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INTERIORS – ONLINE IN ANTEPRIMA ESCLUSIVA SU FANPAGE “DISAFFECTION”, …

INTERIORS – ONLINE IN ANTEPRIMA ESCLUSIVA SU FANPAGE “DISAFFECTION”, …

“Plugged”, è il secondo album degli INTERIORS, uscito il 2 dicembre 2016 per la label romagnola Brutture Moderne di Francesco Gianpaoli, registrato e masterizzato da Roberto Passuti allo Spectrum Studio di Bologna.
“Plugged” è un viaggio suddiviso in 14 tracce, che parlano di connessioni e d’interconnessioni e di come mondi apparentemente lontani si influenzino, talvolta senza saperlo. E’ un lavoro che narra in musica di lontananze e di spaesamenti, di paesaggi onirici e mense cosmiche, di viaggi immaginativi e di presenza consapevole. Nel tracciato dell’album risuonano voci che chiamano da lontano, come se un’antenna parabolica captasse le frequenze di questo mondo e dell’infinito spazio che lo circonda, e voci vicine e sussurranti.
Suoni di legno, corde sfregate di un violino, suoni di basso, voci, morbidezza e acidità mescolate con percussioni sintetiche e sussulti ritmici. Le melodie fanno decollare ancor più l’incalzare ritmico che sostiene tutto l’incedere dell’album, ne costituisce l’ossatura e il cuore sotterraneo, per un inventario di sogni e di utopie possibili, in una carrellata di suoni che provano a connettere il passato, il presente e il tempo che verrà.
La psichedelia, il dub, la folktronica, il funk, il nujazz, l’ambient potrebbero essere alcuni dei riferimenti stilistici evocati dall’ascolto del nuovo lavoro degli Interiors. Qualcuno nel loro caso ha parlato di “dub da camera”, ma probabilmente il range di questo album allarga lo spettro a definizioni meno precise, a incasellamenti più  laschi e permeabili.
“Plugged” è il frutto dell’interazione tra gli strumenti di Valerio Corzani (voce, basso elettrico, cutup elettronico e app per lpad e Iphone) e quelli di Erica Scherl (violino, tastiera, effetti e looper). Un’alchimia che ha cementato in studio un lungo lavoro di “definizione” dei brani: spesso testati dal vivo, in alcuni casi frutto invece di una intensa preproduzione e di un lavoro sfrenato di campionamento e cut up.
La sostanza di questo secondo lavoro si arricchisce anche del preziosissimo contributo di un manipolo di amici/musicisti: un parterre di voci – Serena Fortebraccio, Boris Savoldelli, Barbara Eramo – oltre alle chitarre di Massi Amadori e Mauro Campobasso e alla tromba di Giorgio Li Calzi.  
 
INTERIORS “PLUGGED”
1 – Hippysm 3:21
2 – Cosmic Breakfast 4:48
3 – Pulsing Smoke 5:35
4 – Be Be Sea 5:01
5 – Fabrique 1:13
6 – Disaffection 6:09
7 – Cloudspotting 3:04
8 – Barricades 4:32
9 – What Time is it? 5:19
10 – Bass Desires 5:40
11 – Slowcore 5:17
12 – Scratch 3:53
13 – Limelight Blues 4:30
14 – Soundtrack For a Christmas Tree (Redux) 6:30
 
Lyrics by Valerio Corzani
Music by Valerio Corzani ed Erica Scherl except for “Fabrique”(Valerio Corzani), “Limelight Blues”(Valerio Corzani) and “Disaffection (Valerio Corzani, Erica Scherl, Serena Fortebraccio)
Performed by: Erica Scherl: violin, electric violin, effects, keyboards
Valerio Corzani: electric bass, ipad & iphone apps, electronic cut up, voice  on track 3,6,8,10
 
Serena Fortebraccio: voice on tracks 3,6,8
Barbara Eramo: voice on track 7
Boris Savoldelli: voice on track 12
Giorgio Li Calzi: trumpet on track 9
Mauro Campobasso: guitar on track 8
Massi Amadori: guitar on track 3
Radio3 Rai Musica3’s Staff: voices on track 9
Rosetta Comet Signals: intro sounds on track 2
 
Recorded, Mixed (with the assistance of Simone Carta) and Mastered in Spectrum Studio (Bologna) by the bigbigbig Roberto “barefooted” Passuti.
The voice of Serena Fortebraccio is recorded in Sorriso Studios by Tommy Cavalieri
Coverphoto: selftimer by Valerio Corzani and Erica Scherl (Interiors at Barbican Centre, London)
Booklet Photos by Valerio Corzani (Installations at Barbican Centre, London) and © DIANE | ilariascarpa | lucatelleschi (Portrait of Interiors on a mobile studio during Bellaria Film Festival 2016)
Italian Booking: Wake up and Dream di Marco Stangherlin  – info@wakeupandream.net
European Booking: Second to the Left di Marisa Segala – marisa@clickandroll.com
Press Office: Big Time – pressoff@bigtimeweb.it
 
 
“PLUGGED” brano per brano
1)Hippysm
E’ un brano che si regge completamente su un arpeggio di basso e sulla melodia del violino. A un certo punto entra un hang che Valerio suona da un app su Ipad, ma il sapore del brano resta quasi bucolico e un po’ psichedelico. Come una piccola bolla di leggerezza un po’ freak, come una foto virata arancione e come il senso di pace che ti prende quando ti stendi dopo un bagno in una spiaggia deserta. 

2)Cosmic Breakfast
Questa “colazione cosmica” si apre con il brusio sorprendente dei segnali raccolti dalla cometa Rosetta. Una sorta di codice sonoro rimbalzato sulla terra da una sonda che quella cometa l’ha “cavalcata” fino a poche settimane fa, subito prima di andare a deflagarcisi addosso. E’ un brano danzante e sereno che secondo noi mette di buon umore. Quel che ci vuole al mattino, anche se si fa colazione in astronave…due assoli – uno di basso elettrico e uno di tastiera – ne puntellano sostanziosi passaggi, mentre piano elettrico (Erica) e un’altra app da Ipad, l’Orphion (valerio), si palleggiano le responsabilità melodiche.  

3)Pulsing Smoke
Il primo brano non strumentale dell’album è di nuovo un’avventura un po’ lisergica. Le visioni alterate di chi ballonzola dopo aver fumato un joint e si prepara ad affrontare il caos incombente semplicemente ignorandolo. L’andamento dub viene cavalcato da violino, basso e da due ospiti che sono per Interiors anche fedeli compagni di viaggio: la voce di Serena Fortebraccio che fa il controcanto in inglese allo spoken word di Valerio e la chitarra elettrica di Massi Amadori che mette i suoi ghirigori durante il brano e sfodera un assolo micidiale. Un crocevia chitarristico che prefigura le inquietudini noise che il brano esibisce poi nel finale. L’apocalisse è dietro l’angolo, ma nel frattempo ci rilassiamo.

4)Be Be Sea
Un gioco di parole “BBC”/“Be Be Sea” che è anche un piccolo omaggio al nostro primo album (che si intitolava “Liquid”). C’è molto “taglia e cuci” in preproduzione in questo brano costruito su brandelli di rap, su cantilene fanciullesche e su un groove molto “spiaggesco”. Anche qui l’“oasi di pace” viene introdotta e chiusa da porzioni di inquietudine. Una sorta di martello da fabbro (o di martello pneumatico) che scandisce l’ingresso e il finale. “Essere mare” è comunque un invito così interessante da non lasciarsi scoraggiare neppure da queste intromissioni.
 
5)Fabrique
Un brano su commissione. Alessandro Casetti, pittore e scultore, artista materico, ha chiesto a Valerio di comporre un brano per un video che illustrava il suo lavoro. L’artista aveva specificato anche la durata del brano e la parabola di atmosfere che doveva disegnare. Fabrique è una piccola operina confezionata tramite un forsennato cutup.
 
6)Disaffection
Non potevamo mettere in scaletta una canzone d’amore e allora abbiamo deciso di metterne una sul disamore. Il violino di Erica introduce questa dolorosa e furente cavalcata antisentimentale, Serena Fortebraccio ci mette
il suo piglio vocale, il groove ritmico e le sferzate timbriche evocano certo dubstep, mentre Valerio, per una volta, anziché declamare, sfodera un grido lancinante e rissoso. 
 
7)Cloudspotting
Questo brano etereo costruito sul canovaccio di un app inventata da Brian Eno (suonata da Valerio) e sui mormorii del violino di Erica si risolve tutto, dal punto di vista vocale, in una domanda che abbiamo affidato all’interpretazione di un’altra amica dall’ugola mesmerica: Barbara Eramo. La richiesta è quella di svelare un indirizzo sulle nuvole, la sensazione è che anche se non riceverà risposta quella ragazza continuerà a praticare il “cloudspotting” anche solo per il piacere di farlo. 
 
8)Barricades
Un graffito. Una scritta intercettata su un muro di Bologna: “Stay on the Barricades for a Better Education”…è questo il preambolo, la genesi, di questo brano dall’andamento reggae-dub. Erica alterna e sovrappone piano elettrico e violini, Valerio ci mette il suo basso, la voce che scandisce lo slogan murale e qualche alchimia ritmica. Il resto lo fanno Serena con una perfomance davvero pregevole e le chitarre di Mauro Campobasso, che ha registrato per noi una moltitudine di tracce chitarristiche, dalle quali abbiamo potuto scegliere un florilegio di soluzioni solistiche, riff, accordi e pattern.
 
9)What Time is it?
Le voci che introducono e chiudono con una domanda ossessiva questo brano sono quelle dei colleghi di Valerio nella redazione musicale di Radio3. La tromba che cesella il percorso con un suono meditabondo e lunare è quella di Giorgio Li Calzi. La sezione archi di Erica ha un potere di suggestione melodica davvero strabiliante e il groove è di quelli che potrebbero andare avanti ad libitum, non fosse per la domanda ossessiva che insieme spezza e rilancia l’incanto: What time is it?
 
10)Bass Desires
Un brano che avevamo in cascina da un po’. Una specie di elogio del “basso”, da tutti i punti di vista – strumentale, timbrico, sociologico – calibrato sul groove ossessivo di una base recalcitrante. Il violino di Erica si intromette da par suo in questa specie di congrega di bassi istinti e basse sfere declamate dalla voce distorta di Valerio.
 
11)Slowcore
Cassa in 4 e pedalare: una soluzione anomala per noi che tendiamo sempre a confezionare ritmiche un po’ storte e stratificate. La deriva mainstream viene riscattata da una sezione d’archi che rincorre il beat con una sorta di polverosa e lirica indolenza e da un vocoder che ci racconta cose anche quando non viene interpellato. Abbasso l’”hardcore”, evviva lo “slowcore”!

12)Scratch
Boris Savoldelli ha una voce funambolica. Abbiamo pensato subito a lui quando si è trattato di affidare a un cantante maschile le parole di questo “graffio” degli Interiors. Il pezzo ha una sua “selvaggeria” regalata dalle melopee e dai gorgoglii di Boris, dal testo molto cattivo scritto da Valerio e dal riff di chitarra che ne scandisce l’andamento. Ma allo stesso tempo è un brano che ha anche una sua dolcezza romantica affidata a pianoforte e violino e ai loro incastri ricorrenti.
 
13)Limelight Blues
L’entertaiment e i suoi pericoli, le luci della ribalta (“Limelight”) e i suoi trabocchetti, il palcoscenico e i suoi blues, le voci e i contrasti che possono innescare. Ancora cut-up in preproduzione, un brano che nasce dal collage e che si è plasmato a strati.
 
14)Soundtrack For a Christmas Tree (Redux)
L’idea da cui si è partiti era quella di spazzare via “Jingle Bells”. Convincere più gente possibile a cambiare la musichetta che si mette sotto l’albero di Natale. Lo sappiamo è un’idea folle. Ma se non altro volevamo provare a incrinare il dominio di tante melodie moleste, logorate dall’esposizione efferata, affrancandoci dalle gioiose tiritere che ci ammorbano nel periodo invernale. Ne è venuto fuori questo “Soundtrack for a Christmas Tree” (https://www.youtube.com/watch?v=NKhZCn3qK-s&list=UU8ZL31F8ORLMZr0uFHW60Bg), un trip sonoro di quasi venti minuti (nell’album in versione redux, di “soli” sei minuti e trenta) con qualche sfrigolio da carillon natalizio e molta della psichedelia elettroacustica che ci piace attraversare da sempre. In questo lungo soundtrack strumentale ci sono violini elettrici pizzicati, effettati, sfregiati e messi in loop, ci sono bassi profondi e bassi noise, ci sono bicchieri suonati con l’iPhone e voci paradisiache (o più probabilmente purgatoriali), ci sono “palmas” flamenche trasformate in carri cigolanti e ci sono carri cigolanti trasformati in beat strascicati.
 
 
INTERIORS – BIO
“Interiors” è un viaggio che unisce elettronico e analogico e cavalca il ritmo senza mai abusarne, in cui VALERIO CORZANI (voce, basso semiacustico, basso tinozza, percussioni, laptop e Iphone) ed ERICA SCHERL (violino, tastiera, effetti e looper), mettono in moto un tracciato pieno di fibrillazioni e sorprese, spesso creando un forte connubio con suggestioni visive, come quelle dei super8 sperimentali di Derek Jarman, o dei film del regista franco canadese Yann Arthus-Bertrand.
Groove ossessivi stemperati dal violino di Erica Scherl (già con Alboreo, Stenopeica, Les Violons d’Ingres), corde acide arrotondate dai bassi profondi di Valerio Corzani (Mau Mau, Mazapegul, Daunbailò, Gli Ex, Caracas), tastiere felpate e suoni spaziali, in un continuo scambio di ruoli, che non perde mai d’occhio il sostegno percussivo e la balance ritmica.
Squarci dub, improvvisazioni di taglio jazz, collage timbrici che sfiorano il glitch, sfumature etniche, incorniciati dallo spoken poetry di Corzani i cui testi sono accomunati dalla descrizione di paesaggi che possono sembrare “esterni” se non fosse per la dimensione onirica potente che li fa ridiventare “interni” ed interiori…come quadri di Dalì.   
Arredamenti sonori per ambienti che fluttuano e si trasformano. Un viaggio musicale che si presenta davvero onirico e “stupefacente”. Corrispondenze d’amorosi sensi, strategie dei sentimenti, ipotesi di corteggiamenti tra coppie di elementi mai scontate: il violino e il basso, il legno e il magnete, le frequenze e i chip, le immagini e i suoni, i cerchi ritmici e le fughe solistiche…
Materiali musicali che sono finiti in “Liquid”, l’album d’esordio degli Interiors uscito nel 2014 per la Minus Habens Records (che vede una collaborazione con il producer argentino Leonardo Martinelli aka Tremor), e nel secondo album “Plugged” in uscita alla fine del 2016 per Brutture Moderne.
Gli Interiors – che dal vivo presentano il suggestivo colpo d’occhio di un duo pieno di ammenicoli e di strumenti deviati, autocostruiti (il fenomenale basso tinozza), modificati, trattati, oltre all’incantesimo suadente del suono di un violino – si sono già esibiti in prestigiosi festival e numerosi teatri (“Lugo Contemporanea”, “Adriatico Mediterraneo” di Ancona, “Leggere la città” di Pistoia, “mob” di Bologna, “Looped” di Pisa, Dromos Festival di Oristano, Calagonone Jazz, Bellaria Film Festival, Teatro San Leonardo di Bologna, Teatro Leopardi di San Ginesio, Chamoisic) e in una lunga teoria di club del nostro paese.
Ai progetti in duo si affiancano le collaborazioni con la poliedrica cantante Serena Fortebraccio per “Terra Madre/Terra Matrigna”, con il funambolico Boris Savoldelli per “Futurismi”, con Claudio Milano in un progetto dedicato alla figura di Pasolini, e con Alessandro Martignoni aka Billy Bolla per il poetico spettacolo “Liquid”, che ha debuttato nel 2016 aprendo la stagione “Teatro Musica” di Laboratori Permanenti a Sansepolcro (AR).
Nei loro numerosi concerti dal vivo, hanno avuto il piacere di arricchire i propri suoni con l’apporto generoso di molti amici e ospiti, fra i quali, Mauro Campobasso, Massi Amadori, Giorgio Li Calzi, Gionata Mirai, e hanno partecipato come ospiti a Harpness, il secondo lavoro discografico dell’arpista Raoul Moretti.
Nel Dicembre 2014 hanno fatto uscire un lungo brano natalizio (quasi 20 minuti): “Soundtrack for a Christmas Tree” ideato e concepito come vera e propria colonna sonora di un albero di Natale e abbinato in seguito a un video curato dal regista Fabio Fiandrini.
Interiors ha vinto con il video di “Blue Darkness” (firmato dal regista canadese Justin Bolduc-Turpin) il “Lake Doc International Festival. Il brano “Blue Darkness” è stato inserito anche nella colonna sonora per il cortometraggio “La camera di Pietro” della regista russa Alina Gurinova, ed è stato selezionato al Silk Road Film Festival 2015 di Dublino.
 
INTERIORS
link al canale video ufficiale:
https://www.youtube.com/channel/UC8ZL31F8ORLMZr0uFHW60Bg
 
HANNO DETTO DI INTERIORS:
“Da un’idea di Valerio Corzani ed Erica Scherl nasce un nuovo modo di vivere la musica…Quello che ci appare davanti è un viaggio musicale che si presenta davvero onirico e “stupefacente”…”  (Wired)
 
“…per viaggiatori curiosi di orizzonti sospesi tra musica da camera, dub, sensazioni world e narrazione poetica…Il paesaggio è spesso desertico, con qualche effetto che spinge verso lo spazio” (Rumore)
 
“Un disco “suonato liquido” con le app dell’Iphone, ma ben riscaldato dai sapienti suoni analogici di Corzani ed Erica…Atmosfere cadenzate e dubbeggianti sostenute da bassi profondi e groove percussivi, sui quali si incastrano armonie arabe e spoken poetry visionari” (Il Fatto Quotidiano)
 
“Suoni sperimentali, ricercati, ma che trattengono sempre una buona dose di fuoco e calore…Un soul futuristico e futuribile” (Musical Box-Radio2Rai)
 
“Una sinfonia ben misurata di elementi analogici ed elettronici che non esce mai fuori tema” (Blogfoolk)
 
“Musica multipolare e piena di atmosfere diverse, ora rarefatte ora trascinanti” (Stereonotte-Radio1Rai)
 
“Il suono è ispirato innanzitutto dal dub quello primigenio giamaicano dei primi anni ’70 filtrato però con influenze contemporanee, dove il dubstep più sperimentale e atmosferico si incrocia con registrazioni naturali ed una organicità ipnotica ed affascinante. “Liquidè un disco che non teme il confronto con le produzioni internazionali, ed in tempi globali e mossi da una nuova fruizione della musica è un importantissimo punto a favore del progetto” (E20)
 
“Imput elettronici e analogici, percussioni diluite con il violino di Erica Scherl, dualismi imprevisti e imprevedibili e soprattutto manciate di groove denso e distorto. E poi ancora impressioni dub, sfumature etniche, improvvise svolte jazz. Un viaggio di vibrazioni e dicotomie sorprendenti dentro e attraverso gli universi del mondo”  (Corriere di Romagna)
 
“Grazie a violino, basso, laptop e qualche applicazione per smartphone, i due musicisti creano splendidi ambienti sonori, che riescono allo stesso tempo a modellare lo spazio e ad adattarsi ad esso”  (Radio Città del Capo)
 
“Una riuscita miscela di spoken poetry, ambient, suoni elettronici, loops, apps per Iphone” (Musica Jazz)
 
“Appena Valerio Corzani e Erica Scherl hanno cominciato a suonare,  sarà stata la loro musica psichedelica, il basso di Valerio suonato dentro una tinozza di plastica, il violino elettrico stropicciato di Erica, saranno state le immagini di Derek Jarman che avevano alle spalle, sarà stato forse il Nieddera, ma io ho cominciato, lentamente, ad avere tutte le parole mescolate. E me ne sono andato dentro il loro trip” (Dromosfestival.it/dromodiario#3)
 
“Sempre su un range ipersofisticato e moderno si muovono le ultime produzioni della Minus Habens che con Interiors propone letteralmente un “arredamento sonoro per ambienti” attraverso questi liquidi interiori intesi come flussi di coscienza. Il violino di Erica Scherl percorre melodie ipnotiche e talvolta pungenti, accompagnato dai poderosi groove dub di Valerio Corzani (Mau Mau, Gli Ex). Il risultato é bizzarro, ma coinvolgente: è inevitabile che il suono del violino ammanti di struggente malinconia l’intero progetto, ma non credo proprio che sia un caso. Liquid emotivamente è un viaggio nel ricordo, nell’ interpretazione del passato, ma non per farlo divorare da rimorsi o mancati successi, piuttosto per risvegliarlo e, attraverso il suono, riportarlo in vita e ridargli colori vividi. La classificazione musicale del lavoro non è facile, ma lo disegnerei come una sorta di “dub da camera” contrappuntato da un io narrante sempre in sintonia e a tempo, soprattutto per il fatto che il violino dell’ artista riesce sempre a non spallare le sonorità di Corzani preferendo piuttosto danzare i groove alla Mad Professor, ma rigorosamente in tutù. Musica per far l’amore, musica per sfogliar le foto della propria vita e di chi ci ha accompagnato su questa nave”.  (Sodapop)