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BoomDaBash – Intervista alla band

BoomDaBash – Intervista alla band

Dopo la recensione del loro disco, Radio Revolution, intervistiamo la band:

Ciao ragazzi, il disco pur mantenendo una matrice reggae salentina, ha un suono molto più internazionale. È stata una scelta stilistica premeditata?
Niente, in quello che facciamo, è una scelta fatta a tavolino. Fin dall’inizio abbiamo sempre agito nella più totale naturalezza, non facciamo questo o quello per ottenere determinate reazioni o risultati. Ascoltiamo molta musica, di qualsiasi genere, è quindi naturale che tutto quello che metabolizziamo nei nostri ascolti lo ritrovi poi sotto forma di influenze nella nostra produzione musicale.

Siete salentini…lu sule, lu mare, lu jentu…ma anche tanti drammi che attanagliano la vostra terra, dall’Ilva alla Tap, a Cerano. Quanto tutto ciò influenza la vostra scrittura e quanto ve ne sentite portavoce?
La musica reggae è da sempre portatrice di denuncia sociale e cassa di risonanza per il disagio dei popoli. Sicuramente noi salentini, purtroppo, abbiamo molta carne da mettere al fuoco in questo senso. Tuttavia la responsabilità che sentiamo è quella di essere in prima linea in questa battaglia prima come cittadini e poi come musicisti. Il fatto di essere artisti molto seguiti è un vantaggio, in quanto possiamo portare questa battaglia agli occhi e alle orecchie di molti.

Le vostre sonorità potrebbero proiettarvi come una realtà molto mainstream… pensate che il dialetto salentino possa essere un limite o un’arma in più?
A quanto sembra per la grossa discografia e i grossi media musicali è un limite, come lo è l’inglese, d’altro canto. Le grosse emittenti italiane passano musica straniera continuamente ma se è un italiano a fare musica utilizzando l’inglese non va loro tanto a genio. Tuttavia è una mentalità che non ci ha mai toccato più di tanto. E’ stato grazie al mix dialetto-inglese che ci siamo guadagnati la grossa fanbase che abbiamo oggi. 

Qualcuno definisce i Boomdabash i nuovi Sud Sound System. È un paragone azzardato? Limitativo? E in ogni caso, vi lusinga o vi infastidisce?
Ci lusinga sicuramente visto che ci paragonano ad una grande band storica come i Sud Sound System. Definirci eredi però non crediamo sia giusto: si parla di eredi quando qualcuno è sul punto di “tirare le cuoia”, cosa che non sta accadendo con i SSS che sono anzi più attivi e vivi che mai! Ci piace essere definiti discepoli dei SSS, abbiamo imparato tanto da loro.

Voi siete una realtà venuta fuori dalle cantine, dalle dancehall.. negli ultimi anni tutto ciò si sta perdendo, soppiantato dal percorso dei talent televisivi. Come vi interfacciate con questo mondo così lontano dal vostro? e a tal proposito come nasce la collaborazione con Alessandra Amoroso?
Noi apparteniamo a una realtà diversa. Quando abbiamo iniziato a fare musica i tempi erano differenti, la gavetta pure. Registravi il tuo demo, facevi fagotto e andavi a bussare alle porte dei produttori. Oggi si va a fare i provini per Amici o X-Factor, è cambiato un po’ l’approccio alla gavetta, appunto. Tuttavia ognuno è libero di fare le scelte artistiche che meglio crede. Noi non parteciperemmo mai a un talent, cio’ nonostante non possiamo dire che dai talent non vengano fuori a volte artisti di grande talento e bravura come Alessandra Amoroso o Mengoni o i The Kolors, per citarne alcuni. La collaborazione con Alessandra è nata semplicemente dall’aver scritto un pezzo che da subito abbiamo pensato fosse perfetto per la sua voce. La apprezziamo tantissimo come cantante e abbiamo deciso di proporle la collaborazione.

Ambra delle Grottaglie

Members:
BLAZON
BIGGIE B
PAYA’
Mr.KETRA

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