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STEVE ROTHERY – Intervista al CHITARRISTA E FONDATORE DEI MARILLION

STEVE ROTHERY – Intervista al CHITARRISTA E FONDATORE DEI MARILLION

PER PARLARE DELLA SUA PRIMA PROVA SOLISTICA
“THE GHOST OF PRYPIAT”

Alla guida dei Marillion dal lontano 1978, anche se il primo album “Script For A Jester’s Tears” uscì nel 1983. Da allora Steve Rothery ci ha regalato splendidi assoli di chitarra e ha contribuito a rendere un capolavoro il loro terzo sigillo, “Misplaced Childhood”. Finalmente ad inizio 2015 esce “The Ghost Of Prypiat”, suo primo lavoro da solista, posticipato per dar spazio al doppio “Live In Rome”. Noi di Tutto Rock abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con il chitarrista britannico.

Ciao Steve e benvenuto tra le pagine di Tutto Rock. Finalmente un tuo disco da solista. Perché hai aspettato tutto questo tempo?
Perché ho trovato il momento giusto. Durante il Plovdiv Guitar Festival, ho trovato tante idee ed ho iniziato a scrivere i brani che sono poi stati racchiusi in “The Ghost Of Prypiat”.

La tua musica non ha parole, ma sembra avere ugualmente tanto significato, cosa vuoi esprimere con la tua musica?
Ti ringrazio, per me queste tue parole sono un complimento. Bellezza, tristezza, passione, perdita. La musica strumentale può unire tutto questo, se fatto con il cuore ed il sentimento.

Perché hai posticipato l’uscita di “The Ghost Of Prypiat” ed hai fatto uscire prima “Live In Rome”? Sicuramente un regalo per i tuoi fans italiani e per chi era presente al concerto!
Abbiamo filmato l’intero concerto per promuoverlo sul canale di YouTube ed è stato molto apprezzato. Poi ho pensato che il concerto era riuscito molto bene e mi dispiaceva lasciare il tutto così, quindi ho deciso di pubblicare subito il doppio cd ed il DVD ed in effetti la cosa è stata molto gradita da tutti.

Cosa ricordi di quella serata?
Panico!! Ho dovuto combattere con una forte tendinite!! Ma la serata è riuscita ugualmente molto bene e ne sono soddisfatto. Conserverò per sempre comunque un gran bel ricordo di quella serata e del pubblico italiano.

Parlami ora di “The Ghost Of  Prypiat”, come hai composto i brani?
Ho avuto alcune idee in testa per circa due anni ed insieme all’altro chitarrista Dave Foster, le abbiamo messe insieme durante il Plovdiv Guitar Festival di cui ti parlavo. Le canzoni hanno continuato ad evolversi anche per tutto il percorso di scrittura e di registrazione ed hanno preso la forma finale che puoi ascoltare nel cd. Ho finito di scrivere la title track negli studi della Real World.

Chi è “The Ghost Of Prypiat”?
I fantasmi potrebbero essere le persone che sono morte nel disastro di Chernobyl, i più anziani e soprattutto le donne cha hanno continuato a vivere lì anche con le altissime radiazioni o le molte persone che continuano a vivere anche oggi lì.

Hai finanziato il tuo album grazie alla piattaforma di crowdfunding Kickstarter. Ti aspettavi così tanto entusiasmo al riguardo?
Si, per una parte si, è stato sorprendente vedere il sostegno da parte di tantissime persone. Sicuramente è una grande soddisfazione.

Il crowdfunding sembra molto simile a ciò che i Marillion fecero nel 2001 con il preordine di “Anoraknophobia”, per il quale voi chiedeste ai vostri fan di finanziare il vostro progetto ben un anno prima che fosse realizzato. Possiamo dire che i Marillion sono stati dei pionieri in questo campo?
Si è vero, siamo i pionieri riconosciuti del crowfunding, è un modo che ti fa capire il rispetto dei tuoi fans.

Continuerai a scrivere musica da solista?
Si, ho giù buttato giù qualche idea e sto pianificando già il mio prossimo lavoro da solista.

Cosa mi dici dei Marillion? State preparando qualcosa?
Anche con i Marillion stiamo continuando la scrittura dei brani che finiranno sul nuovo album.

Per te è cambiato il tuo modo di suonare dagli inizi dei Marillion ad oggi?
Per me è una continua ricerca, ma più che altro per i suoni, perché secondo me suono con lo stesso stile di sempre. I suoni sono molto migliorati anno dopo anno e trovo che il suono non era molto buono su “Script For A Jester’s Tear”.

Se parli di suoni forse, anche se eravamo nei primi anni 80, ma io trovo che i tuoi assoli sia in “Script For A Jester’s Tear” ed in “Misplaced Childhood”, erano perfetti. Come crei un’assolo di chitarra? Quello di “Easter” è stupendo, passione feeling, intensità!!
Grazie ancora del complimento! La maggior parte dei miei assoli sono improvvisati e quello di “Easter” che tu hai citato, è nato così, ho seguito la melodia del brano e mi sono lasciato andare. Devo prima di tutto sorprendere me stesso.

Ti ricordi i tuoi primi passi nel mondo della musica? Cosa o chi ti ha fatto prendere la decisione di diventare musicista?
Ascoltando Pink Floyd, Genesis e Camel, sono queste le influenze che mi hanno ispirato e mi hanno fatto decidere di diventare un musicista.

Come hai incontrato le RaneStrane? Una delle nostre migliori realtà dei rock progressivo!
Avevo suonato con loro in un evento per il nostro fan club italiano. Sono bravissimi ragazzi e musicisti molto professionali.

Cosa pensi di loro e del rock progressivo italiano?
Penso che ci sono molte realtà eccellenti in Italia, bravissimi musicisti e compositori, ma purtroppo non ne conosco tantissime.

Ok Steve, è stato un vero piacere e grazie del tempo che ci hai concesso. Chiudi l’intervista come vuoi per i nostri lettori ed i tuoi fans italiani, che ti assicuro sono veramente tanti.
I tre concerti fatti in Italia prima dell’uscita dell’album mi hanno dato moltissime soddisfazioni e sicuramente tornerò per altri concerti. Amo l’Italia ed il popolo italiano. Ciao!!

FABIO LOFFREDO

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