monologo di Garm è in qualche modo superfluo, ma la traccia non si trascina in lunghezza, quindi non incide particolarmente. “Bring Out Your Dead” è decisamente tra i migliori brani concepiti, ha un ritmo fantastico, voci e melodie memorabili. 

Sofisticato, intenso e per nulla scontato.
I lupi norvegesi continuano a stupire!

Elena Arzani


Leggi anche:
"The Assassination Julius Caesar" recensione a cura di Elena Arzani
"The Assassination Julius Caesar" world tour
Milano, presso Santeria Social Club - a cura di Elena Arzani

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Foto

Autore

Elena Arzani
Art director, fotografa e giornalista. Masters di Laurea in  Communication Design, and Arts (Central St. Martin’s di Londra). Esercita da oltre 20 anni nei settori della moda, pubblicità ed editoria dell’arte contemporanea e musica. Vive a Milano e Londra.

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CORELEONI - The Greatest Hits Part 1

26/2/2018

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Un nome strano, Coreleoni, che sembra essere influenzato dal film “Il Padrino” e dal personaggio Vito Corleone e poi Leoni è il cognome del chitarrista dei Gotthard che mette i  stand-by la band svizzera per formarne una propria, i Coreleoni appunto. In “The Greatest Hits Part 1” c’è molto dei Gotthard, perché i brani sono presi dal primo repertorio della band, riveduti e corretti dal chitarrista e resi anche più metal. Il risultato è ottimo e sembra di ascoltare brani completamente nuovi, anche se le versioni originali dei Gotthard rimangono sempre nel cuore. Con lui due nomi conosciuti come il suo compagno d’avventura nei Gotthard, Hena Habegger alla batteria e Ronnie Romero (Lord Of Black/Rainbow) alla voce. La puntina del giradischi si posa delicatamente sul vinile e il tema portante de “Il Padrino” introduce “Firedance”, dove una dolce e simpatica voce di una bimba apre le porte ai riff della chitarra di Leo Leoni, duri e graffianti e parte subito un robusto sound hard rock, che apre anche a sonorità epiche e vengono in mente i Black Sabbath periodo Tony Martin, ma anche la spettacolare “Heaven And Hell” dell’era Dio e “Downtown” è heavy metal classico, così come lo è “Higher”, che si arricchisce anche di sonorità glam.

Ci sono anche altri ottimi brani come “In The Name”, metal cadenzato dai riff graffianti ma anche corredato da tastiere epiche e “Let It Be”, nulla a che vedere con i Beatles”, è puro AOR. Altri ottimi brani sono “All I Care” una ballad acustica nella parte iniziale e si trasforma poi in una vera e propria power ballad, “Walk On Water”, dove riesplodono sonorità più metal fuse però a atmosfere epiche ed a un ritornello orecchiabile, “Here Comes The Heat”, heavy metal veloce e trascinante in puro stile NWOBHM e “Tell No Lies”, con parte iniziale acustica e folk, molto Led Zeppelin del periodo “III” ma che esplode poi in un hard rock vicino ai Whitesnake. A chiudere il cd spetta a “Ride On”, il brano più vicino ai Gotthard e a “Anytime Anywhere”, dove tornano atmosfere epiche e in mente vengono i Rainbow e i primi Scorpions. Un ottimo album, Leo Leoni è un grande chitarrista e le voce di Ronnie Romero è eclettica, ma la voce dell’indimenticabile Steve Lee, storico cantante dei Gotthard è difficile da dimenticare.

FABIO LOFFREDO
Voto: 7,5/10

Foto
Tracklist:
  1. Live Theme From “The Godfather”
  2. Firedance
  3. Downtown
  4. Higher
  5. Get It While You Can
  6. In The Name
  7. Let It Be
  8. All I Care Fore
  9. Walk On Water
  10. Here Comes The Heat
  11. Tell No Lies
  12. Ride On
  13. Anytime Anywhere
 
Label: Frontiers Records
Genere: Hard Rock/Heavy Metal
Anno: 2018
 
Members:
Leo Leoni: Chitarra
Ronnie Romero: Voce
Hena Habegger: Batteria
Jgor Gianola: Chitarra
Mila Merker: Basso
 
http://coreleoni.com
https://www.facebook.com/coreleoni/
https://www.instagram.com/coreleoni_official/
https://www.youtube.com/channel/UCnoTDQjpEiq71PkYnTEGKJA
http://www.frontiers.it

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ANIMAL DRIVE - Bite!

26/2/2018

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Sono giovanissimi, tra i 24 e i 29 anni, arrivano dalla Croazia, precisamente da Zagabria, ma con questo album si conquisteranno già una nutrita schiera di fan. Hanno le idee chiare e hanno idee fantasiose gli Animal Drive, spaziano dall’heavy metal all’hard rock, passando per il progressive metal e hanno anche un raro gusto AOR e “Bite!” è il loro primo album che li catapulterà veramente lontano. L’intro di “Goddamn Marathon” sembra provenire dai Deep Purple e dall’organo del grande Jon Lord, poi esplode in un heavy metal potente dai riff di chitarra molto forti e la voce di Dino Jelusic è un incrocio tra Jorn Lande, Russell Allen e Jeff Scott Soto, potente e perfetta per contrapporsi ai riff di Ivan Keller e “Tower Of Lies (I Walk Alone)” è un forte impatto heavy metal dove tornano a regnare la voce di Jelusic e la chitarra di Keller. Si prosegue con altri momenti molto interessanti e “Hands Of Time” ha scenari più melodici, una power ballad dal forte gusto prog, dove si inseguono chitarra e tastiere e in “Time Machine” torna il metal più irruento, anche se più cadenzato e ancora “Father” rimette in mostra l’abilità della band di trovare buone soluzioni melodiche e oltre al metal e al progressive, ci sono anche raffinatezze AOR.

I brani di “Bite!”, sono tutti di un certo livello e dalle varie sfumature e in “Carry On” tornano parti melodiche e progressive, una lenta e potente ballad dalle tinte anche sinfoniche e la voce di Jelusic e la chitarra di Keller tornano ad incantare. In chiusura ci sono due brani che spostano il sound verso il progressive metal e “Devil Took My Beer Again” e “Deliver Me”, hanno momenti di tecnica strumentale di grande effetto e mettono in risalto l’abilità di questi giovani ragazzi di saper ben bilanciare vari stili musicali. Segnatevi questo nome, Animal Drive, una giovane band che merita attenzione e un forte supporto.

FABIO LOFFREDO
Voto: 7,5/10

Foto
Tracklist:
  1. Goddamn Marathon
  2. Tower Of Lies (I Walk Alone)
  3. Had Enough
  4. Hands Of Time
  5. Lights Of The Damned
  6. Time Machine
  7. Father
  8. Fade Away
  9. Carry On
  10. Devil Took My Beer Again
  11. Deliver Me
 
Label: Frontiers Records
Genere: Hard Rock/Heavy Metal/Progressive Metal
Anno: 2018
 
Members:
Dino Jelusic: Voce
Ivan Keller: Chitarra
Roko Rokindja Nikolic: Basso
Adrian Boric: Batteria
 
animal-drive.com
https://www.instagram.com/animaldrive/
https://www.facebook.com/AnimalDrive69/
https://twitter.com/AnimalDrive1
http://www.frontiers.it

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Here come the runts - AWOLNATION

26/2/2018

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Here come the runts

Band
AWOLNATION

Label
Red Bull Records

Disponibile dal
2 Febbario 2018

Foto

Da quando Aaron Bruno ha sfondato con “Sail”, il singolo di debutto di Awolnation, non ha avuto paura di proporre la sua vasta gamma di influenze con i full-length Megalithic Symphony (2011) e Run (2015). 
Un album di platino e diversi riconoscimenti dopo (Il passato degli Awolnation è infatti costellato di successi: oltre 12 milioni di singoli venduti e più di 500 milioni di stream in tutto il mondo, nonché 6 singoli consecutivi nella Top 10 della US Alternative Radio), ecco gli AWOLNATION al terzo album, uscito il 2 Febbraio 2018: Here Come the Runts, targato Red Bull Records e caratterizzato da synth affilati come rasoi e electro-pop eletrizzanti, con melodie vocali che riempiono l’arena. 

Here Come The Runts è stato scritto, prodotto e registrato dallo stesso Aaron Bruno. Bruno ha iniziato a lavorare a questo disco nel 2016,
scrivendo e registrando i pezzi nel suo studio di casa, riflettendo l’atmosfera che si respira nella catena montuosa costiera, che separa l'Oceano Pacifico e la periferia di Los Angeles, dove è cresciuto. “Il disco ha un sentimento che sembra parallelo all’atmosfera che emanano questo paesaggio e queste montagne”.
Voci naturali senza assurdità dell’autotuning ed in effetti, quello che lui chiama “No fake shit” si riflette nella traccia principale, che fornisce molti indizi ed è tipica del cambiamento ondeggiante di genere e dinamica.

L'intera gamma di stili dà il massimo nella title track, che apre la scena con un elettrizzante ritmo, cambi di tempo, esplosioni di energia elettrica, che preparano all’ascolto di un'appassionata esibizione di intensità vocale e scatenano una catena di eventi che, pur non fornendo qualcosa di impegnativo, non diventano mai prevedibili.

Le capacità di songwriting di Aaron Bruno sono sottostimate, la sua capacità di unire una melodia gioiosa ed armonia con distorsioni grintose, unite ad un imponente parete del suono non finisce mai di intrattenere. Accanto a nuovi volti Issac Carpenter, Zach Irons e Daniel Saslow nell'ultima incarnazione del gruppo, Here Come The Runts, devia ancora una volta dalla vecchia formula ed ha come unico membro fondatore Bruno. La seconda traccia e il singolo “Passion" esemplifica bene il talento di Bruno: la voce in falsetto svetta su ogni versetto venata dal riverbero, prima di esplodere in distorti cori croccanti. L’album alterna cambi di ritmo e tempo, accuratamente posizionati per mitigare il muro delle intense percussioni e distorsioni, con momenti più dolci.  "Handyman" combina una fine acustica all’overdrive, mentre "Jealous Buffoon" è costituito da  melodie vocali, chitarra risonante ed archi acuti. A seguire il ritmo lento e languido di "Seven Sticks of Dynamite”, accordi acustici di piacevole ascolto, sui quali s’innestano percussioni intriganti, una chitarra bruscamente distorta. Seven Sticks Of Dynamite è caratterizzatoa da un video, che riprende il tema della rissa da film western vecchio stile, all’interno del quale compaiono 2 cameo d’eccezione, il leggendario artista del tatuaggio Dr Woo, Rick Rubin ed il bassista Duff McKagan. Infine "Stop That Train" è composto da basso e rullante, synth arpeggiato, chitarra sporca e voce.

Molte le influenze rock in questo nuovo album di AWOLNATION, tra cui la più vistosa di un certo Bruce Springsteen, ma fanno capolino anche Michael Jackson, i Nirvana e Prince. Gli Awolnation suoneranno in Italia per un’unica data  il prossimo 11 Aprile al Santeria Social Club di Milano.

​Voto: 5/5


Elena Arzani

Here Come The Runts
1. Here Come The Runts
2. Passion
3. Sound Witness System
4. Miracle Man
5. Handyman
6. Jealous Buffoon
7. Seven Sticks of Dynamite
8. A Little Luck…And A Couple of Dogs
9. Table For One
10. My Molasses
11. Cannonball
12. Tall, Tall Tale
13. The Buffoon
​14. Stop That Train

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LABYRINTH - Return To Live

26/2/2018

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Primo album live in più di vent’anni di attività per i Labyrinth, band storica italiana che ha scritto ottime pagine di power metal. Il concerto in questione è stato registrato al Live Music Club di Trezzo Sull’Adda in occasione del Frontiers Metal Fest il 30 ottobre del 2016 e mette in risalto una band in grande forma e che riesce dal vivo a creare muri sonori impenetrabili. Dopo qualche data in Messico, i Labyrinth suonano in Italia l’intero album ”Return To Heaven Denied” del 1998 e lo fanno uscire proprio per il ventennale dall’uscita di un dei loro migliori lavori. La band è molto affiatata, la voce di Roberto Tiranti è sempre potente e versatile e le chitarre di Olaf Thorsen e di Andrea Cantarelli creano riff e solos ti tutto rispetto e ancora le tastiere di Oleg Smirnoff creano ambientazioni del miglior power metal e la sezione ritmica con Nik Mazzucconi al basso e di John Macaluso alla batteria è potente e perfetta. Scorrono così via ottime versioni di brani come “Moonlight”, “New Horizon”, “Thunder” e ancora “Falling Rain” e “Die For Freedom”, che ci riportano indietro di vent’anni e ci presentano una band che ha ancora una grande voglia di essere presente nel panorama heavy metal mondiale. A chiudere il concerto l’unico brano non presente su “Return To Heavy Denied”, ovvero “In The Shade”, sesta traccia di “No Limits”, primissimo album della band datato 1996. Il risultato di questo grande ritorno della band è stato “Architectute Of God”, splendido album uscito lo scorso anno e che segna che ci sono ancora tantissime idee nelle menti  e nelle personalità di tutti i componenti delle band e che i Labyrinth dopo “Return To Live”, torneranno a scrivere altre emozionanti pagine di power metal creativo.

FABIO LOFFREDO
Voto: 8/10

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Tracklist:
  1. Moonlight
  2. New Horizons
  3. The Night OF Dreams
  4. Lady Lost In Time
  5. State Of Grace
  6. Heaven Denied
  7. Thunder
  8. Feel (Legend B. Remix)
  9. Time After Time
  10. Falling Rain
  11. Die For Freedom
  12. In The Shade
 
Label: Frontiers Records
Genere: Power Metal
Anno: 2018
 
Members:
Roberto Tiranti: Voce
Olaf Thorsen: Chitarra
Andrea Cantarelli: Chitarra
Oleg Smirnoff: Tastiere
Nik Mazzucconi: Basso
John Macaluso: Batteria
 
http://www.labyrinthband.it
https://www.facebook.com/labyrinthitaly/
https://twitter.com/labyrinthitaly
http://www.frontiers.it
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IL RE TARANTOLA - Scopri come ha fatto Il Re Tarantola a fare 50.000 euro in una settimana

26/2/2018

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Il Re Tarantola è il nome del progetto lo-fi/indie/rock/alternativo di Manuel Bonzi, cantautore di Piancogno (Brescia). Perennemente in tour, con più di 200 concerti alle spalle, alcuni dei quali condividendo il palco con: Caparezza, Tre allegri ragazzi morti, Marta sui tubi, Simone Cristicchi, I Cani, Il pan del diavolo, Frank Turner, Ezra Furman, Dimartino, Aucan, The Cyborgs e tanti altri, apprezzatissimo dalla critica e forte di una fanbase consolidata e in crescita, è una delle realtà di punta dell’indie italiano. Minimalista, brillante e dall'odore di tabacco. “SCOPRI COME HA FATTO IL RE TARANTOLA A FARE 50.000 EURO IN UNA SETTIMANA” è il titolo del nuovo album de IRT, seguito de "Il nostro amore sa di tabacco" (Lp - 2011), “Il nostro tabacco sa d'amore” (Lp - 2014) e dell’Ep “L'artista irrimediabilmente nella merda” (Ep – 2016).

​Un disco decisamente fuori dalle righe, come definirlo? Punk se vogliamo, per le chitarre distorte ed i suoni decisi, anche per i testi decisamente 'sfigati', autoironici, iconoclasti, divertenti. Diventa quindi difficile dare un giudizio su questo album usando i soliti parametri, se si vuole ascoltare qualcosa di veramente 'fuori di testa', ma con una valenza per niente banale, che racconta dei traumi e dei problemi che affrontiamo tutti i giorni, o che abbiamo subito negli anni passati, questo è il disco giusto. Poi ognuno potrà legittimamente deciderne il valore a seconda del punto di vista, ma la prova di ascolta la merita per la variegata fantasia che lo contraddistingue.

MAURIZIO DONINI 

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Setlist:
1. Boero
2. Sono un campione a ballare da seduto
3. Agguati
4. Un nonno bellissimo
5. Mi odio
6. Non ho mai avuto il fisico di una volta II
7. Eroina per bambini iperattivi
8. La nostra evoluzione artistica deriva solo dalle sigarette
9. Suono per pagarmi le multe che prendo quando vado in giro a suonare
10. La maglietta di Joe Cocker

Il Re Tarantola è Manuel Bonzi

Facebook https://www.facebook.com/ilretarantola/
Instagram https://www.instagram.com/il_re_tarantola/
BandCamp https://ilretarantola.bandcamp.com
Publishing * Ufficio Stampa * Distr. * Booking: IndieBox Music
Giulia Galvani www.indiebox.org * giulia.galvani@indiebox.org

Il disco è ascoltabile in streaming su tutti i principali store digitali, acquistabile su iTunes a prezzo simbolico e disponibile in free download:
FREE DOWNLOAD http://bit.ly/IRTfreedownload
iTunes solo 1,99 http://bit.ly/IRTiTunes Spotify http://bit.ly/IRTSpotify
CD nei negozi, ai concerti e su Self Distr. http://bit.ly/IRTalbum


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SENDORMA - Notturno 1

26/2/2018

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I Sendorma propongono un mix stilistico che, partendo da paesaggi sonori a metà strada tra il dream pop e l'alternative, approda spesso in territori più spigolosi ammiccanti allo shoegaze e al post rock. Una base ritmica traboccante di groove dove figure circolari, sintetiche e a tratti ipnotiche la fanno da padrone. L'italiano è la lingua che viene scelta per veicolare suggestioni notturne e sognanti. Le liriche sono state elaborate con il supporto del poeta/scrittore Luca Ragagnin, già a lavoro con Subsonica, Bluvertigo e molti altri artisti. “Notturno 1.” è il titolo del debut album.

Un disco con suoni classici, dalla bella apertura di Alba lenta, alla sognante Brucia con i tutta la sua atmosfera rarefatta. Ritmata e veloce Diamanti e asfalto e anche qui prosegue l'apprezzamento per la bella scrittura dei testi oltre che per l'ottima pulizia dovuta ad un lavoro di studio ad alto livello. Ma tutto il disco si mantiene su buoni livelli, ruvide ed abrasive Interregno e Labbra, le chitarre sono sempre tirate e presenti, la ritmica assennata. E risultano godibili anche le ballad che chiudono l'album con la struggente Ogni giorno sugli scudi.

Un disco valido, suonato come una volta, prodotto con attenzione, rock classico che spazia da momenti morbidi ad altri decisamente più duri. Sicuramente non viene a noi e garantisce un'ra di ottimo ascolto.

MAURIZIO DONINI
Voto 7/10


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Tracklist:
1. Alba Lenta
2. Brucia (senfina lumo)
3. Diamanti e asfalto
4. Distratta
5. Il potere del silenzio
6. Interregno
7. Labbra
8. Ogni giorno (RST)

9. Notturno

“Notturno 1.” è stato prodotto e registrato da Luca Vicini (Subsonica) al Punto V e masterizzato da Giovanni Versari a La Maestà Mastering Studio (Muse, Il Teatro Degli Orrori…).

I Sendorma sono:
Edoardo Pacchiotti (voce),
Simone Guzzino (Chitarra),
Fabio Fornaro (Batteria),
Tommaso Ainardi (Basso).


sendorma.it
www.facebook.com/Sendorma
Apple Music – https://goo.gl/E6XVYj
Spotify – https://goo.gl/Y7RRGV
Google Play – https://goo.gl/AMFzA6
Amazon – https://goo.gl/U3fXxY

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RADIO FUORI LUOGO - Chi L'Avrebbe Detto Mai!

25/2/2018

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“Un progetto cantautorale in chiave ironico/sociale con un retrogusto hawaiano”, queste sono le parole di presentazione del comunicato stampa che accompagna l’uscita di questo album dei Radio Fuori Luogo. Una frase che può sembrare strana, eppure all’ascolto dei dieci brani racchiusi nel cd ci si accorge che riassumono tutto l’universo che ruota intorno a Davide Montanari e a questo suo progetto. Insieme a Davide a rendere originale questo progetto c’è anche Stefano Dionigi, già all’opera con i Quntorigo, Eros Ramazzotti e Biagio Antonacci e ci sono influenze delle migliori realtà italiane impegnate come Alberto Camerini e Rino Gaetano. “Chi Lo Avrebbe Detto Mai!” è un album solare, allegro e impegnato e si lascia ascoltare senza stancare. “Hawaii” è un brano solare e “Chi L’Avrebbe Detto Mai” è coerente, ci sono atmosfere fresche e leggere, c’è l’ukulele di Davide Montanari che impreziosisce il tutto con la sua voce un po’ spavalda e non mancano chitarre più rock e i cori di Nicoleta Carmanschi. “Luce Tiepida” invece è un brano più lento e dalla vena cantautorale, mentre “Orientamento Zero” è reggae ‘mediterraneo’, e Nicoleta non si limita ai soli cori, spesso canta all’unisono con Davide. Ukulele e atmosfere nostalgiche caratterizzano “Chiedimi Come Si Sta” e anche “Il Giullare E Il Dottore” e “Arcobaleno (Nel Silenzio Del Lavoro)”, caratterizzano lo stile musicale. L’ukulele è fortemente presente in ogni brano, ma c’è anche molto reggae e la musica cantautorale e i testi sono anche loro molto impegnati e interessanti.

FABIO LOFFREDO
Voto: 7/!0

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 Tracklist:
01.Hawaii
02.Chi L’Avrebbe Detto Mai
03.Luce Tiepida
04.Orientamento Zero
05.Chiedimi Come Si Sta
06.Peccato Capitale
07.Cicatrici
08.Il Giullare E Il Dottore
09.Fino A Qui Tutto Bene
10.Arcobaleno (Nel Silenzio Del Lavoro)
 
Label: Autoproduzione
Genere: Pop/Reggae/Rock
Anno: 2018
 
Members:
Davide Montanari, Voce, ukulele e cori
Stefano Dionigi: Tastiere, chitarre, programmazione e cori
Nicoleta Carmanschi: Cori
 
http://www.radiofuoriluogo.it
https://www.facebook.com/RadioFuoriLuogo/
https://twitter.com/RadioFuoriLuogo
https://www.instagram.com/radiofuoriluogo/
https://www.youtube.com/channel/UCSiCJtI2EoUgtxqaI-SVnRg?view_as=public
 


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GALEFFI - Scudetto

25/2/2018

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Galeffi è il nome d’arte di Marco Cantagalli, un giovane autore romano che giunge al disco d’esordio, dopo aver fatto il tirocinio in molti dei locali della Capitale aprendo per i meneghini Canova o partecipando al compleanno dell’innovativa Radio Sonica (da Roma), riuscendo a creare dell’interesse verso la sua proposta. Sarà stato anche per la partecipazione a The Voice of Italy nel 2013 (venne scelto dal buon Piero Pelù per la sua squadra), la sua perseveranza nel cercare di affermarsi pian piano si è incanalata nel giusto sentiero che lo ha portato negli ultimi anni, ad ottenere della notorietà.

A poco più di 25 anni pubblica un disco che è specchio delle sue passioni dal calcio, al cinema per arrivare ai The Beatles! La comoda inclusione dei quattro di Liverpool (ma anche Oasis che ne hanno appreso la lezione alla perfezione), come pane quotidiano del giovane cantautore, viene comunque ad essere affiancata ad una inclinazione di scrittura protesa verso il genere pop, quello capace di far positivamente propri i tratti di un genere commerciale, senza con questo sminuirne la proposta. Guardando a SCUDETTO non è neanche fuori luogo percepire una familiarità con il brit-pop (quello più zuccheroso, però …) come con la scorrevolezza sonora e piacevolmente semplice dei Lunapop che fecero della leggerezza delle loro canzoni motivo di apprezzamento e considerazione da parte di una grande fascia di pubblico. A dare supporto a quanto appena asserito c’è la flessuosa “Polistirolo” (scelta anche come singolo) dove piano e chitarra acustica accompagnano una voce guizzante, che in “Tazza di Te” preferisce una melodia guida fieramente bacciniana, puntando sulla facile presa di un ritornello in grado dopo vari ascolti di divenire stuzzicante. “Quasi” è un sospirato interludio che anticipa la gradevole “Camilla” (e qui i rimandi al Cremonini di “Una Come Te” sono tutt’altro che celati) ) che si sviluppa su quella riuscita combinazione di accordi in grado di far immaginare quanto l’immortale “Stand By Me” (Ben E. King) ne avesse facilitato l’ispirazione.  Se in “Puzzle”  potrebbe salvarsi l’edulcorata e piacevole successione introduttiva di note al piano, e di “Pensione” il tentativo di farne un brano danzereccio, pur rispettando la vena compositiva che porta chicchessia a stendere un testo e consapevole della nutrita frotta di adolescenti che al Monk di Roma a neanche una settimana dall’uscita del disco intonava i nuovi brani, ho notevoli difficoltà a credere che si possano prima canticchiare e poi far proprie, parole (sicuramente sentite!) come quelle riportate qui di seguito (“… mannaggia i tuoi gattini, mannaggia a te. Mille starnuti, mille caffè…” - per la prima, - e “ … e sogno la pensione perché odio lavorare, tu sogni il grande amore che io non ti riesco a dare …” - per la seconda -). L’acustica “Potter/Pedalò” riporta più su l’indice di gradimento, compito in cui riesce con moderazione anche “Occhiaie” posta in apertura e scelta come primo singolo, se non fosse per le melodie di strofa e ritornello che risultano un pò troppo cedevoli, caratteristica che purtroppo viene a confermarsi anche nel brano di chiusura (che non è un inno da stadio) e di cui anche da sportivo, mi sentirei di premiarne la genialità per la scelta del titolo:”Tottigol”!      

È anche giusta dare una maggior considerazione al seguito raccolto con le cliccate dei video su youtube o il gradimento immediato espresso attraverso facebook o twitter rispetto alle parole sopra espresse, ma forse da tenere ancor di più in conto, è la mezz’ora di musica nella quale i più avveduti potrebbero cogliere in Galeffi, i numerosi ascolti dedicati ai lavori di Amy Winehouse e Paolo Nutini, musicisti che attraverso i propri dischi hanno impartito anche lezioni di musica illuminata, apprendimento che per il giovane cantautore romano non aiuta – per adesso - SCUDETTO a divenire l’ambito trofeo di fine campionato.

Claudio Carpentieri

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Tracklist:
  1. Occhiaie
  2. Polistirolo
  3. Tazza di te
  4. Potter / Pedaló
  5. Quasi
  6. Camilla
  7. Puzzle
  8. Pensione
  9. Burattino
  10. Tottigol

Etichetta: Maciste Dischi
Distribuzione: Artist First
Data di pubblicazione: 24 novembre 2017
Prodotto da Alessandro Forte (Mòn) e Federico Nardelli (Gazzelle) e masterizzato da Giovanni Versari (Muse, Negramaro, Verdena)

Contatti:
https://www.facebook.com/pg/galeffi.galeffi/about/?ref=page_internal
https://twitter.com/galeffi_galeffi

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PALETTI - Super

25/2/2018

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E’ sempre con piacere che vengono accolte le novità, quelle che possono essere così considerate in senso stretto. Pietro Paletti (da Manerbio in provincia di Brescia) non è di certo un novizio nel mondo delle sette note, essendo cresciuto artisticamente ed avendo vissuto il passaggio tra il secondo ed il terzo millennio, in quella checché se ne dica, resta ancor oggi una delle città ove il fermento musicale si sviluppa naturalmente: Londra. Di ritorno dalla Gran Bretagna e dopo aver trascorso del tempo a Roma e Milano, Paletti entra a far parte dei The Record’s (che avevano già alle spalle una beneaugurante accoppiata di dischi come il beatlesiano – autoprodotto - ONE WAY DRIVER – 2004 -, e MONEY ON FIRE per la Foolica Records del 2008 dalla matrice garage rock) con i quali pubblica DE FAUNA ET FLORA (Foolica Records – 2010), sorprendente tassello evolutivo che fa comunque tesoro di quanto appreso fino a quel momento. Il primo passo solista avviene con l’Ep DOMINUS, con cui a dispetto di quanto fatto in precedenza e lasciandosi alle spalle la lingua inglese ed optando ovviamente per tutti i brani in italiano, preferendo tra gli altri come basilari punti di riferimento, i nostrani Lucio Battisti e Max Gazzè su tutti. In ERGO SUM del 2013 il cantautore della Bassa Bresciana mette se stesso maggiormente a nudo (e perciò non solo nella copertina), lasciando prendere il sopravvento ad un pop ben concepito ed imbevuto di una varietà ritmica capace di soddisfare una platea molto ampia, compito in cui riuscirà ancor meglio il successivo QUI E ORA (2015 – Sugar).

L’approccio a SUPER è differente da quanto avvenuto in precedenza, prediligendo perciò una combinazione tra sintetizzatori armonie pop a cui si associa una scrittura d’autore rifinita, cordiale e diretta che facilmente può far immedesimare senza forzature l’ascoltatore. Linee melodiche ed un sound che pur richiamando senza mezzi termini la new wave che prendeva piede a fine anni ’70, non rinuncia a trasmettere una ventata di modernità evitando di cadere nelle fauci di un modernismo sterile. Parole e musiche che camminano di pari passo, ove le tastiere e vengono a svolgere un ruolo basilare, tanto nella tenuta del passo nei brani più ritmici quanto suggellando melodie vocali lontane dalla prevedibilità. Ad anticipare l’album è “La Notte è Giovane”, vellutata nell’incedere ed in bilico tra la malinconia e la consapevolezza che lasciano trasparire anche un barlume di riflessione in grado di fuoriuscire in “Lui, Lei, L’Altro”, ove la promiscuità viene ad essere considerata parte dell’esistenza ordinaria.  L’immediatezza pop di “Più Su”, sembra essere un convincente invito ad abbandonare la finzione ed a non nascondersi dietro ad un dito, mentre l’asciuttezza sonora di “Pazzo” (una versione introspettiva del Vasco nazionale), regala quasi quattro minuti di quella che – nel senso più stretto del termine, - una volta veniva definita musica leggera. Le sentite emozioni che emergono da “Eneide” (dedicata al figlio Enea), vengono però equilibrate anche da brani come “Jimbo” (tentativo sperimentale non propriamente riuscito) o la fredda “Chat Ti Amo” (il web come sensale dei tempi) senza per altro sminuire la piacevolezza di “Accidenti a Te”, “Capelli Blu” e “A Che Serve l’Amore” venute fuori in cinque minuti come dichiarato dall’autore.

Queste undici tracce (prodotte dal ricercatissimo Matteo Cantaluppi già al lavoro con Joe Victor) che non hanno la presunzione di rivoluzionare il microcosmo musicale italico, riescono comunque senza nulla a pretendere, nell’intento di allietare un ascolto di poco più di mezz’ora, permettendo comunque all’artista bresciano di far emergere con garbo quei bagliori qualitativi e che lo hanno portato a collaborare con registi di richiamo come Ridley Scott e Paolo Sorrentino, ma anche a far ricordare di essere l’autore di quel gioiello di singolo “Ma Che Ci Faccio Qui” finito nel 2016 nel disco LE MIGLIORI (multi-platino in men che non si dica ) interpretato da un’accoppiata da sempre vessillo intramontabile della musica italiana: Mina e Celentano.

Claudio Carpentieri
Voto: 7/10

Foto
Tracklist:
  1. A che serve l’amore
  2. La notte è giovane
  3. Lui, lei, l’altro
  4. Più su
  5. Pazzo
  6. Nonostante tutto
  7. Eneide
  8. Capelli blu
  9. Jimbo
  10. Chat ti amo
  11. Accidenti a te  

Label: Woodworm
Release date: 26 gennaio 2018


Crediti:
Registrato da Matteo Sandri, Ivan A. Rossi
e Matteo Cantaluppi al Mono Studio di MIlano
Registrazioni addizionali effettuate da
Simone Piccinelli a La Buca Recording Club
di Montichiari (BS).
Mixato da Matteo Cantaluppi al Mirabello Studio di Milano.
Masterizzato da Daniele Salodini al Woodpecker Mastering Studio di Brescia.
Testi e musica di Pietro Paletti in collaborazione con Mario Cianchi.
Assistente di Studio: Matteo Milea
Produzione artistica di Matteo Cantaluppi e Pietro Paletti
Artwork e copertina: Mauro Mazzara
Coordinamento grafico: Iacopo Gradassi.
CODICE CATALOGO: WW061
LABEL & MGMT: WOODWORM | www.woodworm-music.com
EDIZIONI: SUGAR MUSIC PUBLISHING | www.sugarmusic.com
PRESS: BIG TIME | www.bigtimeweb.it
BOOKING: LOCUSTA | www.locusta.net
Ufficio Stampa e Promozione – BIG TIME – Tel. 065012073
Distribuzione: Audioblobe e, per il digitale, Artist First


Musicisti:
Pietro Paletti: voci, chitarre, bassi, synth
Matteo Cantaluppi: batterie, percussioni, tastiere, chitarre, programmazioni
Simone Gelmini: batterie in Pazzo e Più Su, percussioni.


Contatti:
https://www.facebook.com/ilPaletti/
https://twitter.com/ilpaletti

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