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Andrea Van Cleef: intervista al leader dei Van Cleef Continental

Andrea Van Cleef: intervista al leader dei Van Cleef Continental

Da fan in passato una cosa simile mi è già capitata, mi spiego meglio, segui un gruppo, lo segui per anni, ti affezioni, sai tutto di loro, fanno dei begli album, arriva l’ultimo, un capolavoro e…il gruppo si scioglie…”MA NOOOOOOO!!!!”
Questo credo sia proprio quello che avranno detto i vostri fan caro Andrea.
Il vostro album è davvero molto bello, e ai tuoi concerti rende davvero molto, ma presto i Van Cleef Continental si scioglieranno e molti non l’hanno presa bene, vuoi dare una spiegazione a tutti x questa scelta?

I VCC hanno sempre avuto una vita travagliata. Abbiamo avuto tanti, tanti problemi di diversa natura. Ultimamente, prima dell’uscita del nostro ultimo disco Unda Maris, sono successe ancora cose da matti… Alla fine ha prevalso la stanchezza, anche se siamo contenti di gettare la spugna adesso, pensiamo che questo sia il nostro disco migliore.

Vero, Unda maris ha dimostrato di essere un gran disco e di entrare con qualità prepotente nell’ambito dell’heavy. Parlaci dell’album in generale.

E’ stato registrato in due “tempi”: il primo, in un fienile ristrutturato in Valsabbia. Il secondo, all’interno della Latteria Molloy l’estate scorsa, quando era chiusa per riposo stagionale. Abbiamo cercato di metterci tutto quello che si può trovare nella nostra musica: i pezzi più aggressivi, la psichedelia, un poco di Prog, alcuni attacchi Doom… e anche una ballata più dolce. Abbiamo cercato di condensare tutto quello che questa band avrebbe dovuto significare negli ultimi 40 minuti della sua esistenza.
Unda Maris: è un titolo in latino, ci piaceva l’idea di dare un’identità italiana ad un disco fondamentalmente europeo.
L’unda maris è un antico registro d’organo, in uso fin dal diciottesimo secolo.
Ma durante la lavorazione stavi pensando già di “gettare la spugna”?

Non lo so. La consapevolezza è arrivata solo dopo, per gli ennesimi imprevisti, per gli ennesimi problemi che rendono la vita difficile e fanno venire la gastrite… Mi è stato detto che c’è un tono un po’ malinconico/elegiaco nel disco, ma mentre stavamo registrando questi pezzi non avevo la percezione concreta della fine.

I tuoi compagni di avventura cosa ne pensano? avrebbero voluto continuare o la pensano come te che forse era meglio prendersi “una pausa”? ( è così che si dice quando vogliamo addolcire la pillola)
La situazione è un po’ particolare: Giorgio, il bassista è appena arrivato (in sostituzione del vecchio bassista, sostituzione legata a molti degli assurdi problemi di cui parlavo), quindi credo sia l’elemento con più entusiasmo e voglia di fare… Elena, a seguito della maternità, è un po’ uscita (giustamente, meglio per lei!) da molte delle problematiche relative al gruppo… Simone, alla batteria, è quello che ha condiviso con me tutte, ma proprio tutte le ultime disavventure degli ultimi anni, e credo sia d’accordo con me sul prendersi una pausa, per la nostra salute sicuramente sarà un bene…

Parliamo ora di cose belle, il vostro album, Unda Maris…davvero un piccolo capolavoro di 7 tracce. tra le mie preferite troviamo Monte altissmo, Drive e Muad’Dib (e non per la durata 🙂 )nello specifico quali sono i pezzi che più ti hanno regalato emozioni mentre li scirvevi?

Muad’Dib è sicuramente il pezzo che più mi ha coinvolto. Anche per la sua durata (14 minuti) racchiude tante cose in sé, e penso sia il più rappresentativo della personalità di una band così poco identificabile come la nostra. Mi piace l’idea di una cosa sola che in sé contiene moltitudini, anche discordanti tra loro. Penso sia un bell’epitaffio per la nostra storia. Poi c’è “the old world”, che ho scritto poco dopo aver saputo che sarei diventato padre, e che è stato per forza di cose un testo carico di emozioni fortissime e nuove. “Drive” è invece l’altro lato del mio vissuto, un pezzo sulla solitudine, che penso abbia dei passaggi che significano molto solo per me, ma proprio per questo lo sento molto mio, anche se non so quanto possa arrivare ad altre persone, è un “trip” molto personale.

Una forte emozione come quella di diventare padre la si prova poche volte nella vita…la tua prima volta com’è stata?

Così forte che credo non ce ne sarà un’altra! Hahahahhaha! Scherzi a parte, una cosa bellissima, impossibile da definire in maniera adeguata. Forse una rinascita anche per me. Tra l’altro la sera di quel giorno ero sul palco, per suonare con Vic du Monte, alias Chris Cockrell (il primo bassista dei Kyuss, una delle mie band preferite)… credo di non essermi mai sentito così vivo come in quelle ore, dopo la nascita di mio figlio.

Sono stato a 2 vostri concerti e devo dire che le emozioni fioccano quando suonate, c’è feeling con il pubblico, la qualità è alta, ci saranno altri modi di vederti in giro a suonare dal prossimo anno?

Grazie! Mi fa molto piacere, il live è sempre il momento più bello e emotivamente “forte” dell’attività di una band. I Van Cleef Continental faranno ancora un po’ di concerti… ricordo il 19 Agosto insieme agli Ufomammut alla festa di Radio Onda d’Urto qui a Brescia, un breve tour in Germania a fine Settembre… e poi la festa di addio a tutti, nella nostra Brescia, il 20 Novembre.

Ma sai bene che chi suona e chi è abituato a certi ambienti non può di punto in bianco mollare tutto e non fare più parte del circuito. hai progetti futuri?

Beh, smettere sarebbe impossibile. Oltre a un po’ di attività in alcune cover band (cosa che per qualcuno è meno “nobile”, ma che aiuta a pagare le bollette alla fine del mese – si tratta comunque di cover band in cui propongo roba a me non “aliena”: Johnny Cash, tanto classic rock…), i progetti “veri” al momento sono l’attività con gli Humulus, band stoner-doom di origine bergamasca, già conosciuta nell’ambiente e con cui sto per registrare un EP, e il mio secondo disco solista, che conto di registrare nel corso del 2016, anche se non ho ancora deciso che “dimensione” avrà.
Non vi siete ancora liberati di me, insomma.
Ci vorranno ancora un po’ di anni!

Voglio ben sperare, non ce ne sono poi tantissimi di musicisti di qualità e belli così poi…io pago le bollette vendendo le tue foto alle ragazze in giro per Brescia ahahhahahahah

Ah, ma è tutto merito dei fotografi che non mi ritraggono quando sono sudato e pieno di birra alla fine dei concerti, eh…

Io ti ho sentito cantare e suonare ad Iseo, al “Moskito”, anche con la febbre, non eri poi così male ahahahahah.

Insomma…
Con la mononucleosi! Mi reggevo in piedi a stento!

Tra l’altro grande posto il “Moskito”, panino buonissimo e l’ascolto del cd di fine concerto dei Mad Season, tanta roba…

Super posto per tutti gli appassionati di rock (e birra), si respira ancora l’atmosfera dei live club di una ventina di anni fa, molto caldi, molto rock!

A tua moglie mancherà tutto questo o la maternità le basterà per i prossimi anni a tenerla occupata?

Beh, è sicuramente un superimpegno, anche per me… credo che non le basterà, è un vulcano! Oltre all’attività con la scuola di musica di cui è direttrice (la SIEM di Brescia) ha un paio di progetti a cui sta lavorando… di certo non credo potremo suonare insieme per qualche anno… ci tocca fare i turni!

Ci parlavi della festa d’addio, dove e quando sarà? in fondo all’articolo metteremo tutte le vostr ultime date, così daremo la possibilità a tutti di vedervi.

L’ultimo concerto sarà al Lio Bar, storico locale! Sarà bello salutare tutti lì, il 20 novembre! Il nostro “ultimo valzer”!

Posto tra i più quotati a Brescia. noi di Tuttorock non mancheremo di sicuro.
A questo punto ti chiedo se vuoi fare una dedica o vuoi dire qualcosa a tutte le persone che ti hanno seguito in questi anni e in questi 4 album.

Grazie a chi ci ha voluto bene, se non abbiamo smesso prima è grazie a voi. Sapete chi siete, ci siamo fatti compagnia, a volte, e non è stato poi così male.



Daniele “DiKi” Di Chiara