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ISOLA ROCK 14^ edizione – Live @ PalaRiso, Isola della Scala (VR) 11/12-5-2019

ISOLA ROCK 14^ edizione – Live @ PalaRiso, Isola della Scala (VR) 11/12-5-2019

Isola rock è l’isola che c’è, con il fascino un po’ utopico, e per questo irresistibile, dell’isola che non c’è. Rock voluto, organizzato e realizzato da una coppia molto cool, formata da Simone Calciolari ed Angela Busato, attraverso la loro associazione locale, proprio ad Isola della Scala, che è sede di questa kermesse musicale e non solo, chiamata ‘Butei’, bambini, in veneto.

L’edizione del 2019 era la quattordicesima, per il secondo anno di seguito ospitata dal PalaRiso, al chiuso (  il clima quasi invernale di questo maggio lo ha reso realizzabile proprio in quanto al coperto! Durante la prima giornata, nemmeno un black out dovuto alla tempesta ha fermato lo show, se non per una piccola pausa), dopo anni in cui invece di teneva a Villa Boschi. L’associazione nasce negli anni Novanta, dal classico gruppo di ragazzi che si trova al bar locale. Nasce per un motivo triste, che offre l’occasione per trasformare, come accade nella vita quando c’è passione e cuore, un evento infelice in un’occasione di felicità. Si doveva infatti acquistare una carrozzella per un amico, e da una cena benefica l ‘obiettivo è stato raggiunto. Da quel momento, altri progetti son stati messi in piedi fino alla costituzione dell’Associazione vera e propria.

Nel 2006, in un momento in cui tutto si era un po’ fermato, nasce la prima edizione di Isolarock per risollevarla e riprendere a realizzare progetti con finalità benefiche, raccogliendo fondi attraverso la musica, che oltre ad essere uno degli scopi più nobili che questa arte può avere è anche un modo di aggregare le persone nel nome di ‘bello e buono’, che troviamo encomiabile. Oltre alla musica, ci sono numerosissimi espositori: dal cibo locale a memorabilia rock, dalle t shirt a tema a curiosi orologi ispirati alle bands, bijoux molto rock e molto orientali e via dicendo. Si respira insomma l ‘aria di un festival all’inglese o all’americana, centrato su tre idee chiare : suono, aggregazione, charity.
Molte le radio presenti all’evento , da radio web a radio studio verona fino a terremoto hard, per citarne alcune e numerosi partners in  collaborazione, fra cui la bolognese Rocknrolla.

L’altra ragione per cui Isolarock resta un unicum encomiabile è la scelta artistica : non è tanto la ricerca di bands blasonate il fulcro , quanto un amore per la promozione di nuovi gruppi, nuovi lavori, privilegiando i dischi in uscita. In un mondo in cui i cd si fatica a venderli, tutto si scarica e dura un battito di ciglia, qui si respira il desiderio di approfondire, partecipare e permanere. L’esistenza di due palchi ha questa ragione: il palco A dedicato ai gruppi più noti e il palco B è dal 2011 un piccolo palco per l’underground o per eventi collaterali che sono vere e proprie perle da seguire : da un duo acustico di batterie a body painters o mostre fotografiche – di street photography-, da un quartetto d’archi da brivido a un acustico di Omar Pedrini che raccontava, in un medley di parole e di suoni, il suo nuovo bellissimo libro Angelo Ribelle.

Tre incontri brillanti in questa edizione per Tuttorock : innanzitutto il grande batterista Mike Terrana dei Vision Divine, gruppo dal grande seguito a livello mondiale; è in tour con loro prossimamente, dal Giappone al Sudamerica. Alla domanda come si trova un americano in mezzo a una band italiana, risponde, simpatico e friendly come ogni americano che si rispetti!, che ha una nonna italiana, Concetta, che vive in Toscana e che ama l’Italia. Poi, diventa il professionista ferreo che è e risponde che non è stato semplice affatto, perché i brani sono molto tecnici e dunque sono  richieste molta dedizione, molta abilità e molta concentrazione. Gli chiedo quale siano gli artisti che più lo hanno ispirato, e risponde tanti, ma il sorriso si apre nominando quel genio di Jacko Pastorius, che lui con acume definisce the punk of jazz, raccontandomi come nel ’77 a un suo concerto fu letteralmente ‘blown away’, termine inglese che è intraducibile : trasportato via, altrove, in un’altra dimensione. Quella in cui sono capaci di portare loro, i Vision Divine, durante il loro concerto grintoso, potente, imperioso. Per chi vuole seguirli: @visiondivineofficial.

Incontro poi, fra i giovanissimi, una ragazza davvero rock, che impressiona subito per il piglio femminile e vagamente amazzonico e la inarrestabile voglia di raccontare il proprio amore per la musica : Sonia Ghirelli in arte Sonia Wild. Lei è la batterista della alternative metal band SNEI AP. Ha una storia davvero rock e quasi hippie da raccontare : da ragazzina, a una saga di paese, incontra Gigi Cavalli Cocchi, batterista di  Ligabue, che la sente suonare lì. La invita a visitare il suo studio di registrazione, intuendo l’autentico talento e la passione senza mediazioni. A sedici anni, compra la prima batteria; alle spalle ha sei anni di musica country e dieci di metal, dimostrando una versatilità spiccata e una grande esperienza, data la sua giovinezza. Dopo l’ep del 2018, nel 2019 a settembre uscirà con la sua band con un nuovo album dedicato al tema, molto rock e suggestivo, della follia, dal titolo, poetico e incisivo, “Escape”.

Nel video, le ragazze scappano dal manicomio in pigiama !: è praticamente, se vogliamo, un concept album che prosegue le precedenti storie. Per i fans e gli amanti di questo bel genere il sito è www.sneiap.com. Il rock è questo : musica, ma anche incontri, parole, storytelling nel senso bellissimo e ampio del termine.

Lasciamo Sonia e scambiamo due chiacchiere con Omar Pedrini, inarrestabile, energico chitarrista, buon cantante e, non sorprende da un uomo che coltiva l’arte in tutte le sue forme da sempre ( arte visiva, musica, poesia), ottimo narratore e scrittore. Dopo Cane Sciolto, scritto da Federico Scarioni, ammalia il pubblico attento con le sue storie di vita e i pensieri di Angelo Ribelle , un ossimoro nel titolo come nella sua vita : Omar è yin e yang, rock duro ma anche dolcezza, improvvisazione distruttiva ma anche profondità abissale. Fra un brano acustico e l’altro, scappa in stazione inseguito da vera rock star, birra in mano, sorrisi e generoso feeling con tutti, addetti ai lavori, fans, amici. Isola rock è uno spettacolo musicale ma anche umano, a cui si augura un buon proseguimento perché di questi tempi la missione non è facile, ma chi ama il rock le cose facili le trova francamente noiose. Come canta qualcuno, Rock will never die.

ROBERTA GUIDUCCI

Credits: si ringrazia Isola Rock per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
 
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