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PIL PUBLIC IMAGE LTD. + Alosi + The Rainband + J.D. Hangover + Solaris “Acieloaperto …

PIL PUBLIC IMAGE LTD. + Alosi + The Rainband + J.D. Hangover + Solaris “Acieloaperto …

Ed un pubblico venuto per il punk, può anche apprezzare il ruggito del delta, le schitarrate roventi dei J.D. Hangover sono roba lavica scaraventata con solerte maestria sul prato della Rocca. La musica del diavolo regalata da Papa Legba agli umani in quel di Clarksdale, è ottimamente riposta nelle righe di questo gruppo. Un blues levigato e lucido, che ha fatto vedere perché è la base di tutto quello che è venuto dopo.

Membri del gruppo:
J.D.Hangover – guitars, vocals, harmonica
Rob Villa – bass, organ, saxophone
Rolando Moon – beats
 
https://www.facebook.com/JDHangover
The Rainband di Martin Finnigan hanno un legame speciale con l’Italia, quel gran signore di Martin oramai è di casa qui, da Lignano a Cesena guidando di cuore e voglia. Perché lui è anche English Ambassador della Fondazione Marco Simoncelli, ed in tale ambito ha partecipato alla manifestazione della Onlus. Tornando alla musica, la band è una splendida espressione del brit-pop, rock inglese come si deve, il gruppo suona alla grande, Martin è un cantante e performer sul palco di straordinaria attitudine. Suoni perfetti, lucidi, canzoni di attacco e momenti più dolci, dopo una splendida Out of sight parte la cover di Paint it black riproposta in maniera esaltante.  Ancora sugli scudi la bellissima Rise again, che fu ispirata proprio alla scomparsa di Marco Simoncelli e realizzata a suo tempo con James Toseland, e chiudendo la lista con una deliziosa Sirens.

Setlist:
Gimme love
New York
Is this what you get
Out of sight
Paint it black (The Rolling Stones cover)
Rise again
Heading south
Sirens
 
Membri del gruppo:
Martin Finnigan – voce
Phil Rainey – chitarra
Joe Louis Wilson – chitarra
Sam Wilson – basso
James Cowell – batteria
 
http://therainband.co.uk
https://www.facebook.com/therainband
https://twitter.com/@therainbanduk
https://soundcloud.com/therainbandofficial

Mentre la gente comincia a spostarsi verso il mainstage, molti ingannati dall’orario riportato sul biglietto e non avevano controllato il bill sulla pagina ufficiale dell’evento. Sul second stage salgono gli Alosi, il side project di Pietro Alessi Alosi dei Pan Del Diavolo. Un folk-rock ruvido, granitico, tagliente, deciso, suoni forti, testi crudi, un genere diretto ad appassionati del genere e non facile, roba per intenditori, che conferma tutto il valore dei PdD.

https://www.facebook.com/PietroAlessAlosi
https://twitter.com/P_A_Alosi

22:30 sul mainstage sale la leggenda! Chiariamo subito che tutti quelli giunti in cerca dei Sex Pistols nell’accezione seminale del termine, quelli che incendiarono Londra, che dettero il LA all’ultima vera rivoluzione culturale, non hanno trovato quello che cercavano. Johnny Rotten non c’è più, John Lydon sì! Niente creste rosse e capelli sparati, niente sputi e bottigliate sul pubblico, aste del microfono usate come armi, tafferugli, all’anarchia in UK è subentrata una tranquilla mistura di punk, inevitabile e più che giustificato segno del tempo che passa. Lydon si attacca all’asta del microfono e da lì non si staccherà più per l’ora  e mezzo di un gran concerto. I capelli sono pettinati all’indietro, e siamo qui a festeggiare i 40 anni di una delle icone del punk. Accantonata la polemica t-shirt vs. Floyd, che peraltro gli piacevano, il nostro eroe si presenta con una band dura come il cemento, i suoni sono possenti e robusti, una martellante pressione picchia duro per tutto il set. Non è certo peccato dire che John non ha le doti naturali di una Whitney a livello di voce, ma la sua interpretazione è di alto livello, istrionico, sereno, dall’apertura di Warrior a momenti epici come Death disco, sulla immortale This is not a love song il falsetto è sparito, ma la magia rimane e si propaga nella seguente, storica Rise. Con il bis si celebra il 40ennale, un pubblico entusiasta che ha espresso solo apprezzamento per il concerto, e se in questi casi il campo emozionale della reminiscenza gioca sempre un fattore decisivo, è altrettanto certo che la qualità del concerto è stata perfetta e da mettere fra i live da non perdere.

MAURIZIO DONINI
Photoset by DANIELE AVERSANO
 
Credits: si ringrazia RetroPop Live ed Acieloaperto per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.

Setlist:
Warrior
Memories
The Body
The One
Corporate
Death Disco
Cruel
I’m Not Satisfied
This Is Not A Love Song
Rise
Encore:
Public Image (inc. snippet of Boston’s More Than A Feeling)
Open Up (Leftfield cover)
Shoom
 
Band:
John Lydon – voce
Lu Edmonds – chitarra (The Damned)
Scott Firth – basso (Steve Winwood – John Martyn – Elvis Costello)
Bruce Smith – batteria (The Pop Group – The Slits)
 
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Autore

MAURIZIO DONINI – Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.