OPETH “European Tour 2016” + Sahg “Memento + Mori tour” – Li …
L’Alcatraz di Milano, sempre ottimamente gestito, è abbastanza pieno anche prima dell’inizio del gruppo di spalla, i norvegesi Sahg, che con un tripudio di luci rosse si presentano sul palco. Il cantante e chitarrista Olav non interagisce molto con il pubblico, se non per presentare il loro ultimo lavoro in studio “Memento Mori”. La band propone un ottimo stoner/doom, con ritmi lenti e cadenzati alternati a riff più rock, e personalmente li ho apprezzati molto, come buona parte dell’audience presente. Le sonorità decadenti del loro sound sono ben supportate dalle linee di basso di Tom Cato, esponente importante di diverse realtà black metal (Gorgoroth, I, Ov Hell, God Seed) stasera senza il solito corpse painting, e le chitarre dello stesso Olav e di Thomas con i brani successivi diventano massicce e rocciose, ben accompagnate da Thomas dietro le pelli.
La particolarità dei Sahg sta sicuramente nell’amalgamare bene il sound tipico del doom nordico a ispirazioni molto sabbathiane e psichedeliche, ma nel contempo molto oscure, e credo che li rivedremo presto.
Setlist:
- Hollow Mountain
- Firechild
- Sanctimony
- Black Unicorn
- Pyromancer
- Blood of Oceans
Lineup:
- Tom Cato – Bass
- Olav Iversen – Vocals, Guitar
- Thomas Tofthagen – Guitar
- Thomas Lønnheim – Drums
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Si entra nel cuore del live con le malinconiche Face Of Melinda e In my time of need, per poi ritornare sul growl di Cusp Of Eternity fino al bellissimo capolavoro di 12 minuti The Drapery Falls, tratto da Blackwater Park. Gli schermi proiettano luci e artwork psichedelici abbinati al mood dei diversi brani, la batteria di Axenrot e il basso di Mendez, monolitici, riempiono i brani senza appesantirli troppo, mentre le chitarre di Åkerfeldt e Åkesson e le tastiere dell’ottimo Svalberg ricamano melodie complicate e atmosferiche alternate a ritmi granitici. Abbiamo ancora tempo per apprezzare Heir Apparent, ma quando sulle note iniziali di The Grand Conjuration Mikael presenta i membri della band capiamo che siamo verso la fine di questo bellissimo concerto, in cui tutto è andato alla perfezione, si sentivano bene tutti gli strumenti, e ben equilibrati, e la band ha fatto uno show davvero senza sbavature. A chiudere la serata la violenta e oscura Deliverance, che alterna riff veloci e angoscianti ad aperture melodiche lente e suggestive.
Gli Opeth sono sicuramente una band articolata e complessa, ma per essere apprezzati appieno secondo me vanno compresi e vissuti, permettendogli così di trasferirci quelle emozioni che li guidano sul palco.
Report & photoset by ALESSANDRA MERLIN
Credits: si ringrazia Vertigo per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
- Sorceress
- Ghost of Perdition
- Demon of the Fall
- The Wilde Flowers
- Face of Melinda
- In My Time of Need
- Cusp of Eternity
- The Drapery Falls
- Heir Apparent
- The Grand Conjuration
- Deliverance
Lineup:
- Mikael Åkerfeldt – Vocals, Guitars
- Martin Mendez – Bass
- Martin Axenrot – Drums
- Fredrik Åkesson – Guitar
- Joakim Svalberg – Keyboards
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