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PAUL KALKBRENNER “7 – Concert Tour 2016 – Part 1” – Live @ U …

PAUL KALKBRENNER “7 – Concert Tour 2016 – Part 1” – Live @ U …

Già all’esterno della Unipol Arena è facile iniziare ad immaginare la serata che si prospetta, malgrado la pioggia battente lunghissime file di fans si allungano tutto attorno al Palasport di Casalecchio di Reno, i controlli sono rigidi, ma difficile dargli torto considerando l’incredibile quantità di super-alcolici e birra che circola. Decine di ragazzi e ragazze tracannano a più non posso ogni sorta di bevanda, purchè fortemente graduata, fino ai tornelli oltre i quali non è possibile introdurre bottiglie. Comprendere la necessità di ritrovarsi in condizioni fisiche di sballo estremo per potersi divertire è qualcosa che risulta difficile da capire. Ma il clima è tranquillo, solo tanta voglia di divertirsi ed alla si avrà solo una notte di grande divertimento, merito anche della perfetta organizzazione messa in piedi in occasione dell’evento.
 
Il set di Lele Sacchi è, per gli amanti del genere techno-house, di alto livello, un martellamento continuo scandito da suoni elettronici che manda ben presto in visibilio la marea umana che riempie ogni angolo del catino bolognese. Sotto le luci blu sparate dal palco si muovono migliaia di braccia alzate accompagnate da urla entusiaste. Si balla, ovunque e comunque, una umanità variopinta e colorata, jeans che più sono stracciati più fanno trendy, mise indossate da ragazzine che probabilmente scandalizzerebbero madri e nonne, mancano croci, borchie e spille del metal, abbonda la quantità di gel in testa ai ragazzi.
 
https://www.facebook.com/lelesacchi
https://soundcloud.com/lelesacchi
Più che la musica, nella sua monotona liturgia dedicata agli amanti spassionati del genere, è proprio il popolo che affolla parterre e tribune ad incantare, un concerto sociologicO che bisogna descrivere non stando seduti al proprio posto, ma mescolandosi alla tribù che balla, rendendosi invisibili per carpirne gli umori ed i sentimenti, quando pensi di averle viste tutte partecipando a concerti in venue improbabili e per questo terribilmente affascinanti, ecco che scatta il primo press service itinerante. 
 
Sono le 23 quando nuvole di fumo riempiono il palco e immergono i fans in una nebbia totale, l’entrata di Kalkbrenner è avvolta da geyser di vapore e lame di luci ocra , ed inizia il delirio. Tutti gli smartphone sono accesi e alti ad accoglierlo, marea festante,  un party che accomuna amanti del rock e della techno, cosa a dir poco incredibile. Il martello sintetico di Kalkbrenner aka Ickarus,  è fatto di un drumming continuo ed estremo, un tambureggiare ossessivo accompagnato da alienanti giochi di luce che creano un muro di suoni affascinanti ed attraenti dove perdersi. Un groove intenso che picchia continuo, ma con l’effetto dia gire da pifferaio magico con il popolo del rave, ma un sabba che tiene i 13.000 presenti ben lontano dagli eccessi selvaggi delle congreghe spesso finite sui giornali, qui il tutto si traduce in una numerosa serie di effusioni tra le molte coppie presenti.  
 
Sono i nuovi profeti della modernità, gli apostoli della società liquida, i dioscuri della mediatica, siamo passati dalle modelle regnanti, le Schiffer, Naomi e compagnia alla proliferazione di chef pluristellati più avvezzi a nutrire il piccolo schermo che gli avventori affamati, ed alla genìa dei dj. I Guetta, i Tiesto, ed appunto Paul Kalkbrenner. Uno che nella celebrazione della caduta del muro di Berlino ha fatto ballare 500.000 persone, e che stasera ha spopolato qui alla Unipol Arena scatenando una febbre entusiastica che ampiamente soddisfatto la messe di persone giunte da ogni parte d’Italia.  
 
MAURIZIO DONINI
Photoset by SEBASTIANO MACCIO
 
Credits: si ringrazia Studio’s Online per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.