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PREDARUBIA – Intervista alla band

PREDARUBIA – Intervista alla band

​I Predarubia sono una rock band toscana formatasi nel 2013, di cui fa parte il cantante Giuseppe Pocai, il bassista Luca Mori, il chitarrista Massimo Triti ed il batterista Zivago Anchesi. 
Il loro nuovo album, “Somewhere Boulevard” , è il racconto del viaggio intrapreso fino ad ora dalla band. Noi di Tuttorock li abbiamo incontrati, per farci raccontare la loro storia, la loro musica, e i loro progetti
 
Ciao ragazzi. Innanzitutto, le domande di rito. Come nascono i Predarubia? E perché questo nome?
Nascono dalla voglia di suonare la musica che amiamo da sempre: il Rock. Prima “predando” i brani degli altri, facendoli nostri, con l’dea di costruire così il nostro suono ed arrivare alla maturazione necessaria per pensare di scrivere qualcosa di totalmente nostro. Il nome lo abbiamo rubato dai romanzi di Salvatore Niffoi, o meglio fino a poco tempo fa era così. adesso direi che è un’appropriazione del tutto legittimata dall’autore stesso di quei romanzi. Salvatore Niffoi ha per puro caso sentito “Rip”  e ci ha cercato. Felice del furto, contento del frutto che ha ispirato.
 
Quali sono gli artisti che vi hanno influenzato,  e che vi influenzano tutt’ora?
La lista è lunga, quasi infinita. il bello è che nel disco molti trovano influenze diverse, ed in alcuni casi ci fanno nomi di artisti che abbiamo ascoltato poco o niente. Nella musica rock, in quella popolare in genere, la teoria dei sei  gradi di separazione diventa concreta, quasi tangibile. Forse non abbiamo ascoltato i dischi di cui qualcuno trova echi e rimandi nel nostro, ma in comune con quei dischi, quegli artisti, c’è lo stesso background musicale.

Parlateci dell’ album, “Somewhere Boulevard” . Cosa racconta,  e perché?
E’ il racconto del nostro viaggio fino a qui, quello che vedi dal finestrino di un auto mentre viaggi, che inconsapevolmente rimane impresso quando si osserva il paesaggio scorrere via. Scrivendo non c’è la volontà di parlare di un argomento, scrivendo ti accorgi che quel qualcosa è rimasto aggrappato a te. Lo capisci chitarra in mano, mentre parole e melodia si legano insieme.
 
Ho letto una frase, nella vostra biografia, che mi ha colpito . “ E’ il rock nella sua essenza. L’insana idea che il mondo si possa cambiare con le canzoni, che si possa migliorarlo e che il Rock And Roll possa veramente salvarci”.  Spiegateci meglio..
Siamo cresciuti con l’idea che un certo tipo di musica avesse questo tipo di potere, che avesse la capacità di smuovere le coscienze e di cambiare con esse il mondo. La musica rende fertile il terreno, veicola e guida le idee. La musica in strada ad accompagnare la lotta per i diritti civili, i movimenti studenteschi, la protesta pacifista contro la guerra in Vietnam. Pensiamo al “Live Aid”di Bob Geldof, o alla iniziativa di Little Steven con la sua “Sun city”. Grandi cambiamenti, epocali, ma anche piccoli e personali. Penso a noi, da ragazzi,  con le cuffie premute in testa, ad ascoltare quella musica, a scoprire attraverso di essa il mondo, a darci la voglia di essere persone migliori

Avete progetti per il futuro e nuove uscite dopo il discreto successo del primo singolo RIP ?
Stiamo lavorando per mettere in piede un tour nei locali, nei club. La nostra dimensione vera è il live. Forse la prima data coinciderà con l’uscita del prossimo singolo, che sarà One day.
 
Grazie mille, ragazzi, e in bocca al lupo per tutto!
Grazie a te, e a Tuttorock
 
FRANCESCA MERCURY