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WARREL DANE + Lehmann – Live @ Alchemica Music Club, Bologna 17-9-2016

WARREL DANE + Lehmann – Live @ Alchemica Music Club, Bologna 17-9-2016

​Il concerto che sta per iniziare stasera è uno di quei live che attendo da 20 anni, un concerto interamente dedicato al capolavoro “Dead heart in a dead world” dei Nevermore, pietra miliare della storia del metal anni ‘90, uno di quei dischi sempre attuali e moderni anche se sono stati scritti due decenni fa.
L’unico rimpianto è non vedere insieme a Warrell Dane l’intera formazione dei Nevermore, ma il cuore mi dice che per questa volta ci possiamo passare sopra tranquillamente.
 
Il compito di aprire la serata spetta a Lehmann, gruppo romagnolo che ci presenta un heavy metal / hard rock molto contaminato da influenze moderne, a tratti industrial con sfumature che sanno di Mercyful Fate. C’è da dire comunque che la voce di Lehmann ben si staglia sulle chitarre di Neil e Ivan, potenti e massicce.
Il gruppo ha sicuramente un’ottima tenuta di palco, maturata negli anni in seguito a lunghi tour esteri, ma anche in questa data in cui giocano in casa riescono a catturare l’attenzione del pubblico accorso, di cui la maggior parte arriva da altre regioni d’Italia.
Finalmente tocca a Warrel Dane calcare la scena, e la prima impressione non è stata buona. Non per la prestazione vocale, nettamente superiore ad alcuni live di 2/3 anni fa, in cui Warrel appariva molto giù di voce, ma proprio per una questione fisica: appare smunto, smagrito e con il suo immancabile cappello sempre più calcato sul viso, quasi a nascondere il volto. L’inizio con “Narchosyntesis” è comunque di quelli da manuale, con l’emozione palpapile tra il pubblico, e la voce graffiante di Warrel che ci porta nel viale dei ricordi, per poi riportarci alla dura realtà con il pogo che si scatena durante “We disintegrate”. I cori si alzano per la splendida e sincopata “Inside four walls”, ma è solo la calma che precede la tempesta, in questo caso una “Evolution 169” dove il gruppo incita gli astanti ad un furioso jumping.

Le chitarre di Thiago Oliveira e Johnny Moraes spiccano con i loro riff taglienti anche su “The River Dragon has Come” ma è con “The Heart Collector”, brano emozionante e intriso di tristezza, che anche le ultime resistenze si dissolvono. Warrel scherza con il pubblico quando annuncia i brani, in quanto la scaletta rispecchia fedelmente la tracklist dell’album e non permette sorprese, e il prossimo pezzo ci riporta in mezzo alla bolgia massacrando le nostre orecchie e le nostre ossa, “Engines Of Hate” è una vera e propria botta sullo sterno, seguita a ruota dalla cover di “The sound Of Silence” ovviamente rivisitata in pieno stile Nevermore.
Ci avviciniamo alla fine dell’album ma non per questo a canzoni meno gradevoli o più B­side, perchè con “Insignificant”, “Believe in Nothing” e la titletrack “Dead Heart in a Dead World” arriviamo a brani che sono allo stesso livello qualitativo dei precedenti, e ci permettono di apprezzare il lavoro anche degli altri musicisti, in primis il bassista Fabio Carito con la sua t­shirt azzurra dove campeggia la scritta Italia e il devastante e monolitico batterista Marcus Dotta.
Dopo qualche minuto di pausa, dove sia il gruppo che il pubblico possono riprendere fiato, dato che la temperatura interna del locale ormai sfiora le temperature tropicali, si ricomincia senza sosta con “Enemies Of reality”con il suo refrain ammiccante e le sue cupe atmosfere per poi passare ad un’anteprima, “As Fast As The Others”, brano che sarà nel nuovo album solista di Dane; in chiusura vengono scelte alcune canzoni tratte da “Praises to the War Machine” e purtroppo nessuna dei Sanctuary, come invece inizialmente annunciato.

Ma come si può concludere un live del genere senza una devastazione totale e completa? “BORN” assolve proprio a questa funzione, devastarci fisicamente con un pogo incessante, con la voce del biondo cantante che appare appena un po’ affaticata, ma che assolve la sua funzione in modo più che degno, mentre la macchina da guerra che è dietro le pelli martella incessantemente e le chitarre stridono e incantano durante gli assoli. Una serata sicuramente da ricordare, dove Warrel Dane ha dimostrato di aver fatto la storia e di aver lasciato un segno indelebile su ognuno di noi con questo capolavoro.
 
Report & photoset by ALESSANDRA MERLIN
 
Credits: si ringrazia Alchemica Music Club per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.

Setlist:
Intro: Precognition (Nevermore song) Narcosynthesis (Nevermore song) We Disintegrate (Nevermore song) Inside Four Walls (Nevermore song) Evolution 169 (Nevermore song)
The River Dragon Has Come (Nevermore song) The Heart Collector (Nevermore song)
Engines Of Hate (Nevermore song)
The Sound Of Silence (Simon & Garfunkel cover) Insignificant (Nevermore song)
Believe In Nothing (Nevermore song)
Dead Heart In A Dead World (Nevermore song)
Encore: 
Enemies Of Reality (Nevermore song) As Fast As The Others
Brother
When We Pray
Encore 2: 
August
Born (Nevermore song)
 
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