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COFFEE OVERDRIVE – LET’S HAVE A “COFFEE” BREAK: DUE CHIACCHIERE “OVERDR …

COFFEE OVERDRIVE – LET’S HAVE A “COFFEE” BREAK: DUE CHIACCHIERE “OVERDR …

La settimana scorsa vi abbiamo presentato l’album dei Coffee Ovedrive, una band che -come si vedrà- è hard-core non soltanto musicalmente, ma anche nelle idee. Parola d’ordine dei Coffee è “agire” rifiutando ogni forma di “vittimismo”. Essendo noi di “Tuttorock” altrettanto grintosi e combattivi potevamo -forse- esimerci dal porre quesiti di approfondimento a questo gruppo? Ovviamente no, buona lettura!

La prima domanda potrebbe provocare, forse, uno sbadiglio, ma vogliamo che vi facciate conoscere dal pubblico di “Tuttorock” quindi abbiate pazienza (ve l’avranno chiesto molte volte) e raccontateci un po’ cosa significa il nome “Coffee Ovedrive”!!
Coffee Overdrive è un nome nato per caso tanti anni fa, anche prima della formazione della band stessa (2005). Ci è piaciuto principalmente per il suono delle parole e poi per i possibili significati: qualcosa che va in “Overdrive” è al suo stato di ennesima potenza, quasi eccessiva. Quale metafora migliore se non quella del caffè e delle sue proprietà stimolanti (calore e gusto deciso) potevano sposarsi al sound che avevamo in mente? Da qui, ingranando le marce e partendo in quinta, il nome della band è diventato ufficiale e Coffee Overdrive un marchio di fabbrica dell’intero collettivo.

Quando nasce il progetto “Coffee Ovedrive” e in che modo si è evoluto in questo vostro ultimo album  dal titolo “Rocket L(a)unch”?
Verso la fine del 2004 Oleg (Voce,Chitarra) e Jonny (Chitarra solista) iniziano a parlare di un progetto comune di musica inedita prendendo spunto dai rispettivi gusti, contaminandoli liberamente per ottenere qualcosa di personale con ben presenti le lezioni dei maestri della musica: Il sound di Jimi Hendrix che si sbronza coi Pantera ad un party organizzato dai Kiss, questa frase pronunciata in un momento di euforia è diventata poi un viatico per il nostro lavoro ed un modo efficace per poter descrivere la nostra musica. La band ha avuto una vita movimentata ed altalenante, luci brillanti e bui profondi. Il nostro primo apice è stato nel 2007 quando siamo stati selezionati per un contest su MySpace che ci ha permesso, vincendolo per votazione popolare, di suonare al Gods Of Metal 2007 lo stesso giorno di Motley Crue, Scorpions, Velvet Revolver e tanti altri. Questa esposizione mediatica ci permise di avere una frenetica attività live in tutta Italia ed anche allestero (Germania, Rep. Ceca, Spagna) e accese linteresse di diversi pezzi grossi in campo musicale proprio in corrispondenza della fine dei lavori sul nostro primo disco Revolution Breakfast. Le cose non si sono mai concretizzate come sperato con questi pezzi grossi, un po per nostra ingenuità e testardaggine, un po per certe dinamiche del business che ci hanno disgustato e abbiamo deciso di restare nellunderground auto producendo e distribuendo lalbum, che ha comunque ottenuto buoni riscontri di vendita. Dal 2009 al 2012 per questioni personali, familiari e lavorative la band cade in una sorta di limbo e rallenta considerevolmente la sua attività. Sistemate alcune faccende private e col cambio della sezione ritmica,  nel 2012 i Coffee Overdrive tornano a prendere in mano il proprio destino. I nuovi arrivati , Riccardo Richter Branchini e Diego Zanelli, portano alla band un rinnovato entusiasmo e si arriva quindi alle registrazioni di Rocket L(a)unch. Lalbum è stato registrato nella nostra sala prove, per mantenere uno spirito rilassato e selvaggio e per poter lavorare con calma e senza pressioni di tempo. Questo è stato possibile grazie a Diego , oltre che un gran bassista è un bravo tecnico del suono. Il disco viene ultimato al Lemonhead Sudio di Carpi dallingegnere del suono Federico Truzzi che ha curato la registrazione delle voci, mixaggio e mastering.

Uno dei brani che mi ha colpita maggiormente ascoltando “Rocket L(a)unch” è stato sicuramente “Now” (“Ora”, ndr) traccia particolarissima, breve e intensa come un fulmine. Mi è parso di cogliere in questa traccia la voglia di trasmettere in musica il crescendo di emozioni che nasce nel momento in cui si decide di vivere qualcosa, di agire “qui e ora” seguendo il famoso “Carpe Diem” narrato nel celebre film “L’attimo fuggente”. Ho colto bene? Come vivete il rapporto col presente?
Ci fa piacere che tu abbia colto il valore di NOW. Si tratta di un brano breve, circa un minuto, che per forza di cose può essere un po ignorato fra gli altri del disco. La traccia era nata come introduzione per lalbum. Ci piaceva il suo spirito epico ed atipico. Abbiamo poi optato per un opener più classicamente energica come Ready to Go mantenendo comunque Now nella tracklist. A livello tematico, hai perfettamente colto il senso della canzone: volevamo dipingere quel momento di presa di coscienza che precede lazione. Una sorta di quiete prima della tempesta (rappresentata pienamente dal brano successivo, ovvero la title track con la quale Now condivide una frase del testo Its not Over, Its just started: the Revolution begins NOW). Come vivono il rapporto col presente i Coffee Overdrive? Osserviamo, analizziamo, agiamo. Senza piangerci addosso.MAI.

La scelta di cantare in lingua inglese è voluta o casuale?
Un mix delle due cose. Premetto che per quanto ci riguarda, la musica e la metrica nascono sempre prima del tema del testo , che viene scritto solo successivamente aver trovato le melodie ed il groove che meglio si confanno al singolo brano. Avendo una cultura musicale quasi totalmente fondata su musica cantata in inglese, ci viene naturale usare quella lingua per dare il giusto sound alle tracce vocali. Riteniamo anche che il Rock duro suoni decisamente male cantato in italiano, a parte alcune rare eccezioni.

Più volte nelle nostre interviste abbiamo avuto modo di parlare con artisti che sostengono fortemente le collaborazioni nonché il lavoro di gruppo come fonte di nuove ispirazioni: per quanto riguarda voi: in che modo i cambiamenti di line-up -con conseguente ricambio di musicisti- hanno arricchito/influenzato il vostro modo di fare musica?Se poteste scegliere una collaborazione con un grande nome del rock chi scegliereste?
I vari cambiamenti di line-up hanno sicuramente influenzato il sound del gruppo. Benchè lautore dei nostri brani sia sempre lo stesso ,  lavvicendamento di diverse sezioni ritmiche ha sicuramente influito sul risultato finale dei brani. Non vediamo lora di poter incidere i brani che stiamo scrivendo con Riccardo (Batteria) e Lars (Basso) , che ormai sono nella band da tempo pur non avendo partecipato alla stesura dei brani di Rocket L(a)unch. Per quanto riguarda un grande nome del Rock col quale collaborare, già uno sfizio ce lo siamo tolti facendo cantare a Paul DiAnno (cantante dei primi due dischi degli IRON MAIDEN) la nostra To The Top, presente su Rocket L(a)unch. Una collaborazione da sogno potrebbe essere quella con Paul Stanley (Kiss) , ma qui si naviga nel mare dellimpossibile.

Suonare hard-rock in Italia rappresenta un vero e proprio atto di coraggio. La vostra passione per questo genere musicale a che età è maturata in voi? E quali sono stati/ sono i vostri gruppi preferiti?
Più che un atto di coraggio, suonare Hard Rock in Italia è un atto di passione pura e semplice, visto che non si può certo ambire a grandi numeri di vendita o fama. Suoniamo la musica che ci piace fregandocene di qualsiasi gabbia di genere. Questa nostra volontà di non limitarci e di contaminare lHeavy music con influenze di altri generi a volte ci ha messo in cattiva luce anche nellambiente Hard & Heavy underground, spesso troppo integralista. Ma fortunatamente non mancano persone con la mente e le orecchie aperte che sanno andare oltre i clichès e concentrarsi sulla proposta musicale. Poi, ovviamente, non si può piacere a tutti, ma che almeno non sia a causa di preconcetti ma di un ascolto obiettivo della musica.
I gruppi preferiti che ci hanno influenzato? Ognuno di noi quattro ha la sua formazione musicale che per certi versi si incastra con quella degli altri. Jonny ha un gusto più Hard Rock/ Heavy Metal classico, Riccardo nasce dal punk hardcore e vira nel rock alternativo, Lars è quello coi gusti più pesanti e Metal mentre Oleg è forse quello che davvero ascolta un po di tutto, con un ovvia predilezione per il Rock più energico.


Da “Boom Boom” (singolo contenuto in “Revolution Breakfast”) a “To the top” il vostro spirito sembra essere combattivo e ottimista: in questo periodo storico c’è veramente molto bisogno di energia buona; voi come vi ponete nei confronti del precariato che sta attanagliando tutti i settori della nostra vita?
Senza piangersi addosso, senza incolpare sempre gli altri dei propri problemi, cambiando le cose che si possono cambiare e analizzando quelle che sembrano immutabili per studiare un piano di demolizione astuto e con meno effetti collaterali possibili. La parola precariato non ci piace granchè perché rappresenta uno stato di vittima del potere altrui. Lunico modo per fottere questo stato sociale, lavorativo e ,a volte, mentale, è quello di prendere in mano il proprio destino e fare scelte coraggiose senza pensare che arrivi dallalto un sigillo di sicurezza. Tutto ciò che deriva da scelte altrui è per forza di cose precario. Solo quello che facciamo e decidiamo è sicuro.

La scelta di completare “Rocket L(a)unch”, album che ha la caratteristica di essere marcamente individuale e dotato di una cifra stilistica precisa con una cover  (“Breed” dei Nirvana) ha un significato particolare?
La scelta di incluedereBreed nel disco è nata per puro caso, senza alcuna premeditazione. premeditata. Le tracce di batteria dellalbum sono state incise dal nostro ex batterista Pisu prima che Riccardo entrasse nella band. Un brano , Loud, non era venuto bene come volevamo ed è stato ri-registrato da Riccardo. Avendo microfonato la batteria e tempo a disposizione, abbiamo deciso di sfruttare la situazione per incidere una delle cover che inseriamo in scaletta quando abbiamo la possibilità di fare concerti lunghi. La scelta è ricaduta su Breed perché è una delle covers che riscuote più successo quando la suoniamo dal vivo. E poi ci piaceva lidea di chiudere un disco così vario e dagli arrangiamenti curati e complessi con qualcosa di semplice, punk e primitivo.

 “La metafora del cibo è ricorrente in alcuni titoli dei vostri brani, primo fra tutti quello che da il titolo all’album“Rocket L(a)unch”: esiste un rapporto diretto tra cibo e musica? Cosa potete dirci a questo proposito?”
Sono entrambi necessari alla sopravvivenza ed al godimento. Il piacere e le energie che trasmettono una  bella mangiata fuori o un bel concerto possono essere messe sullo stesso piano, così come la buona compagnia e il buon sesso selvaggio. I nostri due dischi hanno entrambi nel titolo un pasto della giornata , il primo è “Breakfast” poi “Launch”. Ti anticipiamo già che il prossimo album avrà nel titolo la parola “Dinner”, per dare il senso ad un’ideale trilogia. Come sarà questa cena e che temi tratterà? Ancora è da vedere. Sicuramente porteremo avanti il concetto che lega i nostri dischi ovvero la presa di coscienza e l’auto-determinazione del proprio destino, potenziate da una maggiore esperienza di vita. Poi magari la butteremo in ignoranza e scriveremo un brano sulla carriera di John Cena.

Avrete già capito di che pasta è fatto questo gruppo, quindi ora non vi resta che ascoltarli! A cominciare dall’ultimo singolo contenuto in “Rocket L(a)unch” che vede la presenza dello storico frontman degli Iron Maiden: Paul Di Anno ! Rock On!

DAFNE D’ANGELO

Membri:
Oleg Egon Brando : Voce, chitarra
Gionata “Jonny” Bellei : chitarra, cori
Valerio “Lars” larcier : basso,
Riccardo “Richter” Branchini: basso, batteria

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