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TIROMANCINO – Intervista a Federico Zampaglione

TIROMANCINO – Intervista a Federico Zampaglione

Prima dello straordinario ed esplosivo concerto che i Tiromancino hanno tenuto al Teatro Il Celebrazioni di Bologna la sera del 25-11-2016, abbiamo avuto l’immenso piacere ed onore di intervistare Federico Zampaglione.

Federico piacere di conoscerti, è un grande piacere essere qui con Te, uno dei miei miti se posso dire.
Grazie, ma stasera ti fermi per il concerto?
 
Ma certamente sì, nulla potrebbe mandarmi via. Oltretutto credo che tu con i Tiromancino abbia smentito il luogo comune per cui chi fa musica ‘colta’, ‘raffinata’ potremmo dire, sia destinato ad essere un autore di nicchia, perché invece hai da sempre un grande seguito, come questa serata soldout al Teatro Il Celebrazioni.
Sì, diciamo che gli arrangiamenti e le sonorità è vero, sono molto ricercate, però allo stesso tempo sono canzoni che portano un messaggio diretto, non sono testi arzigogolati dove si capisce poco il significato, ma sono testi che arrivano in modo molto diretto e questo, secondo me, è poi la chiave per arrivare ad un pubblico abituato ad ascoltare musica più semplice. Quando il messaggio ti arriva chiaro, ti avvicina a quello che stai ascoltando. 
 
Verissimo, ma è doveroso dire che per quanto diretti i tuoi testi non sono mai banali, un connubio che non è sempre facile raggiungere. Oltretutto è vero che canti di amore e di cose di tutti i giorni, ma tanto merito per avere anche preso posizioni forti come nella vicenda de “Il Rubacuori”, ed anche per avere contribuito a fondare l’etichetta INRI, dove troviamo sì cantautori di classe come Levante, ma anche gruppi d’assalto come gli esplosivi e polemici Linea77.
Grazie per i complimenti, sì i testi nella maggioranza dei casi li scrivo io. Ho collaborato con Pietro Camonchia in questa avventura, abbiamo fatto assieme quella mattata del disco di Richard Benson, ma ci siamo divertiti tanto.

Tu canti le cose di tutti i giorni, ma vedendo le vicende di cui abbiamo parlato, mi viene da pensare che hai anche un’anima rivoluzionaria dentro di Te.
E come no, certamente! Il fatto di non uniformarsi ad uno stile pop che va per la maggiore, già è una posizione abbastanza precisa, è l’evidente voglia di volere avere qualcosa di personale da rappresentare. E anche una esortazione a chi ha delle idee sue di non mescolarsi a tutto il resto, al grande coro generale. Seguire la corrente ti aiuta, perché poi ti fa arrivare più velocemente no? Ma noi stiamo lavorando anche sul fatto chele cose nel tempo rimangano, non soltanto successi momentanei o stagioni fortunate,  che poi svaniscono, ma di scrivere canzoni e portare avanti un discorso musicale che poi negli anni restino vive. Questo fa la differenza, perché se mantiene queste caratteristiche, paradossalmente nel tempo migliorano.
 
Le tue canzoni, anche dopo tanti anni, continuano a passare spessissimo, il che dà ragione a quanto hai appena detto.
Sì, sì, perché anche come tipo di sound non è alla moda, ma è molto personale  e quindi non può invecchiare.
 
Con Sanremo hai una specie di rapporto conflittuale, quasi di amore/odio pare, ma continui a provarci.
Io due volte sono stato a Sanremo, la prima nel 2000 e lì siamo arrivati secondi nelle Giovani Proposte, poi nel 2008 per l’appunto. Non ci sono più tornato e negli ultimi anni non mi sono mai presentato, Sanremo in realtà quasi quasi preferisco farla da autore. Siccome è una vetrina, un palco particolare, io devo controllare molto le mie cose, lì contano anche fattori come la fortuna o altri fattori incontrollabili, questo non mi mette di in un approccio positivo, quindi preferisco fare canzoni come autore ed affidarle ad altri autori, poi guardarmelo da casa.
 
Questa tua caratteristica di controllo e grande attenzione ai dettagli si vede anche dal tuo approccio ai video, sia clips che films, con risultati estremamente soddisfacenti e di grande successo.
Grazie, il video l’ho sempre molto curato, facendo cortometraggi, sperimentazioni, anche di avanguardia rispetto ai videoclip, riflette la mia passione per il cinema e le arti visive, quindi ogni volta che ho avuto modo di realizzare un videoclip tendo a farlo come se mi approcciassi ad un piccolo film.
 
Oltre le tue famose passioni per la musica ed il cinema, forse non tutti sanno che ne hai una terza, la boxe. Se per assurdo un giorno fossi costretto a sceglierne una da tenere ed abbandonare le altre, quale sarebbe la tua prima scelta?
Sì vero, anche la boxe. Ma senza dubbio la musica.
 
Con le tue canzoni e la tua musica parli nella maggioranza dei casi di amore e rapporti umani, mentre nei tuoi films tratti temi forti, decisamente forti (risate), horror e oltre, è il tuo ‘lato oscuro della forza’ che viene fuori?
(Risate) sì disumani! Sicuramente sì, è tirare fuori la dark side ed esprimerla senza timori, io ero appassionato da ragazzino di films horror, e quindi ho voluto provare a farlo. Certamente è il mio lato più dark.
 
Il tuo ultimo grande successo musicale, L’ultimo treno della notte, richiama quello che è considerato il film più violento di tutta la storia cinematografica italiana, se l’avessi richiamato io non so se mia moglie si sarebbe addormentata con me tranquillamente….
(Risate) e come no, di Aldo Lado con Enrico Maria Salerno, io ho usato quel titolo, ma nella canzone ho dato una impronta molto romantica. Se avessi dovuto fare un remake del film avrei fatto una cosa veramente tosta.
 
Quando nel 2009 scrivesti Il Rubacuori, eravamo in piena crisi economica, come descrivesti magistralmente nel testo,al di là dei proclami oggi non pare che la situazione sia radicalmente cambiata in meglio, che visione hai del mondo di oggi.
Oggi è un mondo un poco folle che ogni volta che ha la possibilità di dimostrare di avere del buon senso, fa invece vedere di non averlo. Io credo molto nelle persone, nel fatto che la gente abbia comunque qualcosa di buono da dare. Certo la politica è diventata un territorio veramente poco attendibile, tutto ciò che viene detto difficilmente viene poi confermato dai fatti, le parole e i fatti oramai appartengono a due mondi completamente diversi e questo un poco in tutto il mondo.
 
In questo momento ascolti qualcosa di particolare?
Io ascolto veramente di tutto, al momento sono molto sui dischi solisti di Mark Knopfler, e nel concerto di stasera un poco ve la sentirete questa influenza.
 
Per finire, cosa è per Te “Il respiro del mondo”?
Il respiro del mondo è la vita, l’arte, la musica, tutto ciò che vi tira fuori dalle cose negative, e che sono tante.
 
MAURIZIO DONINI

 
Credits:
si ringrazia l’Ufficio Stampa Teatro Il Celebrazioni per la preziosa assistenza,
il management Francesco Silvestri per la gentilissima disponibilità
Federico Zampaglione per l’impareggiabile cortesia, simpatia, ed il tempo dedicatoci
Nino Saetti per la splendida foto
 
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