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Sig.Solo: un cantautore dal nome solitario, ma che in realtà  suona anche “in compa …

Sig.Solo: un cantautore dal nome solitario, ma che in realtà  suona anche “in compa …

L’artista che andiamo a intervistare oggi fa parte di quell’etichetta discografica bolognese originale e sempre curiosa di scovare nuovi talenti che è “Garrincha Dischi”. Sig. Solo è un nome non nuovo alle orecchie dei cultori della scena cantautoriale “alternativa” italiana: ex tastierista del “genio pop-porno” Dente, ritorna in pista a sette anni dal suo esordio con l’album “Sexsation”.

Il titolo dell’album “Sexsation” è un evidente gioco di parole tra i vocaboli “Sensazione” e “sesso”, uno degli “dei” più venerati dalla nostra società consumistica che tanto ne parla e (forse) poco ne fa: vuoi raccontarci da cosa nasce la scelta di questo titolo?
Al di là del fatto che se ne parli molto e che se ne faccia poco, o viceversa (c’è anche questa versione meno mediatica e più provinciale), ciò di cui mi sono accorto ascoltando le canzoni a lavoro ultimato, è che il tutto era attraversato da una serie di sensazioni appunto, anche molto differenti fra loro, ma sempre se vogliamo riconducibili a quella pulsione, quell’istinto naturale, fisico o/e mentale di attrazione verso un’altra persona.

L’album parte in maniera allegra e scanzonata con ritmi quasi latineggianti e testi leggiadri, ma non leggeri. Si parla di un incontro “esotico”, di sole e di un’estate gioiosa per poi iniziare a rivelare qualche “oscurità” già a partire dal terzo brano “Quasi abbastanza” dove iniziano a delinearsi tematiche differenti legate alla precarietà esistenziale della vita: è stata una scelta voluta quella di iniziare in maniera gioiosa per poi -pian piano- andare a far defluire i toni fino a renderli sempre più malinconici?
No, la scaletta l’abbiamo pensata ad orecchio ovvero in base alla fluidità musicale di ciascun brano vicino al precedente e al successivo. Quindi direi che è casuale quello che succede a livello di suggestioni e sensazioni.

Sempre da un punto di vista dei contenuti “Sexsation” tratta spesso e volentieri il ruolo della “paura” (termine ricorrente nei testi) e la voglia di superarla: tu che rapporto hai con il coraggio? La musica è un mezzo per superare le fobie?

La paura intesa come prudenza, eccessiva razionalizzazione delle situazioni, rassegnazione, è trattata in termini di esortazione a superarla, tanto quanto in ammissione di non esserci riusciti. Il modo di porsi nei confronti di questi sentimenti naturalmente, cambia da persona a persona e nella stessa muta con il passare del tempo.  La musica sì potrebbe essere un modo per superare le fobie, tanto quanto qualsiasi altra condizione, che permetta ad una persona di sentirsi in qualche modo realizzata e a fuoco su se stessa.

“Missili” è stato scelto come primo singolo: in un’epoca di guerre come quella che stiamo -ahimè- attraversando la tua “dichiarazione d’amore all’universo con le sue miserie e le sue esplosioni” mi è sembrata sicuramente un bel biglietto da visita: trovi che l’ “arma” della musica sia ancora valida nel mondo d’oggi?
Mi piacerebbe moltissimo, ma  se non c’è riuscito Lennon con Imagine, che ti fa piangere, ti fa ridere, ti fa venire voglia di fare all’amore,  mi viene da dire che è una buona arma ma ancora lontano dall’essere sufficiente…evidentemente manca orecchio…anche questo, un casuale dono naturale…non equamente distribuito.

La tua figura artistica è molto interessante e parte da molto lontano: nel 1996 infatti scrivevi musiche e testi per la tua band “La Spina” per poi iniziare a collaborare col famoso cantautore Dente nel ruolo di tastierista e arrangiatore incidendo poi tu stesso un cd nel 2008.Come mai hai fatto passare 7 anni per pubblicare un nuovo album?
L’esperienza “La Spina”, band nella quale militava lo stesso Dente, è stata ovviamente il primo modo di dare voce ad un’ esigenza, una passione forte per la musica con la quale ero venuto a contatto fin da piccolo, grazie anche ai vinili  che ascoltava mio fratello più grande. Il cammino è poi virato in maniera naturale nel percorso artistico molto stimolante e impegnativo con Dente, che unitamente ad altri impegni, proprio per una questione di poco tempo a disposizione , ha determinato il trascorrere di questi anni prima della pubblicazione di questo lavoro, che infatti ha avuto una gestazione non proprio breve.

Vuoi parlarci dei “Superstars” che suonano assieme a te? Credi che la collaborazione e l’interscambio di idee tra musicisti oggi come oggi trovi giovamento nella coesione piuttosto che nella competizione?
Non credo sia una regola generale, ogni artista deve essere in grado di sentire dentro di sé cosa è meglio per lui,  in un determinato momento. Il primo disco l’ho fatto da solo con una sola tastiera…vedi, non ho chiesto aiuto nè ad altri musicisti nè a tanti strumenti musicali. Con Sexsation ho sentito l’esigenza contraria di affidarmi ad altri e lasciarmi trasportare, così ho rubato per un po’ alle loro vite, un altro paio di amici oltre al mio compagno di avventure Gianluca Gambini; dire che sono entusiasta del percorso è dire poco, le fasi di imbastitura dei brani sono state parecchio rilassate e divertenti grazie a Marco Delazzari e Andrea Maffini. La parola competizione in ambito musicale, la associo sempre a cattive vibrazioni fin dai contest giovanili.

Betty Davis e James Brown, lo stile come elemento necessario, le stelle, (elementi che rimandano ai testi di realtà musicali quali “Baustelle” e “Il Genio”)fanno immediatamente venire in mente un tema cocente: cosa ne pensi del connubio musica /immagine e -soprattutto- tu come ti poni in questo senso? Dai importanza a come appari,
Sì devo dire che il lato glamour nella musica mi ha sempre affascinato moltissimo, musica e immagine quando ben connesse creano il cocktail perfetto irresistibile e credo che ogni artista abbia a suo modo la possibilità di crearselo, questo per dire che non è necessario essere David Bowie, ma trovare una connessione fisico/visiva con quello che si propone è fondamentale e le possibilità sono infinite, ce n’è per tutti.  Questo cocktail è il contenuto.  Nel disco precedente c’è un pezzo che si chiama L’Astro nella Manica, per dirti che le stelle, anche per me hanno sempre una massiccia dose di fascino.

Oltre alle band che abbiamo citato prima i rimandi stilistici sono inevitabilmente ricollegabili a Lucio Battisti : che ne pensi di questo grande artista? Credi ci sia ancora spazio nel nostro paese dominato dai talent show per il cantautorato puro?
Guarda io francamente non pensavo che emergessero questi rimandi stilistici dal mio lavoro, ma certo se così è, la cosa mi lusinga molto; Battisti sbalordisce per arrangiamenti e melodie sublimi, un musicista incredibile, sensibile e attento e molto molto versatile, questa a mio avviso è stata la sua forza, suonare il funky come gli americani sul finire degli anni 70 eccezionale. Poi arriva UNA GIORNATA UGGIOSA che è il mio album preferito e si cambia ancora. Musicalmente è molto stimolante cambiare direzione. Non seguo i talent, ma i cantautori sì, ci sono e sono un’altra cosa.

Hai affermato che il tuo ultimo album non sia stato affatto “ragionato” ed è assolutamente apprezzabile il fatto che un artista si prenda la libertà assoluta di creare ciò che maggiormente ama senza farsi problemi riguardo a come verrà recepito dal pubblico: la tua casa discografica “Garrincha Dischi” ti da questa libertà? Cosa ne pensi della musica autoprodotta?
E’ così, abbiamo lavorato in assoluta rilassatezza seguendo percorsi non prestabiliti, non avevamo scadenze da rispettare, abbiamo seguito il flusso delle idee fino a che ci siamo trovati fra le mani il disco finito. Questo è il metodo che preferisco, al di là che si tratti di una autoproduzione o di un prodotto discografico più strutturato; per quel che mi riguarda la produzione artistica necessità sempre di una profonda tranquillità,  di tempi dilatati, di illuminazioni improvvise,  di riflessioni,  affinché l’idea possa nascere, farsi strada dentro l’animo dei musicisti, essere educata, curata, come un sano prodotto

Dopo la pubblicazione del tuo primo cd hai affrontato un lungo tour: preferisci l’esperienza di registrazione e/o il live a contatto col pubblico?
Non credo di preferire una cosa ad un altra, per il mio carattere posso dire che l’esperienza live di un nostro show, pur lasciandomi esausto, mi regala una pace interiore che fatico a descrivere, un antistress contro i ritmi serrati della giornata, quando c’è un concerto, questo diventa spesso l’epilogo di una settimana nevrotica a pieno ritmo….qui liberiamo tutta la nostra energia buona e cattiva e vedo che il pubblico ne è positivamente rapito della madre terra, per poi restituire e donare agli ascoltatori un tesoro prezioso. Garrincha Dischi ha apprezzato subito e sinceramente il nostro lavoro e ne siamo molto onorati.

Ringraziandoti per la disponibilità chiudiamo qui l’intervista consigliando vivamente l’ascolto di “Sexsation” agli amanti del cantautorato italiano, ma anche a chi -semplicemente- abbia voglia di ascoltare bella musica.
Grazie a te

DAFNE D’ANGELO

Se volete ascoltare la musica di Sig.Solo collegatevi qui:
Canale youtube: https://www.youtube.com/user/garrinchadischi2
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/pages/Sig-Solo/176192065752787