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STEVE HACKETT – INTERVISTA ALL’EX CHITARRISTA DEI GENESIS PER PARLARE DI “WOLFLIGHT …

STEVE HACKETT – INTERVISTA ALL’EX CHITARRISTA DEI GENESIS PER PARLARE DI “WOLFLIGHT …

Non è la prima volta che ho il grande piacere di parlare con l’ex chitarrista dei Genesis, Steve Hackett, ma è come fosse stata per me veramente la prima volta. C’è sempre quell’emozione, quasi quel timore di avere dall’altro capo della cornetta telefonica, un’icona del rock, uno di quei musicisti che apprezzo da tantissimi anni. C’è sempre l’interrogativo di sbagliare, di fare una domanda inutile o stupida, perché cosa si può chiedere ad un artista come Steve Hackett? Ma lui ti mette a suo agio, con la sua calma scandisce le sue parole sapendo che sta parlando con una persona che parla una lingua diversa dalla sua, ti risponde ad ogni quesito sempre con entusiasmo, se non ti capisce si scusa se ti chiede di riformulargli la domanda. Un  vero Signore!! Abbiamo parlato del suo nuovo album “Wolflight”, di cui ne va particolarmente fiero, della sua carriera da solista, dei Genesis ed il risultato è ciò che segue.

Ciao Steve è un vero onore per noi poterti ospitare tra le pagine di Tuttorock.net. Dopo un paio di anni dedicati a riproporre i brani dei Genesis, sei tornato con un ottimo nuovo lavoro, “Wolflight”, ce ne vuoi parlare?
Grazie a voi di Tuttorock!! Era il momento giusto per ritornare con del materiale inedito. Per il titolo ho pensato ad Omero. Parlava di Ulisse che si risvegliava nel wolflight, l’ora prima dell’alba, quando i lupi iniziano la caccia, amo molto i lupi, sono animali fantastici e quello che vedi nella foto è di un allevatore di un posto vicino a Roma ed ho interagito una giornata intera con i lupi, sono animali intelligentissimi, ti studiano, capiscono le tue emozioni, i tuoi sentimenti, sentono se sei nervoso o no e se riesci ad interagire con loro in modo positivo, sanno essere anche molto tranquilli. Ho messo questa mia esperienza al servizio del nuovo lavoro ed ho voluto cercare di comporre musica universale e aperta ad ogni stile, a sonorità di ogni parte del mondo e cercare di far convivere varie culture e penso di esserci riuscito.

Si, ci sei riuscito perfettamente, te lo garantisco. C’è un brano a cui pensi di aver dato tanto? Mi spiego meglio, un artista come te che ha scritto pagine musicali che hanno fatto storia ed anche assoli immortali, c’è ancora qualcosa che ti entusiasma così tanto da riuscire a stupire te stesso? Scusa forse la domanda è contorta, ma spero che tu mi abbia capito!!
Certo, ti ho capito benissimo e se così non fosse allora non scriverei più musica, se si perde l’entusiasmo tutto finisce. Anzi ti ringrazio della domanda e ti rispondo subito che è la title track, “Wolflight” per me è un brano universale, perché racchiude il rock progressivo, la world music ma è anche un brano molto rock. Ci sono anche alcuni ospiti come Malik Mansurov, un musicista dell’Azerbaijian che ha suonato il tar e come Sara Kovics, ungherese che ha suonato il didgeridoo, strumenti sconosciuti che non ci appartengono direttamente, ma possono convivere perfettamente con la nostra cultura musicale, con il rock. “Wolflight” è un brano che unisce varie culture e ne vado molto fiero, un significato che mi ha dato la forza di dare il massimo sia in fase compositiva che quando ho dovuto imbracciare la mia chitarra per creare assoli ed accompagnamenti. La diversità multiculturale è il segno definitivo sia del brano che di tutto l’album.

Ascoltando i vari brani mi sembra che c’è molto progressive rock in “Wolflight”, se paragonato ai tuoi più recenti lavori. Sei d’accordo?
Può darsi, sicuramente mi è ritornata la voglia di suonare rock progressivo, ma non solamente il rock progressivo che si intende, ho cercato di esplorare più mondi ed universi, c’à anche molta musica classica, specialmente del Nord Europa e della Russia, c’è anche molta cultura Mediorientale, ho cercato di unire i generi più disparati che appartengono anche alla mia cultura musicale, ho sempre cercato di avere una mente molto aperta nella musica.

Quest’anno è anche il quarantennale del tuo primo lavoro da solista “Voyage Of The Acolyte”, quanto è stato importante per te quel disco?
Importantissimo, è stato il mio momento di libertà. Anche se avevo molto spazio nei Genesis nella composizione dei brani, ero sempre il loro chitarrista ed avere libertà assoluta è stato veramente fantastico, poi a quell’età ed anche se ci sono quasi tutti i miei amici/colleghi nell’album ahahahah!! Ne vado veramente fiero e penso di aver realizzato un gran bell’album!!

Si, sicuramente, secondo me il migliore insieme a “Spectral Mornings”. Cambieresti qualcosa riascoltandolo ora?
No, assolutamente no, ne sono felicissimo come lo sono oggi con “Wolflight”, forse in altri lavori che ho fatto qualcosa aggiusterei, ma non ne sono nemmeno poi tanto sicuro.

Ora sicuramente starai pianificando un nuovo tour e dopo circa due anni dedicati al tuo “Genesis Revisited”, sicuramente darai spazio anche a “Voyage Of The Acolyte”?
Si, certamente ci sarà molto spazio per “Voyage Of The Acolyte”, ne stavo parlando proprio con al mia band, Nick Beggs, Gary O’Toole. Roger King, ci sarà anche spazio per i Genesis e qualcos’altro dalla mia discografia e logicamente da “Wolflight”, saranno concerti molto lunghi ed impegnativi.

Cosa ascolta Steve Hackett!! Ci sono band anche giovani che pensi siano valide oggi?
Inutile che ti dica Beatles, perché è scontato, sinceramente non saprei, c’è tanta buona musica in giro, ma nomi di gruppi non m i vengono in mente, mi viene in mente Joe Bonamassa, grandissimo chitarrista blues, si, sicuramente lui è uno dei miei preferiti.

Un domanda breve, cos’è la musica per Steve Hackett?
Wow!! Domanda difficilissima!! La musica per me è cibo per la mia mente, mi nutre, mi dà pace. È nella mia vita, nei  miei sogni, è molto importante per me e per la mia vita. Ogni momento, ogni attimo c’è musica nella mia vita, non potrei farne assolutamente a meno.

E cosa ne pensi del Rock Progressivo oggi? Ha ancora senso secondo te parlarne? Ci sono molti giovani che si stanno avvicinando a questo genere nato oramai quasi 50 anni fa.
Se ne parliamo ancora, vuol dire che è un genere musicale ancora molto valido e ci sono tantissimi gruppi che lo rendono tale, ma ci sono anche altri generi validissimi. Poi come dici tu che ci sono molti giovani che si appassionano al progressive, è verissimo e questo è molto positivo.

Ora una domanda difficilissima, ma prendila anche come un po’ ironica, una domanda da un milione di pounds!! Sei Pronto?
Prontissimo!!

Nel booklet della tripla raccolta dei Genesis “R-Kive”, uscita lo scorso anno, c’è una foto recentissima che riprende te, Peter Gabriel, Phil Collins, Tony Banks e Mike Rutherford, sorridenti e spensierati, una foto che sta facendo sognare tantissimi vostri fans. Una volta per tutte, questa famosa reunion dei Genesis, di cui si parla da anni, sarà realtà o è pura utopia? Se non vuoi rispondere nessun problema, ti ringrazio ugualmente del tempo che ci hai concesso.
Nessun problema a risponderti, la voglia c’è, ma sicuramente rimarrà un’utopia. E’ tanti anni che non suoniamo insieme, siamo ancora tutto quanti molto amici, ma è difficile riunirsi con Tony, Phil, Mike e Peter. Ognuno ha la propria strada e non lo so sinceramente. Io sono pronto, ma sarà difficilissimo che diventi realtà.

Grazie ancora Steve per il tuo preziosissimo tempo ed a nome di Tuttorock ti ringrazio per averci onorato della tua presenza sul nostro web magazine. Finisci come vuoi l’intervista per i tuoi fans italiani.
Ringrazio tutti di cuore, amo l’Italia dai tempi dei Genesis e torno sempre a suonare da voi per l’affetto ed il calore che mi date, siete una grande famiglia per me. Ci vediamo prestissimo on stage, sto arrivando!!

FABIO LOFFREDO

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