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LESSNESS – Intervista al cantante Luigi Segnana

LESSNESS – Intervista al cantante Luigi Segnana

Oggi siamo qui per una chiacchierata con Luigi Segnana così conosciamo il suo progetto solista chiamato Lessness e il suo primo EP dal titolo The Night Has Gone To War.

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Ciao Luigi e benvenuto su Tuttorock! Il 20 ottobre è stato pubblicato The Night Has Gone To War, come mai la necessità di un album solista e di un album così intimo e profondo?
Ciao Tuttorock! E’ un piacere avervi qui! The Night Has Gone To War è un album concepito in solitaria, non poteva che essere intimo, in senso estremo. Penso che ognuno di noi abbia dentro di sé nodi da sciogliere,  scioglievolezze da esperire, esperienze da interiorizzare, matasse interiori da sbrogliare, imbrogli da chiarire, paranoie da sogno, sogni da elaborare, incubi da smaltire e notti di cui vergognarsi la mattina dopo su un divano bevendo succo d’arancia. La necessità di un album solista è questa: elaborare il proprio mondo interiore, trovarne un senso e chiarirsi verso sé stessi. Una specie di catarsi, una liberazione interiore. Oppure semplice vanità. Decido poi.
 
Ho ascoltato l’EP e sembra di calarsi in un mondo dai toni pacati, dove ancora si chiede permesso, dove la musica è arte ed emozione.“Sette canzoni scritte in fredde sere invernali trentine e registrate in pomeriggi piovosi tra le montagne”, tu ne parli così ma come è stato concepito? Qual è la sua genesi?
E’ un EP strettamente notturno, è stato scritto – parlo della fase compositiva – interamente di notte, mentre fuori c’era vento e neve e ghiaccio. E’ stato concepito in questa condizione atmosferica e tutta l’ambientazione del disco ne è impregnata. The Night Has Gone To War è un EP fortemente emotivo che indaga il mio inconscio profondamente. La genesi è questa, affrontare sé stessi a fondo senza esclusione di colpi, sé stessi in relazione all’apporto emotivo dell’ambiente circostante. Ho cercato di esprimere musicalmente questa ricerca usando suoni bassi, profondi ma non debordanti per rendere l’idea di un viaggio attraverso la mia personale emotività, il mio sentire interiore.
 
Parli della “notte come metafora della vita”, cosa intendi con questa frase?
La notte è attrice principale di questo disco ed in esso è vista come metafora della vita, non in senso assoluto. In queste canzoni esprimo la necessità di attraversare il buio, prima di trovare un senso alla luce. In questo senso la notte, l’assenza di luce, è paragonata ai periodi della vita in cui cammini confuso ed un po’ alla cieca, sperando di non fare troppi danni a te stesso o agli altri. Ma l’accezione non è solamente negativa, la notte può assicurare protezione, stimolo alla riflessione ed è stimolo ad indagare dentro sé stessi verso la comprensione del proprio io. Alla fine di questo percorso è possibile trovare un senso anche a quello che ci circonda, magari non capirlo nella sua totalità, e trovare un proprio spazio confortevole al suo interno.
 
Il video di Where The Night Will Heal Our Pain  è una sorta di mini-storia, hai utilizzato il bianco e nero, è un video ipnotizzante e la valigia è un filo rosso sempre presente. Puoi parlarci del brano, di come è stato girato il video e della collaborazione con la regista Cecilia Bozza Wolf?
Sia il video di Where The Night Will Our Pain, che il video di Cwtch (il primo singolo dell’Ep) sono piccole storie (realizzate entrambe in collaborazione con Cecilia Bozza Wolf e Alex Zancanella), brevi racconti di vissuto o di vivibile. Parlano di caduta, riscatto, rimpianto, solitudine e di confronto con sé stessi. Where The Night Will Heal Our Pain, in particolare – parlo della canzone, tratta dell’incapacità percepita di affrontare qualcosa che esula ed è superiore alle nostre capacità di comprensione, immaginazione, ,o semplicemente, qualcosa di superiore alle nostre forze. E’ un viaggio notturno e, metaforicamente, l’attraversamento di un luogo senza punti di riferimento dove puoi contare solo su te stesso e sulla tua capacità di non farti ingannare dalle tue stesse percezioni. Ma non è un viaggio senza speranza, è un viaggio che porterà in un luogo sicuro, illuminato dalla luna, dove stare in pace con noi stessi e con chi ci ha accompagnato attraverso l’oscurità. Il video racconta una storia, seppur parallela, un po’ diversa rispetto alla canzone. Tutto parte da una valigia. Valigia che perseguita il protagonista e lo porta a scelte errate e al ripeterle in un crescente loop emotivo. Scelte che lo porteranno a dover affrontare sé stesso e le sue fragilità, i suoi errori e la tendenza alla ripetizione di schemi emotivi e comportamentali sempre uguali a sé stessi. Solo la rottura di questi schemi porterà portare a cambiamenti e relativi progressi nella vita del protagonista. Il video è stato girato con l’intenzione di creare una sorta di noir, dalle atmosfere oscure e senza colori. In slow motion, dando spazio alle microazioni, agli sguardi e alle emozioni del protagonista.
 
Ora presenterai The Night Has Gone To War dal vivo?
Al momento il live non è un’opzione di primaria importanza per me, sto lavorando a qualcosa di nuovo che uscirà a breve. Però l’idea di portare [lessness] live mi intriga e sto muovendo i primi passi in questo senso!
 
Grazie Luigi per questa chiacchierata e buona musica sempre!
Grazie a voi! A presto!
 
MONICA ATZEI
 

Artista: Lessness
Titolo: The Night Has Gone To War
Etichetta: Justin Jest Entertainment
Distribuzione Digitale: I Musician Digital
 
Tracklist 
Cwtch,
Where The Night Will Heal Our Pain,
Mala Leche,
The Night Has Gone To War,
TorchLight,
Where The Night Will heal Our Pain (Austin Leeds Remix)
Diwedd
 
more info:
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