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FEDERICO STRAGà – Intervista al cantante sul nuovo disco “Guardare fuori̶ …

FEDERICO STRAGà – Intervista al cantante sul nuovo disco “Guardare fuori̶ …

Federico Stragà, nato a Belluno il 10 luglio 1972, si avvicina alla musica a sedici anni e forma una band con alcuni amici. Nell’ottobre 1997 si iscrive all’Accademia di Sanremo e, superate tutte le selezioni, approda a Sanremo Giovani dove cattura l’attenzione dei produttori Mara Maionchi e Bruno Tibaldi con “La Notte Di San Lorenzo”. Nel 1998 partecipa al Festival di Sanremo tra le Nuove Proposte con il brano “Siamo noi”. Segue la pubblicazione dell’album d’esordio intitolato FEDERICO STRAGÀ. Domina la stagione radiofonica del 2000 con il brano “L’Astronauta”, apprezzato anche da Bobby Solo e Franco Battiato, che sono presenti in una versione remix. Nel 2001 esce il suo secondo album CLICK HERE, da cui vengono estratti altri due singoli di successo: “Cigno Macigno” ed “Eleonora non s’innamora”. Nel 2002 vince ‘Un disco per l’estate’ con il singolo “Il Coccodrillo Vegetariano”. Nel 2003 partecipa nuovamente al Festival di Sanremo nella categoria Big, interpretando “Volere volare” in coppia con Anna Tatangelo. Nel 2008, a sei anni dal suo esordio in un’inedita versione swing, esce il cd “Federico Stragà canta Frank Sinatra” che contiene alcuni tra i più grandi successi di The Voice. Questa interpretazione gli vale la partecipazione al Bologna Jazz Festival nel 2010 e il premio alla voce conferitogli dal Leggio D’oro nel 2013. Nel 2015 esce il suo nuovo singolo “Che Cos’è L’arte?”. Oggi Federico vive a Bologna.
Federico Stragà, piacere di reincontrarci, dunque abbiamo un nuovo album, cosa che per te è un poco un evento. In 20 anni di carriera è il terzo disco se non sbaglio.
Sì, in effetti diciamo tre dischi e mezzo, nel 2008 feci un album di cover di Sinatra, ero immerso nello swing ed anche nelle serate al Bravo mi dedicai a quello. Come album in italiano, effettivamente era tanto tempo che non facevo un album nuovo, e soprattutto, di canzoni mie.
 
Ho letto che comporre canzoni non fosse una cosa che ti piacesse molto.
Più che altro non ne sentivo l’esigenza più di tanto; mi ero sempre concentrato di più sul canto e mi interessava relativamente comporre. Poi ho scoperto questo aspetto e mi si sono aperte porte nuove. Poi valutando il tutto, anche rispondendo alle domande di chi mi intervista, mi sono reso conto che cambia un poco tutto parlare di canzoni che ho scritto io. Questo nuovo è un disco dove mi racconto molto e che mi rappresenta pienamente.
 
A cosa ti ispiri nella scrittura?
Dipende, cerco di catturare qualunque cosa, anche se devo dire che vado molto a periodi. In questo album ci sono canzoni come il singolo estratto (Ho esaurito la paura), che si ispira ad un libro per ragazzi che ho letto con mio figlio, “Non chiamatemi Ismaele”. Il libro tratta l’affrontare tutto e tutti senza la paura, avendo anche rischiato di morire qualche anno prima. Questo concetto di vincere la paura mi ha dato il la a questa canzone, ed in modo anche abbastanza veloce. C’è anche un’altra canzone cui sono molto legato, ‘Preferisco’, dove prendo spunto da alcune relazioni amorose di un mio amico. Comunque in generale le canzoni mi nascono quando butto giù due o tre frasi e nel contempo suono la chitarra.
 
Mi ha colpito per la sua freschezza e singolarità la canzone in cui ‘odi’ il bassista.
Quella del bassista ha la particolarità di essere una dichiarazione di odio, ma anche di affetto, verso un bassista che esiste veramente; ed a cui ho fatto suonare la canzone, ma senza che sapesse di cosa effettivamente si parlasse. Una volta che ho definito la versione finale, gliela ho mandata scrivendogli ‘ecco la canzone che hai suonato, dimmi cosa ne pensi’. Mi ha telefonato tra il serio ed il faceto, accettando questa dichiarazione di odio/amore con il giusto spirito; mi ha fatto molto piacere.
 
Leggendo tue precedenti interviste, affermavi che non scrivevi tanti dischi perché amavi molto suonare dal vivo. Oggi trovare spazi dove suonare quanto è difficile? O si riesce ancora bene?
Il mondo della musica oggi viaggia verso il buio infinito, sia per la vendita dei dischi, che per quanto riguarda la musica dal vivo. Ci sono vari aspetti da valutare, anche contrastanti tra di loro; la gente ritengo ascolti la musica in modo superficiale, andando, nel caso del pop, verso una banalizzazione della musica cercando più il tormentone che la qualità. Mi ricordo che quando ascoltavo i dischi dei miei cantautori preferiti, li consumavo in casa, in auto, ovunque; mi pare che oggi ci sia il modo che se ti piace subito va bene, altrimenti si passa ad un’altra.  Devo anche dire che vedo come le persone non siano più disposte a comprare dischi, avendo disponibilità di tanta musica gratis, cosa ovvia, ma vanno però a tanti concerti disposti a spendere cifre importanti e farsi anche carico di molti chilometri. Io ho registrato questo mio disco usando pochissima elettronica, ma tanti strumenti, pensando proprio di andare a suonare dal vivo.
 
Nel disco ci sono anche assoli molto belli, sono tuoi o hai dei musicisti?
Ho tanti musicisti bravissimi del giro che hanno suonato, con molti ci conosciamo da anni, altri vengono con me nei live, io ho suonato in tutti i brani la chitarra acustica.
 
Hai suonato swing, pop, cantautorato, in quale genere ti trovi meglio?
Dipende, se penso alla musica con cui sono cresciuto siamo ai cantautori, Dalla, Carboni, De Gregori e via dicendo, ascoltandoli veramente tanto. Poi ho questo amore per lo swing che mi è durato tanti anni ed è ancora parte di me, non solo Sinatra, ma anche Ella Fitzgerald e Tony Bennett per dire. Mi rendo poi conto che negli ultimi ascolto poca musica, posso fare un viaggio anche lungo in totale silenzio, non so perché, quando penso di ascoltare musica mi viene qualcosa di sottofondo, di rilassante.
 
All’inizio della tua carriera Mara Maionchi è stata molto importante, ha un carattere così difficile come si dice?
Se mi permetti la battuta, ribalterei, sono io che sono stato importante per lei e non viceversa. Mara Maionchi e Alberto Salerno (il marito), sono stati importanti per me dandomi dei bei voti a Sanremo e portandomi al festival, perché mi avevano giudicato bravo. Poi loro sono diventati produttori del mio disco, i soldi del mio disco sono di proprietà della BMG, loro due erano i miei produttori artistici. Fatto Sanremo, dove io non ebbi un risultato clamoroso, abbiamo perso i contatti; come tanti produttori loro mi aiutarono a salire sulla barca, essendo in giuria, ma poi la cosa è scemata. Non posso quindi dire che Mara Maionchi sia stata importante.
 
La tua bellissima collaborazione con il progetto solidale ‘Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini. Un paese ci vuole’’, come è nata?
Uscito il singolo ‘Ho esaurito la paura’ stavamo pensando come fare il video, cosa in cui di solito non metto mai bocca. Capita che stavo pranzando con mia figlia, e ragionavo che tipo di video fare, e mi è venuta questa idea di collegare quanto scritto nella canzone, il trauma della paura, ho pensato che il terremoto che arriva improvviso è la sensazione di paura più forte che si possa provare. Avendo un’amica che lavora in questa associazione è venuto quasi naturale legare la canzone al progetto.
 
Progetti futuri?
Ho fatto qualche data con la band, a volte in formazione ridotta a seconda dei luoghi e delle occasioni, altre volte in acustico, presenteremo il nuovo disco nei prossimi mesi andando a suonare dal vivo.
 
MAURIZIO DONINI
 
 
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