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LA RAPPRESENTANTE DI LISTA – Intervista a Dario Mangiaracina

LA RAPPRESENTANTE DI LISTA – Intervista a Dario Mangiaracina

Ciao Dario benvenuto a Tuttorock. Partiamo con le chiacchiere. E’ stato inaspettato il vostro disco, trovo che Go Go Diva sia ancora più notevole e interessante..
Dario: Grazie , grazie mille.
 
In teoria se il mercato discografico desse giustizia a questo punto dovreste avere un successo bestiale..
(risate generali) Eh ma lo sai anche tu che non funziona così’ purtroppo, il fatto di fare un bel disco non vuol dire automaticamente avere grande successo.
 
Ma se doveste averlo, se domani scalaste la classifica ufficiale cosa fareste? Cambierebbe qualcosa?
Mah.. ho pensato subito soprattutto alle collaborazioni, a chi ci manca sul palco, se avessi possibilità vorrei una band ancora più ampia. Sicuramente nel live ci toglieremmo degli sfizi.
Oppure permetterci di fare uno spettacolo luci particolarmente forte. Poi l’unica cosa che vorrei fare di più è viaggiare e invece per questioni economiche spesso non è possibile.
 
Portereste il disco fuori dai nostri confini?
Quella di portare la nostra musica all’estero è un pallino che abbiamo da sempre. Non ci siamo mai concentrati pur scrivendo in italiano a targettizzare la nostra musica qui in Italia. Mi piacerebbe molto  investire dei soldi per potersi permettere un’uscita discografica verso l’Europa.
 
Non ti spaventa l’uso della lingua italiana.
Assolutamente no. Anzi penso che siamo in un periodo in cui culturalmente alcune differenze territoriali e’ giusto che possano essere portate avanti, anzi che possano essere molto apprezzate.
Faccio sempre questo esempio:  ci sono diverse band in Germania che scrivono in italiano. Una di queste ad esempio si chiama Itaca e scrive in italiano traducendo i testi con google translate, comunque usando un italiano maccheronico. Penso che l’italiano sia una lingua che può avere corso in Europa e non soltanto nel marcato latino, anche nell’ambito della musica indipendente internazionale. Vedremo.
 
Come sta andando -Questo Corpo- il singolo da poco uscito?
Sta andando molto bene, eravamo sicuri che sarebbe stato un buon apripista perché è il brano manifesto del disco, sapevamo che riuscendo a far passare Questo Corpo attraverso il video e il materiale promozionale che abbiamo creato, saremmo riusciti a far passare anche un po’ il disco, a permettere al disco di prendersi un po’ di attenzioni. Il video per me e’ stato uno dei momenti più felici che abbiamo avuto artisticamente, perché è stata molto brava Manuela di Pisa -la regista-, specie a rappresentare con pochi elementi ma molto efficaci..
 
Direi proprio di si, con pochi davvero è venuto fuori dal video una grande personalità. E quale sarà il secondo brano su cui punterete nel 2019?
Mah.. stiamo facendo una serie di valutazioni, uno dei brani che in qualche modo fa da contraltare se vuoi a -Questo Corpo-  e’ -Woow-, che tra l’altro è anche l’ultimo brano del disco. E’ il possibile secondo singolo perché rappresenta esattamente l’altra faccia di questo disco: quello fatto di desideri, quello più impalpabile.
 
Quindi non puntate su quel potenziale melodico che c’è nell’album, andate verso un pezzo che ha il suo testo importante…
Dici? Mah.. se vuoi darmi un consiglio lo accetto più che volentieri! (ulteriori risate)
 
Non mi permetterei.. però ecco penso a the Bomba e ad altri pezzi  che hanno un appeal esagerato.. e ne avete tanti, perché il disco è una vera e propria raccolta di singoli. Quindi ci sono delle possibilità interessanti ma dipende come e dove volete arrivare.
Comunque ognuno dei brani avrà giustizia… per esempio per -Maledetta Tenerezza- e per -Ti amo- abbiamo già programmato un video dal vivo assieme a dei performer:  video live, dove in una bella location suoniamo i brani accompagnati da un paio di performer che caratterizzino, dal punto di vista dell’immagine, il video… e poi proprio The Bomba, sicuramente uno di quei brani che dal vivo avrà la sua massima espressione perché è davvero ..esplosivo.
 
Infatti volevo proprio chiedervi come organizzerete questi nuovi live, ora c’è un’elettronica nuova, nuove basi. Siete già attrezzati?
Abbiamo aggiunto una batterista Marta Cannuscio che suona le percussioni e per questo live suonerà sia le percussioni elettroniche, quindi dei pad, che un fantastico flauto magico (ndr. sorta di synth).
Ma non abbiamo avuto grande difficoltà a riportare il disco nuovo dal vivo perché via via che io e Veronica scrivevamo i brani c’era sempre un momento in cui si provavano con la band, per suonarli assieme, anche prima di registrare il disco. Una cosa che avevamo già affrontato in passato.
 
Pur esibendo testi particolari dove traspare questa sensualità, questa rabbia, ho notato un cambio preciso dagli altri due album verso un sound più leggero e sicuramente più pop. C’e’ stata premeditazione? L’avevate pensato così il disco o e’ arrivato tutto inconsciamente?
E’ stato tutto assolutamente voluto. Quando abbiamo iniziato ad avere alcune di queste canzoni per le mani, e ci capitava di suonarle con un pianoforte o una chitarra, abbiamo subito capito che l’intenzione di queste canzoni era quella di mettersi addosso un vestito pop. Non potevano uscire diversamente. Tranne alcuni episodi come -la bomba- abbiamo mantenuto alcune delle nostre peculiari follie, tipo i cori all’unisono, avevamo già chiaro che avremmo avuto bisogno di una produzione molto “pop” perché le canzoni lo chiedevano.
 
Non avete paura che il vostro pubblico storico lo prenda come una sorta di tradimento?
Assolutamente no perché alla fine per quanto mi riguarda facevamo pop anche prima. Il nostro modo di fare musica pop, canzoni pop alla fine vuol dire fare canzoni d’amore e avere come intenzione che la canzone arrivi a più persone possibile. Non abbiamo mai avuto questo tipo di timore. D’altronde ad una settimana dall’uscita del disco i fan più “incalliti” ci hanno scritto ringraziandoci, alla fine penso si senta fortemente la cifra della rappresentante di lista, nella scrittura, nelle scelte armoniche, nella voce di Veronica.
 
Di dischi se ne vendono sempre meno. Di recente dagli Stati Uniti la notizia che le case discografiche hanno smesso di utilizzare e promuovere i cd.. e’ rimasto il vinile come supporto fisico. Pensi che questi ultimi vent’anni per un artista, un musicista in particolare, siano sinonimo di libertà’? Che questo sconvolgimento -fra internet e affini- abbia reso davvero più facile fare quello che desideri? O lo vedi come una restrizione, un caos e una difficoltà da affrontare?
E’ una domanda molto difficile perché entrano nella discussione anche tutta una serie di show televisivi, i talent. Il sogno di diventare artista è diventato un sogno mainstream. Sinceramente non penso che una situazione come quella di oggi in cui, volendo, un giovane cantautore ha la possibilità di pubblicare le proprie canzoni sia da ritenersi negativa. Si è alzato il rumore che bisogna superare per farsi ascoltare dal pubblico, perché la quantità di proposte di parole, di immagini, di suoni è veramente imbarazzante.
Io e Veronica quando stavamo scrivendo il disco abbiamo avuto dei momenti di crisi, in cui ci siamo davvero chiesti se aveva senso aggiungere, a questa enorme quantità di parole cantate, anche le nostre.
Quando fai questo mestiere ad esempio.. i social network si sviluppano con una rete di amicizie che lavorano tutte nel campo dell’arte, della musica: il tuo micro mondo che è quello che vedi sulla bacheca, quando apri facebook, è pieno di gente che fa questo mestiere. E’ pieno di proposte discografiche, di gente che ti chiede di aprire i concerti. Di band, di rapper che nascono come funghi. Io mi fido degli altri e quando c’è qualcosa di interessante da sentire aspetto che mi arrivi tramite un amico e cerco di affidarmi il meno possibile alla valanga di cose che mi passano davanti sulla bacheca.
 
Negli ultimi anni hai trovato qualche disco che ti ha segnato?
Ho difficoltà a parlare di dischi, il mio ascolto, rispetto alla produzione nuova, rimane isolato all’ascolto di qualche singolo. Rispetto alla musica italiana, Iosonouncane secondo me aveva fatto un bellissimo disco, e aspetto il suo nuovo. Oppure Laszlo De Simone lui mi è piaciuto.
Ma non sono uno di quelli che divora musica, mi rifugio nell’opera lirica quando devo ascoltare un po’ di musica che mi fa sentire bene.
 
Uau… Una provocazione. Un giorno La Rappresentante Di Lista potrebbe mai andare ad un talent?
No. (risate). No perché non condivido quel tipo di spettacolarizzazione emotiva. Non è il problema della kermesse musicale o della gara in sé che va anche bene, sono sempre esistite. Lo facevamo anche a scuola. Il problema è la falsificazione emotiva che c’è dentro quei contenitori televisivi. Io penso a quando la gente piange, a quando la gente si alza per delle standing ovation. Abituato ad andare a teatro, per me quando un teatro intero si alza in standing ovation vuol dire che ha visto qualcosa di eclatante, di clamoroso. Invece li, appena c’è un cantante che alza un po’ il tono o fa qualcosa di bluesy, subito uooo!!!! Quello è falso. Cioè gli stessi artisti non rivedranno quella cosa li fuori da quel palcoscenico. Quindi è falsità e ..(fa una pausa).. non m’interessa.
 
(Grande) .. per chiudere.. hai o avete un desiderio particolare per il 2019?
Di viaggiare di più e spero anche.. di trovare una casa finalmente. Una casa tutta mia.
 
PASQUALE SCEVOLA

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Musicisti:
Veronica Lucchesi (voce e cori) 
Dario Mangiaracina (chitarre, synth, piano farfisa, basso e voce)

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