Now Reading
Tolktolk “Il Pulse di Linkedin raccontato da Mirko Saini” – Intervista d …

Tolktolk “Il Pulse di Linkedin raccontato da Mirko Saini” – Intervista d …

Il Pulse di Lindedin fa parte dei tanti strumenti che il social network mette a disposizione, serve per lavorare sul personal branding è di più facile condivisione, rispetto al blog personale, poiché non necessita di nessuna ulteriore registrazione. Tuttavia il blog personale non esclude il Pulse e viceversa. Pertanto leggetevi l’intervista  che ho fatto a Mirko SainiLinkedin trainer, ospite il 28 ottobre 2015 a Tolktolkconversazioni tra professionisti.

D. Linkedin ha capito che il blog poteva essere un completamento del profilo del proprio utente, con l’entrata in scena di Pulse, cosa è cambiato in linkedin?
Il rilascio delle funzione Pulse, la piattaforma blog interna a Linkedin, per i  profili risale oramai a più di 18 mesi fa. E’ bene sottolineare che tale funzione è si a disposizione di chiunque sia iscritto a patto però che abbia l’inglese come lingua di default. Per farlo è sufficiente accedere al menù impostazioni che si trova cliccando sulla foto profilo in miniatura posta in alto a destra nella barra menù, e, selezionando la voce di menù “Lingua” impostare l’Inglese tra le opzioni presenti.
Consiglio questo che mi sento di dare a prescindere da Pulse in quanto avere il profilo settato in lingua inglese permette di accedere alle novità introdotte da Linkedin mesi prima che si avesse il profilo settato in altra lingua, italiano compreso ovviamente.
Fatta questa doverosa premessa e tornando alla tua domanda ti dico che a mio parere è stata una sorta di rivoluzione copernicana. Per la prima volta, con Pulse, veniva rilasciata una funzione non riconducibile al mondo del recruitment. Settore questo vero e, fino a poco fa, unico core business di Linkedin
Con Pulse, LinkedIn ha dotato i suoi iscritti di un potentissimo strumento per fare personal branding, allargare la propria rete contatti e incrementare la visibilità personale tramite quella che tecnicamente viene chiamato  inbound marketing, attrarre cioè potenziali clienti attraverso la costruzione e diffusione di contenuti utili al proprio pubblico di riferimento.
E’ vero che anche prima era possibile farlo tramite la condivisione di contenuti propri o di terze parti, ma gli strumenti messi a disposizione con Pulse (vedasi per esempio la notifica inviata in automatico a tutta la nostra rete che la avverte della nostra pubblicazione) e il fatto di far consumare i nostri contenuti al nostro pubblico senza costringerlo ad abbandonare la piattaforma,hanno notevolmente ampliato la visibilità di chi ne fa uso.

D.Qual è il pulse perfetto per catturare un cliente?
Dare formule magiche è sempre pericoloso e rischioso. Fare sintesi è sempre complicato in quanto a settori lavorativi e obiettivi diversi vanno pensate strategie diverse. Ma se proprio devo fare un elenco di consigli buoni per tutti direi questo:

  • Titolo e immagine. Rifletterci bene. Ognuno di noi dedica pochi secondi per stabilire se l’informazione che gli arriva merita di essere approfondita o abbandonata per passare a quella successiva. L’essere umano è geneticamente programmato per filtrare istintivamente gli stimoli che gli arrivano e scegliere quali sono degni di approfondimento. Capisci anche tu che quindi Titolo e Immagine di copertina rivestono un ruolo vitale per le sorti del nostro contenuto.
  • Utilizzare la tecnica della costruzione del contenuto a piramide rovesciata: inserire subito la soluzione quindi. Da subito devo far comprendere quale risposta ad una sua precisa esigenza troverà il lettore nel mio contenuto. Stesso discorso per sopra. Ad una analisi del testo sommaria fatta inizialmente dal lettore devo dare a lui buoni motivi per fargli decidere di investire il suo tempo a leggere il mio contenuto.
  • Costruire un contenuto che sia utile al mio pubblico. Senza annoiarvi troppo vi dico che l’essere umano associa l’informazione utile al concetto di ricompensa in quanto biologicamente ogni qualvolta acquisiamo un’informazione utile nel nostro cervello vi è un rilascio di dopamina. L’uomo è un animale “Informivoro“, sempre a caccia di informazioni utili, per citare Miller.
  • Non utilizzare Pulse come scorciatoia per portare traffico al proprio blog. Se decidi di scrivere un testo in Pulse devi necessariamente inserirlo tutto. Dall’inizio alla fine. Niente giochetti tipo inserimento di testo che fa da intro e poi rimando a continuare la lettura sul proprio blog. Ho fatto dei test. Non funziona!
  • Inserimento di una Call to Action finale. ES:

                        1. Iscrizione a newsletter
                        2. rimandi per ulteriori approfondimenti al proprio sito attraverso l’inserimento di Link ad articoli correlati (adesso si)
                        3. Richieste di contatto etc etc 

D. Quando è preferibile usarlo?
LinkedIn è un social prettamente business legato quindi all’ambito lavorativo. Il mio consiglio è quello di pubblicare alle prime ore del mattino dal martedì al giovedì. Il lunedì si rientra dal weekend e in molti l’umore non è alle stelle e il venerdì oramai la testa è al weekend.

D. Se ho un blog è proprio necessario scrivere un pulse?
La mia esperienza mi dice di si. Per citare un collega “per mangiare si ha bisogno sia della forchetta che del cucchiaio. L’utilizzo dell’uno o dell’altro dipende dalla pietanza chi ho nel piatto”. Non tutti hanno le stesse abitudini. Vi saranno persone che preferiscono la fruizione dei contenuti sul blog perchè vi arrivano da una ricerca fatta su Google per esempio, altri invece, frequentatori di LinkedIn che preferiscono fruire del contenuto rimanendo sulla piattaforma. Devo accontentarli entrambi.

D. Se un professionista usa solo linkedin per fare personal branding come può usare strategicamente tutti gli elementi che questo social network mette a disposizione: pulse, il profilo, il gruppo, le pagine, etc.
Il profilo è centrale. Da li non si può prescindere. Se non ho un buon profilo costruito secondo logiche ben precise ogni mia attività in LinkedIn poi verrebbe penalizzata, utilizzo di Pulse incluso. Quindi il mio consiglio è cominciare da li. Per costruire un buon profilo paradossalmente consiglio di accantonare per un momento Linkedin è rispondere a queste domande:
            1. Chi sono e che tipo di professionista voglio per gli altri essere. Come voglio essere percepito.
            2. Quali sono i miei obiettivi
            3. Chi è il mio cliente tipo. E’ importante stabilire di questo un preciso identikit
            4. Quale tipo di soluzione ho io per lui. Che tipo di valore aggiunto posso essere io per lui. In termini di risoluzione di problemi, sia chiaro.
Risposto a queste domande la costruzione del profilo, del Riepilogo (sezione strategicamente importantissima), delle singole Esperienze lavorative passando ovviamente per la scelta della giusta foto e del corretto Job Title, sarà molto più semplice.

Dora Carapellese
http://www.doracarapellese.it/tolktolk

Chi è
Mirko Saini