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MIKE TERRANA – Intervista al mitico drummer: “Il rock‘n’roll sta morendo”

MIKE TERRANA – Intervista al mitico drummer: “Il rock‘n’roll sta morendo”

Mike Terrana è un batterista formidabile, con una lunga storia alle spalle costellata di successi e collaborazioni con tantissime band del panorama rock e metal mondiale, e abbiamo avuto l’onore di intervistarlo prima della clinic che ha tenuto a Dicembre all’Alchemica Music Club di Bologna per l’istituto di Alta Formazione Musicale “John Bonham”.
 
Ciao Mike, benvenuto sulle pagine di Tuttorock!
Ciao a tutti quanti!
 
Visto che spesso vieni chiamato come session, come ti prepari per suonare diversi generi musicali, dato che hai suonato in band e con artisti di generi più disparati, da Axel Rudi Pell, a Steve Lukater, a Tarja ai Rage, dai Masterplan ai Vision Divine?
Beh sai, ogni artista è diverso, ha un diverso metodo di lavoro, quindi devo farmi prima un’idea della persona con cui lavorerò, come registra, come suona, e molte volte il ruolo è quello di comprimario quindi il mio lavoro è fare ciò che loro vogliono che faccia. Non sono così libero di fare le cose che vorrei fare e che mi piacciono, ad esempio con i Rage ero abbastanza libero, con Axel Rudi Pell invece per nulla. D’altra parte devi suonare seguendo la loro visione: ad esempio con Tarja potevo fare fare alcune cose all’interno della struttura della sua musica. Bisogna sempre mettersi nei panni di un batterista: se il tuo gruppo sta suonando un hard rock di stampo abbastanza semplice e immediato, non puoi di certo metterti a suonare pazzi passaggi fusion o fare assoli complicati e non attinenti. Se hai firmato un contratto, rispetti ciò che la band che ti ha assunto vuole che tu faccia, la cosa più importante è rimanere open-minded e easy-goin’. Molte persone non sono in grado di scendere a compromessi in questo senso, non è facile essere un side-man, è strano, devi essere in grado di spegnere il tuo ego.
 
Come sei riuscito ad amalgamare il tuo stile con la musica dei Vision Divine?
E’ divertente, non conoscevo i Vision Divine, ma conoscevo Fabio (Lione, n.d.r.) da moltissimo tempo, lui sapeva che a quel tempo vivevo in Italia, e quando mi ha chiesto di entrare nei Vision Divine non ero sicuro che mi sarebbe piaciuta la musica della band, ma mi sono reso conto che sembra costruita sul mio stile, si adatta perfettamente, ed è stato davvero naturale anche se non semplicissimo, ho impiegato un po’ di tempo per imparare i brani perchè sono canzoni complesse, e i membri della band sono tutti degli ottimi musicisti. Tra l’altro ci sono davvero molti musicisti talentuosi in Italia, molti non sanno che una buona fetta di musicisti austriaci, piuttosto che tedeschi, vengono proprio in Italia a studiare perchè questo è il posto giusto dove stare per la musica.
 
C’è un musicista o una band con cui vorresti suonare ma non sei mai riuscito a farlo?
Beh, questo ti può sembrare assolutamente fuori testa, ma mi piacerebbe davvero suonare la batteria per gli AC/DC! Molti pensano che sia una cosa semplice, ma vi posso assicurare che non lo è per niente, e lo so bene perchè ho suonato in una cover band degli AC/DC quando vivevo ad Amburgo che si chiamava Bon Scott, ed è davvero per nulla semplice.. Sono davvero una grande band, usano un sacco di 4/4 con dei passaggi difficili, ma devi tenere il groove e rispettare lo spazio e le canzoni sono bellissime, loro sono la più grande rock band del mondo e fanno un tipo di musica che può essere compresa e apprezzata da tutti.. Sarebbe bello poter suonare con gli AC/DC, ma credo che la finestra di opportunità non sia vicina, loro stanno invecchiando, ma anche io.
 
Come hai creato il tuo sound così particolare e riconoscibile?
Il mio sound si è creato negli anni ‘60 e ‘70, quando la gente ancora suonava realmente, ci si trovava in studio di registrazione e si suonava tutto il brano, dall’inizio alla fine, e non si usavano i computer per aggiustare gli errori, semplicemente non bisognava farne. Sono cresciuto ascoltando batteristi come John Bonham, Ringo Starr, Ginger Baker, Mitch Mitchell.. Questi sono batteristi veri! Voglio dire: io ancora guardo e ascolto Tommy Aldridge dei Whitesnake, suona davvero bene. Oggi spesso mi capita di sentire gente che su disco suona meravigliosamente, ma in live sono deboli e penso “Oh mio dio, ma è tutto computer, tutto artefatto”. Quindi il mio sound cerco davvero di svilupparlo partendo dagli anni ‘70, anche con Alex Van Halen, che spacca davvero anche se è uno dei batteristi più sottovalutati, ha davvero delle belle idee, contaminate anche dalla ambient music. L’anno scorso sapete chi ha vinto il premio come miglior batterista dell’anno? John Bonham! E’ morto da diversi anni (1980, n.d.r.) ma ha comunque vinto lui. Poi vai a comprare le riviste specialistiche di chitarra e chi trovi in copertina? Jimi Hendrix! Anche lui è morto quando aveva 27 anni, molto tempo fa (1970, n.d.r.)… Dove sono le nuove generazioni? Dov’è il nuovo sound? Questo è uno dei motivi per cui ho scelto di lasciare i Rage, perchè volevano inserire samples nelle mie tracce di batteria… gli avrei voluto dire: lasciatemi in pace, smettetela di correggere le mie parti al computer e lasciatemi esprimere liberamente!
E’ una cosa che secondo me pesa negativamente sul rapporto tra i membri della band, gruppi come i Queen erano organici, perfettamente integrati tra loro, la chimica era altissima, così come i Van Halen, la percepivi ascoltandoli… è adesso è tutto diverso: il computer l’ha uccisa!
 
Che consiglio daresti ai musicisti che cercando di emergere?
Questa è una domanda complicata… ai ragazzi che vedrò più tardi non dirò certo “Hey ragazzi, questo è ciò che ho fatto io, dovete farlo anche voi, e quando uscirete dalla scuola ce la farete!” anche perché la realtà nel rock and roll è un’altra: per quasi tutti non è un vero lavoro. Non credo veramente nella scuola, non ho mai preso lezioni, sono autodidatta, e questo ha sicuramente influenzato il mio stile; ho di certo dei problemi, ma cerco di risolvermeli da solo e penso che questo sia il modo migliore di procedere; ciononostante mi sono ispirato parecchio agli altri batteristi: li osservo e a volte cerco di emulare qualcosa che hanno fatto, ma mantenendo il mio tocco, non diventando un clone. Sono stato influenzato da Terry Bozzio, John Bonham, Alex Van Halen, Tommy Aldridge, Cozy Powell, e a tratti lo sono ancora. Ho 56 anni adesso, conosco Tommy Aldridge di persona, ci salutiamo, parliamo, lui sa chi sono io, ma non mi sono mai reputato allo stesso livello, non sono al suo livello e non lo sarò mai. Molte persone suonano la batteria per hobby, alcune lo hanno fatto diventare il loro lavoro, e quando diventa il tuo lavoro è abbastanza scioccante; io sono nell’ambito professionale da circa 35 anni, e vorrei dire ai ragazzini che si avvicinano allo strumento prima di tutti di divertirsi. Ho iniziato a suonare la batteria perchè volevo divertirmi, poi mi piaceva così tanto che non riuscivo più a fermarmi e ancora non ci riesco, credo che suonerò fino alla fine della mia vita. Oltre al divertimento, se volete farne un mezzo di sostentamento, tenete duro e allacciate le cinture, è una corsa sull’ottovolante; uno stile di vita pieno di sacrifici, a differenza di quanto 
 
So che ascolti musica di generi diversi, attualmente c’è un disco che non riesci a smettere di ascoltare?
Beh in realtà non sto quasi più ascoltando musica, perchè ne suono tantissima e quando ho dei momenti liberi mi piace passarli immerso nel silenzio; così di solito evito, e se lo faccio, ascolto la mia musica, le mie registrazioni, per analizzarmi o imparo i pezzi di altri progetti.
Se proprio devo dirvi cosa ascolto… beh a volte, per divertimento, ascolto i Blink 182, mi piace Travis Parker e mi piacciono le canzoni, ascolto gli Angels and Airwaves o mi butto nella musica anni ‘70, alle mie radici riascoltando i vecchi Genesis, adoro “The Lamb Lies Down On Broadway”, lo ascolterei per ore. Non credo siano state fatti altri dischi come questo, al giorno d’oggi… potrei menzionare dischi che nessuno conosce, ma ho l’impressione che la musica abbia perso il suo valore: internet, le persone che comandano il music business, praticamente l’hanno distrutta. Io non capisco come possano fare i giovani, la gente incide cd, e se compri ad esempio un pc non c’è neppure il lettore, ormai i cd sono le VHS della musica! Ormai siamo tutti abituati ad avere le canzoni che ci piacciono liberamente disponibili sul proprio cellulare, non vi sono più negozi di dischi e tutto sta cambiando, anche youtube potrebbe essere una lavagna per persone piene di odio, trovo continuamente commenti negativi, ma anche positivi, non si ha un riscontro reale, per cui ho smesso di leggere i commenti! Gene Simmons, che è nel music business da così tanto tempo, ha dichiarato che il rock è morto e io mi sento d’accordo con lui; probabilmente non è morto del tutto, ma di sicuro sta morendo. Mi dispiace per le giovani band, come quelle che hanno suonato prima di noi ieri sera, tre band che si sono avvicendate sul palco, e i cambi palco sono così stressanti, con i tempi stretti, e l’organizzazione. Poi il pubblico non compra più cd, merchandise, nemmeno più le magliette, la gente credo che sia satura e per questo sono davvero dispiaciuto.
 
A parte i Vision Divine, attualmente hai altri progetti?
Sto lavorando di nuovo al progetto che avevo nel 2014 con Tarja Turunen (Beauty and the Beat,N.d.R.) che tra l’altro è stata una mia idea anche se molti non lo sanno. Il nuovo progetto si chiama Beauty of the Beat e ora ho una nuova cantante, Erika Bianchi, e abbiamo scritto quattro nuovi brani insieme al mia chitarrista, Antonello Pudva e sta funzionando! Abbiamo il video online su Youtube, andate a vederlo, il titolo è “Here And Now” e sto mettendo molto impegno in questo progetto. Inoltre sto riformando un vecchio progetto personale, The Mike Terrana band, in quanto il primo tentativo non è andato esattamente come avrei voluto. Sono molto impegnato quindi, ho alcune band, faccio molte clinic di batteria e sto iniziando un ulteriore progetto con 2 batteristi molto dotati; si chiama “Generation 3”. Un batterista è originario della Repubblica Ceca, ha 24 anni e si chiama Dali Mraz, è davvero brillante, un genio, mentre l’altro batterista è ungherese ma vive a Los Angeles, si chiama Gergo Borlai e anche lui è molto capace e divertente da guardare. Lo show siamo noi 3 che suoniamo, accompagnati da basi musicali, dove nessuno fa lo splendido cercando di risultare migliore degli altri, ma dove ci completiamo ed interlacciamo a vicenda, è una cosa divertente da vedere!
 
ALESSANDRA MERLIN
 
 
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