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THE COMPUTERS – Intervista al batterista Aidan Sinclair

THE COMPUTERS – Intervista al batterista Aidan Sinclair

Come vi trovate in Italia, è la prima volta che venite qui?
L’italia ci piace molto, di qui amiamo il cibo e il panorama. Torino è molto bella, siamo già stati in territorio italiano l’anno scorso a Ivrea, per “A night like this Festival”, li abbiamo mangiato davvero bene, ancora oggi ci ricordiamo dei loro famosi involtini al formaggio.
 
Quale è l’origine del vostro nome?
Quando la band si è formata era un periodo in cui andavano di moda i nomi molto semplici che riprendessero le cose comuni di tutti i giorni, c’erano i “the spoon” “the  table” “ the bridge “. Così il giorno in cui ci siamo riuniti e abbiamo fondato la band, cercavamo il nome, eravamo in una stanza e li nell’angolo abbiamo visto un computer sul tavolo, così ci siamo guardati e abbiamo esclamato: “The computers “!!
Ci sembrava davvero strano che un nome così bello e semplice non fosse già stato preso da qualche altra band, ne eravamo felicissimi.
 
Faccio fatica a  collocare la vostra musica in un genere specifico. Il vostro sound è contaminato dal punk, pop, garage, addirittura soul…come riuscite a “gestire” tutti questi stili e nello stesso tempo mantenerne uno vostro?
Parte tutto dalla voce ( punto saldo del nostro gruppo ), la melodia e i sentimenti delle canzoni. Parliamo di un lungo processo che ci ha permesso di reinventarci e di tenere ben salda l’identità dei The Computers.
Ma una cosa rimane sicura, amiamo il rock’n’roll, e lo rivisitiamo in maniera intensa , ogni membro contribuisce con la sua visione e i suoi gusti.
 
“Birth/Death” è il vostro terzo album.  Puoi raccontarcelo?
C’è Soul, c’è Rock’n’roll c’è Pop: tutto in favore del groove. Possiamo considerare Birth/Death come il nostro secondo album  e credo sia un passo avanti rispetto all’album di prima, abbiamo posto molta più cura alla composizione dei brani.Durante la registrazione dei pezzi abbiamo passato momenti davvero divertenti, ma sono poi i live quelli che ci piacciono di più. Ti suonerà strano ma la parte finale di un concerto, per noi, è la migliore, in quel momento c’è un senso di realizzazione. E poi, una volta finito il concerto, può cominciare l’afterparty.
 
In questi anni otre a cambiamenti musicali, avete subito anche cambiamenti visivi dal punto di vista del vestiario e del vostro modo di presentarvi sul palcoscenico.Quanto è importante per voi lo stile  e quanto identifica la musica di un artista o di una band?
Come ogni cosa che caratterizza una vita vissuta al massimo, i cambiamenti devono avvenire e noi dobbiamo adeguarci a questo senso di svolta. Abbiamo cambiato molto spesso stile e modo di vestirci, perché le persone rappresentano la musica che fanno.Come cambiava la musica cambiava anche il nostro modo di essere interiormente e esteriormente.
 
SARAY GARDEN

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Band:
Alex Kershaw – lead vocals, guitar
Fred Ansell – guitar & piano
James Mattock – guitar
Thomas McMahon – bass guitar
Aidan Sinclair – drums

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