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LOUDNESS – Intervista a Akira Takasaki, il leggendario chitarrista e fondatore della sto …

LOUDNESS – Intervista a Akira Takasaki, il leggendario chitarrista e fondatore della sto …

I Loudness fanno parte della storia dell’heavy metal e arrivano dal Paese Del Sol Levante. Hanno scritto alcune delle più belle pagine dell’heavy metal, hanno attraversato quasi quattro decadi e hanno sperimentato vari generi musicali, rimanendo sempre in un contesto metal. Hanno superato la scomparsa di Munetaka Higuchi, il batterista e membro fondatore dei Loudness insieme al chitarrista Akira Takasaki e proprio con lui abbiamo parlato del passato, del presente e del futuro dei Loudness.
 
Ciao Akira e benvenuto tra le pagine di Tuttorock.net, per noi è un onore ospitare una band leggendaria come i Loudness. Torniamo indietro nel tempo come sono nati i Loudness?
I Loudness sono una band di quattro elementi formata ad Osaka nel 1981. Volevamo formare una band che potesse andare oltre il Giappone, diventare una band internazionale. Io e Munetaka (Higuchi, il vecchio batterista, purtroppo scomparso anni f,a  nda), andavamo allo stesso liceo, facevamo parte dello stesso club musicale. Conosco Masayoshi (Yamashita, il bassista ancora oggi nella band, nda), si da quando eravamo piccoli. Masayoshi mi aveva consigliato un cantante, Minoru (Niihara, il cantante ancora oggi in formazione, nda) e ha passato subito l’audizione.
 
Verso la metà degli anni ottanta siete usciti fuori dal Giappone e avete avuto successo anche in Occidente. Cosa ricordi di quegli anni?
Quello è stato il momento migliore della nostra carriera, perché molti dei nostri sogni si erano avverati. Mi è piaciuta molto la vita da rocker negli Stati Uniti e in Europa, è stato sicuramente un momento folle e appariscente.
 
Mi ricordo che siete apparsi anche nello storico concerto del Live Aid, con un collegamento dal Giappone, avete dato il vostro contributo ad un grande festival molto importante, l’unica band heavy metal presente.
Si, ricordi bene, abbiamo partecipato al Live Aid per l’Africa e eravamo in collegamento dal Giappone, ma non solo, abbiamo partecipato anche al Concerto per la Pace ad Hiroshima per la pace nel mondo, sempre negli anni ottanta. Ultimamente abbiamo suonato al Rock Beats Cancer per sostenere fondi per il cancro infantile. Siamo sempre stati molto disponibili per concerti di beneficenza.
 
Avete avuto anche un cantante occidentale, Mike Vescera, perché questa scelta?
Uno dei nostri produttori ci aveva raccomandato Mike Vescera mentre stavamo registrando “Soldiers Of Fortune” negli Stati Uniti. Poi lo abbiamo portato con noi in Giappone ed è rimasto un po’ con noi. Mi è sempre piaciuta la sua voce potente e acuta.
 
Come è nato il vostro amore per l’heavy metal?
Quando ero piccolo i miei fratelli suonavano sempre musica rock, quindi ascoltare rock è stato sempre molto naturale per me. Quando avevo undici anni ho iniziato ad ascoltare gruppi storici come Deep Purple, Led Zeppelin, Grand Funk Railroad, ecc.
 
Con l’arrivo del nuovo millennio avete esplorato sonorità più alternative e moderne, perché?
Ho sempre suonato il rock come volevo. Da qualche anno mi piace anche l’alternative e il grunge. La buona musica è buona musica indipendentemente dal genere a cui appartiene.
 
In Giappone siete sempre stati una leggenda, come è stato il periodo occidentale?
Penso che anche quando suonavamo esclusivamente in Giappone, abbiamo creato buoni album che erano competitivi a livello internazionale. Anche se non suonavamo negli stati Unit e in Europa, abbiamo sempre cercato di creare album che potessero attirare anche l’Occidente e ci siamo riusciti. Nell’ultima decade, grazie al supporte del web, di Youtube, i nostro dvd, la nostra musica ha raggiunto l’altra parte della Terra e molti sogni si sono avverati e continuano ad avverarsi.
 

Ultimamente siete tornati ad un sound più metal, perché?
Credo che suonare concerti con soli set classici ci abbia aiutati naturalmente a tornare ad un sound più heavy metal.
 
Quale è per te l’album più importante degli anni ottanta e perchè?
“Thunder In The East” del 1985, perché era amato dai fan rock di tutto ilo mondo.

Come darti torto? Quale invece quello degli anni novanta e perché?
“Loudness” del 1992, perché eravamo sicuri che intitolare l’album con il nostro nome facesse effetto
 
Quale quello del nuovo millennio e perché?
“Metal Mad” del 2008, l’ultimo album con Muntala Higuchi alla batteria. Quando abbniamo iniziato a registrare l’album lui era già malato di cancro e ha continuato a suonare fino alla fine delle registrazioni. Il suo modo di suonare trasuda rock dal più profondo della sua anima.
 
Un tuo ricordo di Munetaka Higuchi, un grande drummer!
Un giorno quando stavo suonando la chitarra nella sala del Music Club della scuola superiore, all’improvviso uno studente più anziano mi disse “Hei, ho sentito che sei molto bravo con la chitarra, suona qualcosa”. Ricordo chiaramente questa frase ancora oggi, non la scorderò mai. Era Munetaka e non avrei mai pensato che un giorno avremmo avuto una band e girato il mondo insieme.
 
Ora parliamo del presente, dopo “The Sun Will Rise Again” è in uscita “Rise To Glory” ne vuoi parlare?
Abbiamo iniziato a scrivere le canzoni quattro anni fa. Abbiamo raccolto i migliori riff di chitarra per creare un forte groove metal, abbiamo raccolto molte idee e unite a melodie semplici e d’effetto. E’ il nostro nuovo stile, duro e metal.
 
Le differenze tra i due album?
Il nuovo album è più solido e semplice rock.
 
Io direi anche molto heavy metal. “Rise” è una parola che appare nuovamente nel titolo di un vostro album, perché?
Abbiamo ancora l’ambizione di salire sulla scena.
 
Ci sono band giapponesi sia vecchie che nuove che consiglieresti?
B’z e Mari Hamada.
 
Questi nomi non li conosco, li terrò presenti, ma ne conosco molte, in Giappone avete una cultura musicale incredibile, non solo nel metal, ma anche nel progressive rock e nella fusion.
Mi fa piacere, mi vengono in mente anche i Flower Travelln’ Band Murasaki.
 
Verrete a suonare in Europa e in Italia?
Ultimamente abbiamo suonato in vari Festival europei. Per il futuro non lo so, ma tenete d’occhio il nostro sito web e la nostra pagina Facebook.
 
Quale sarà il futuro dei Loudness?
RISING, (Akira ci tiene alla maiusocola, nda), sempre crescente.
 
Chiudi l’intervista come vuoi per i vostri fan italiani e i nostri lettori.
C’è uno chef italiano qui? Buon Appetito!! Ahahahh!! 

Grazie, per me è sato un vero piacere parlare con voi, amo molti gruppi giapponesi, Loudness, Earthshaker, Vow Wow, Anthem sono tra i miei gruppi preferiti, ma anche gruppi più progressive come Ars Nove a Gerard e tra i miei chitarristi preferiti, il grande Akira Takasaki, lo conosci? e Kioji Yamamoto. Grazie ancora.  Domo arigatou.
Si, ne ho sentito parlare!! Ahahah!! Grazie, di cuore! 

FABIO LOFFREDO 

Members:
Minoru Niihara: Voce
Akira Takasaki: Chitarra
Masayoshi Yamashita: Basso
Masayuki Suzuki: Batteria
 
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