SERENA ZANIBONI Quartet “The Hop” – Live @ Bravo Caffè, Bologna 30-9-20 …

E’ panorama sonoro particolare quello proposto stasera dalla band di Serena Zaniboni, atmosfera ambient, arricchita da piano e tastiera, gli effetti della beat box scandiscono i tempi, la voce di Serena ti accompagna in un club esclusivo, la classe del Bravo si sposa perfettamente con la voce della singer che ti accarezza con dolcezza soffusa, brani di grandi artisti mondiali reinterpretati con note e corde intimistiche ed affascinanti.  
 
La bravura di Roncagli si spande in lunghi fraseggi che si inseriscono sul tessuto della ritmica basso-beatbox, una costruzione di jazz colorata e morbida, lasciando poi meritati spazi al basso dell’eclettico Marco Dirani con Riccardo che si sposta alle percussioni. Un ritmo tribale che porta la bellissima Serena a lanciarsi in movenze feline di indubbio fascino si spiegano invadendo l’etere del Bravo. L’abrasiva Roxanne di Sting ci strappa da Pigalle per trasferirici in una suite lussuosa, dove regna la penombra, un calice di vino, la skyline di fronte, la roca e dolorosa rabbia del bassista inglese viene destrutturata e trasformata in poesia con elaborazioni vocali tonde e levigate da Serena.
  
Spezzoni elettronici nel brano dei berlinesi Radio Citizen, lasciato il basso Adriano si proietta in incursioni sonore invadenti, ma che risultano assennate nella costruzione del palinsesto sonoro ammantando di dub la voce aggraziata di Serena. Il finale del brano assume toni ancora più estremi, la beatbox si lancia in momenti distorti che si mixano in maniera sulfurea al moog di Dirani.
  
Le sonorità particolari risorgono con un’altra cover di Sting e la sua If you love somebody, anche questa scomposta e rimontata in chiave elettronica , lasciata la parte rock si corre in mezzo a forti contaminazioni elettroniche e piano-solo di stampo emersoniano di Roncagli. E per concludere una battle in stile hip-hop tra Roncagli alle percussioni e Drag One alla beatbox, con Serena che fa un passo indietro per poi riprendere il filo e finire alla grande un pezzo di indubbia difficoltà tecnica.  
 
Si arriva a riproporre l’acido  pop rock di Amy Winehouse, si perde la tragicità dell’animo doloroso della cantante inglese per compenetrarsi della solarità della cantante italiana da Love is a loosing game a Back to black, le ferite della sfortunata cantante inglese vengono sutura te da Serena e si ritorna a nuova vita con una nota di speranza.  Ci si avvia verso il termine dell’esibizione con una toccante interpretazione sinfonica di Pure Immagination dalla colonna sonora di Willy Wonka del mai abbastanza rimpianto Gene Wilder, con richiami a Roald Dahl e Jamie Cullum, e Gene Wilder , sigla de La fabbrica di Cioccolato, arricchita da un finale in crescendo di bellezza ancestrale. 
 
Sarebbe finita qui se non fosse arrivate due comitive che sentendo la qualità dell’intrattenimento proposto dal Bravo ed incantati dalla voce di Serena, nonché dalla bravura del trio di musicisti sul palco, non avessero iniziato a chiedere a gran voce un altro numero di pezzi che hanno di fatto quasi raddoppiato il live. Serena è passata indifferentemente dal trip hop dei Massive Attack e dei Thievery Corporation, al blues italiano di Pino Daniele ed al cantautorato di Lucio Dalla, eclettismo e bravura uniti assieme, per il resto dovrete leggere l’intervista fatta a fine concerto in piena notte….
 
MAURIZIO DONINI
Photoset by DANIELE AVERSANO
 
Credits: si ringrazia l’insostituibile Bravo Caffè per esistere.