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MICHELE GAZICH “Storia dell’uomo che vendette la sua ombra” feat. Rita & …

MICHELE GAZICH “Storia dell’uomo che vendette la sua ombra” feat. Rita & …

Il videoclip girato da Enrico Fappani accompagna un brano che dal verso iniziale “Figlio, dov’è la tua ombra? / Madre, io l’ho venduta per tre monete” sviluppa “la solita vecchia storia della vendita della propria anima al maligno“. Ma qui il maligno assume le sembianze della madre, attraverso la perturbante voce punk di Rita Lilith Oberti

Storia dell’uomo che vendette la sua ombra” è il primo estratto da “La via del sale”, il nuovo disco di Michele Gazich, scrittore di canzoni e violinista già a fianco di songwriters come Michelle Shocked, Mary Gauthier, Eric Andersen e Mark Olson.
Il brano è abbinato ad un videoclip girato dal regista italiano Enrico Fappani ad accompagnare un brano che dal verso iniziale “Figlio, dov’è la tua ombra? / Madre, io l’ho venduta per tre monete” sviluppa la solita vecchia storia della vendita della propria anima al maligno. Ma qui il maligno assume le sembianze della madre, attraverso la perturbante voce punk di Rita Lilith Oberti (Not Moving, Lilith and the Sinnersaints), che dialoga con quella di Michele Gazich (nel ruolo del figlio) e interpreta anche il videoclip.

I due si incontrano e intessono un dialogo che è in realtà l’intersezione di due monologhi: un parlare che è non parlarsi. Il luogo in cui ciò avviene è una sala da pranzo fuori dal tempo, probabilmente appartenente ad uno storico palazzo, costellata di simboli stranianti: animali impagliati, fucili, un’armatura giapponese. La formalità, il pasto e la tavola accuratamente preparata diventano rito, officiato dall’inquietante maggiordomo e dalla custode del fuoco che appronta, tra libri magici e ingredienti misteriosi, l’alchemico pasto.

Il videoclip girato dal regista Enrico Fappani – spiega Michele Gazichè un non-videoclip. Interamente, claustrofobicamente girato in una stanza, transvaluta il genere: è un apocrifo bergmaniano nel mondo dei videoclip. Artifici squisitamente cinematografici (campi, controcampi, carrello, etc) e insieme assoluta assenza di artificio: tutto il video è stato girato senza l’utilizzo di un faro, con ricercato virtuosismo stilistico; l’unica luce è quella delle finestre. Collaboro con Enrico da molti anni. La sua rilettura cinematografica della mia canzone, mi ha dato un altro sguardo su di essa e mi ha spinto a mettermi avventurosamente in gioco anche come attore.”​