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GIULIO RAGNO FAVERO – Intervista al bassista de Il Teatro Degli Orrori sul Rockconte …

GIULIO RAGNO FAVERO – Intervista al bassista de Il Teatro Degli Orrori sul Rockconte …

Ciao Giulio, grazie del tempo che ci dedichi. Ci siamo già incrociati un paio di volte musicalmente quando mi consigliasti di recensire Marina Rei e di ascoltare Beatrice Antolini. La Rei poi l’ho anche intervistata e mi ha raccontato della vostra collaborazione in termini decisamente interessanti ed entusiastici (album bellissimo peraltro). Anche Beatrice superba interprete.
Viva le donne, sempre!!!

Tornando a noi, polistrumentista, suoni indifferentemente chitarra, basso e batteria, studi estesi o affinità elettive? Possiamo presumere dalla tua storia che il basso sia il tuo strumento prediletto?
Nessun studio: se mi chiedi dov’è il do sulla tastiera della chitarra ci metto ancora un poco a rispondere.. però sto migliorando. Diciamo che il basso è l’unico che mi ha dato il “pane”. Però non so se è il mio prediletto.. forse semplicemente quello che suono meglio (non me ne voglia chi lo suona sul serio).

Oltre che grande musicista sei famoso per essere uno dei maggiori produttori, qualitativamente, del paese, dove c’è il tuo nome il successo è assicurato. Quali doti ed approccio ritieni debba avere un produttore?
Mi sa che ti sbagli: io non sono un produttore di successo, cerco semmai di esserlo di qualità. Come citavi prima, ad esempio, il disco di Marina ha venduto pochissimo ed è arrivato nelle orecchie di poche persone. Però è un bel disco, e lo rimarrà per sempre. Questo è il mio obbiettivo. Che comunque non raggiungo sempre. Per il mio modo di vedere il modo, l’approccio dovrebbe essere quello di fare dei passi avanti all’artista. E se non avanti, in qualsiasi direzione, anche all’indietro, se è il momento di farlo. Cerco di spronare il più possibile l’essere umano a tirar fuori il meglio o il peggio di se, ma comunque, la sua essenza, perché già è abbastanza svilente infilare emozioni in una paccotiglia di dati digitali, facendolo poi mentendo a se stessi e all’ascoltatore, è veramente miserevole.

Sei nella giuria del Rockcontest di Controradio, cosa ne pensi della situazione attuale della musica italiana?
In parte sono agghiacciato, e in parte cerco di fregarmene. Per tanti anni ho ritenuto necessario essere schifato in qualche modo, dalla parte dei “giusti” di quelli che pensano che la musica possa cambiare le cose. Oggi non ci credo più.. invecchiando ahimè si diventa molto poco romantici e ci si inaridisce, indurisce come il cuoio. La mia coscienza è di cuoio appunto, e non credo sia più importante pensare alla cosa nella sua totalità, ma molto meglio vedere il particolare, il locale, la minoranza, e cercare di portare il proprio contributo. Essere giurato a un contest è una cosa che mi stimola: adoro stroncare! Ma con giudizio, ed eleganza. Niente apre gli occhi come un “no” in questo mestiere, e più ne sai incassare, più crescerai e andrai avanti.

Che differenze ritieni ci siano tra i vari talent televisivi ed un rockcontest come questo? I talent hanno ribaltato l’assioma per cui prima vai in tv, poi diventi famoso e vai sui palchi; il rockcontest riporta tutto indietro facendo prima fare la gavetta live per affermarsi?
Beh son cose molto diverse: uno mira a impressionare un pubblico per la propria totalità di artista, esibendosi di fronte  a poche persone, e premiando la tenacia più che la voglia di diventare famosi. Il talent invece, personalmente, lo vedo come un varietà: è un programma televisivo, in cui si può essere ottimi giudici e consiglieri come Manuel, o pessimi e furbi come molti altri. Ma è “intrattenimento atto allo sfruttamento di musica e immagine” sostanzialmente non è poi così diverso dai casting che fanno le major con i provini degli sconosciuti, solo che è spettacolarizzato… diciamo che il divenire in “potenza” è diventato remunerativo per chi cerca un artista da promuovere. Ingegnoso. Ma è una delle possibilità, semplicemente la più nota, oggi.

Il partecipare alle giurie è visto da alcuni ‘puristi’ in maniera poco positiva, vedi tutte le polemiche (ma anche i plausi) relative alla partecipazione di Manuel a X-Factor. Personalmente ho trovato divertente ed istruttivo l’essere in giuria, con un contatto molto diretto con gli artisti, Tu che visione ne puoi dare?
I puristi, sono fuori dalla mia visuale: la maggior parte della gente che ha criticato Manuel, è gente che non sa nemmeno perché lo fa, non ha uno scopo nella vita, se non quello di dare “fiato alle trombe” per far sentire che esiste. D’altronde un famoso filosofo diceva “chi sa di avere una vita piccola, ha bisogno di ridurre quelle degli altri per sentirsi vivo”. Manuel ha fatto benissimo, perché sapeva cosa stava facendo: è un programma televisivo, e chi ha dei problemi con questa modalità di vedere la musica, vuol dire che non crede abbastanza in se stesso, infatti Manuel è identico a come è in salotto a casa sua, e dice le stesse cose che direbbe in situazioni simili, ma contesti diversi. Purtroppo il debole di pensiero, crede che tutto ci possa condizionare, e Manuel è la dimostrazione che questo non è così: lui spacca il culo sul palco, così come in una trasmissione tra le più lontane dalla sua provenienza. Nessun problema, d’altronde se sai chi sei, lo sei ovunque, così in guerra come in pace.

Sei sempre in pieno movimento, progetti in corso e progetti futuri?
Molti, troppi… ma è ancora troppo presto per parlarne. Sicuramente il 2017 mi vedrà su di un palco con cose nuove…chi vivrà saprà.

MAURIZIO DONINI

 
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