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GIORGIA è in arrivo a Torino con il suo ORONERO TOUR – 26 aprile PALA ALPITOUR

GIORGIA è in arrivo a Torino con il suo ORONERO TOUR – 26 aprile PALA ALPITOUR

GIORGIA
26 aprile ore 21.00 – PALA ALPITOUR
Ultimi biglietti disponibili su www.ticketone.it
 
La tournée della cantante romana partita a marzo dal Forum di Assago (con il tutto esaurito) arriva finalmente al Pala Alpitour di Torino, con un palco “scarno e pulito”, come dice lei stessa prima del via, che però si anima con megaschermi e bracci robotici, e soprattutto con la sua voce, protagonista assoluta della carrellata tra vecchi e nuovi successi.
 
Lo show si apre con un’introduzione strumentale per poi lasciare spazio ad oltre venti brani che conciliano passato e presente: “E’ un momento della mia vita in cui mi trovo anche a fare piccoli bilanci – spiega Giorgia – e anche questa scaletta va un po’ in quella direzione. Nel mio percorso vedo però tanta coerenza e da questo punto di vista non ho grandi rimpianti”. Oronero Tour prende il titolo dall’ultimo album uscito lo scorso autunno su etichetta Microphonica/Sony Music Italy e già certificato Platino. L’album contiene il singolo attualmente in radio, “Vanità”, che Giorgia ha presentato, in qualità di super ospite, lo scorso febbraio al Festival di Sanremo.
 
L’album rinsalda la collaborazione tra la cantante e il produttore Michele Canova, già insieme in “Dietro le apparenze” e Senza paura” e conferma ancora una volta la grande capacità dell’artista di esprimersi appieno anche come autrice. Dei quindici brani inediti dieci portano la firma di Giorgia (tra gli altri autori anche Emanuel Lo e Pacifico), che grazie alla sua forte sensibilità artistica e alla sua potente carica interpretativa riesce a toccare le corde più profonde dell’animo umano.
 
Un album dove la cantautrice si svela nella piena coscienza della sua maturità artistica, senza filtri, e libera di esprimersi con una scrittura sempre più consapevole, e che lei stessa racconta così…

“Questo disco era previsto che uscisse prima, la scorsa primavera, ma ho voluto prendermi più tempo perché per me le canzoni necessitano tempo per essere scritte provinate poi dimenticate e poi affrontate di nuovo, ed eventualmente buttate!
Ci ho messo degli anni a capire che, quando Pino Daniele mi diceva che il disco è il tuo documento, quello che lasci di te, questo ha a che fare con sé, e comporta una lucidità interiore che o è tutta di istinto, oppure è frutto di ponderazione tempo e massima pretesa di coerenza da se stessi. La seconda, per me. O meglio l’istinto funziona quando senti che su quelle note ci può stare solo quella frase, ma poi servono mesi per accettarlo!
Con Michele Canova il produttore eravamo d’accordo stavolta, mentre nel disco precedente abbiamo mediato tra la sua visione delle sonorità e la mia, per questo la pensavamo uguale, elettronico nelle ritmiche come “Dietro le apparenze”, uso di synth, con il tocco umano di musicisti come Tim Pierce e Alex Alessandroni, senza disdegnare la manipolazione elettronica di cose suonate dal vero per creare un suono che non esiste in nessuna banca dati. La scrittura mia e di Emanuel le cui canzoni sono state anche stavolta fondamentali, è iniziata ormai quasi due anni fa, ho passato giorni a cercare qualcosa di melodico che somigliasse a qualcosa che mi piaceva, senza riuscirci… poi arrivava un bagliore, un collegamento che io chiamo con l’alto dove tu fai da strumento trascrittore, forse l’ispirazione e poi una canzone, intanto ho richiesto brani, dagli autori dei precedenti due dischi e a chiunque avesse qualcosa da farmi sentire, in questo caso scelgo un brano se mi emoziona la melodia e se sento che mi va di cantarla se no desisto, sempre rapportandomi al produttore ma una armonia rara ha regnato tra me e Michele.
Mi piace lavorare su basi su cui fare melodia e testo oppure lavorare su un testo in inglese perché la vivo come una sfida a mantenere quello stesso suono su un testo in italiano. Con Michele abbiamo lavorato tanto sulla preproduzione in modo che al momento di registrare sapevamo già cosa tenere e cosa ricercare.
Mentre lavoravo al disco sono accadute molte cose terribili, gli attentati francesi, la morte di amici cari, sentivo lo stato di angoscia rivelato dalle facce della gente comune per strada …
Questo c’è nei testi attraverso una visione totale e singolare insieme, con una attenzione all’insieme di tutti noi ma un obiettivo che è il ritorno all’individuo alla conoscenza profonda di sé e anche al riscatto di sé. Perché credo che per cambiare il mondo (ancora ci credo) si debba partire dal dentro di ognuno di noi lavorando sulla autocoscienza per portare fuori una consapevolezza diversa, e il vero ostacolo a questo pare essere il poco tempo che ognuno ha per sé, tra vita quotidiana e stimoli di tutt’altro tipo.
L’oronero come il petrolio è una risorsa della terra non delle macchine, o della plastica, e con l’esperienza e dove ci ha portato pare di capire che lì va lasciata, dove è preziosa, a lubrificare la terra, usata in ambiti diversi può diventare veleno.”
 Giorgia