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ACUSTICA – Intervista alla band

ACUSTICA – Intervista alla band

Eccoci con una nuova band gli Acustica, band pisana giovanissima. Ci presentano il loro primo album dal titolo Sul Fondo pubblicato il 23 settembre. Conosciamoli meglio anche su Tuttorock.
 
 
Ciao ragazzi! Visto che siete giovanissimi e avete appena pubblicato il vostro primo album potete presentarvi ai nostri lettori con tre aggettivi per ciascuno?
Abbiamo scelto tre aggettivi per ognuno che, oltre a descriverci, possano anche rappresentare ciò che crediamo siano le nostre potenzialità, sia personali che musicali:
Giovanni (batteria): Determinato, placido, costruttivo
Andrea (chitarra/voce): Creativo, curioso, sensibile

Marco (basso): Caparbio, meticoloso, empatico
 
Come è nato il progetto Acustica?
Il nostro progetto nasce dalle ceneri di un precedente progetto, portato avanti da Andrea e Marco, a cui si aggiunse Giovanni in un secondo tempo. Il progetto iniziale era più grezzo, forse più rock, e ancora andava verso la ricerca di uno stile, sia individuale che della band. In esso, erano racchiuse tutte le nostre idee musicali, ancora in evoluzione, ma a cui non eravamo ancora riusciti a dare la forma che volevamo, che sentivamo di avere in testa. Dopo un periodo di pausa e dopo l’arrivo di Giovanni sono nati gli Acustica. Inizialmente avevamo ripreso in mano i brani precedenti, poi ci siamo dati alla composizione di nuovi pezzi, che compongono adesso nostro primo album, e che finalmente lasciano intravedere un’immagine più definita della nostra idea musicale.
 
La vostra musica si inquadra in quella cosiddetta alternative/post rock, avete sempre ascoltato solo questo genere o anche altri? Quali sono le band che vi hanno ispirato?
In realtà il post-rock non è che una piccola parte di ciò che ascoltiamo e che ci piace, ancora meno lo è l’alternative rock. Ci piacciono molti generi diversi, e ognuno di noi ha artisti di riferimento ben diversi tra loro. Uno ama Buckethead, un altro si ispira ai Sigur Ròs, l’altro a David Bowie, non mancano ascolti variegati di artisti come Bjork, Radiohead, Bon Iver, Morricone, Coltrane e così via. Dal jazz all’elettronica, passando per tutti (o quasi) gli stili di rock, a volte anche metal, musica classica, insomma ce n’è per tutti i gusti.  Ciò che viene fuori dall’unione delle nostre idee va poi a ricadere circa a metà tra questi due stili di rock, ma per arrivare qui passa molta acqua sotto i mulini.
 
Il 23 settembre avete pubblicato il vostro primo album Sul fondo, come sono nati questi otto brani?
Il nostro disco non è un concept album ma, registrandolo e mettendolo insieme, ci siamo accorti che una storia la racconta. Ed è la storia di tutti, di sentimenti che si alternano, di crescita personale, di turbe giovanili che diventano consapevolezze di una mente più matura, ma sempre in crescita. È la storia qualcuno che si sta a poco a poco rendendo conto della sua crescita mentale, e parla ogni volta a una persona diversa, o alla stessa ma in modi diversi, e a volte a sé stessa. I brani sono nati in un periodo non più lungo di un anno. Un anno sembra poco, ma ha tirato fuori da noi ciò che stava dentro, rintanato da un bel po’, e che aspettava le parole (e la musica) giuste per uscire. I nostri brani nascono durante le prove, durante delle improvvisazioni, dove ognuno di noi si trova in un diverso stato mentale ogni volta, e mette nella musica sempre un pezzetto diverso di sé. Le nostre improvvisazioni vengono prese, affinate, ritagliate, e diventano canzoni.
 
Solitamente le nuove band di casa nostra cantano in inglese. Come mai voi avete optato per l’italiano?
Perché abbiamo pensato che, partendo la nostra musica in Italia, il nostro pubblico sarebbe stato più vicino ai nostri testi. Oggi è difficile trovare qualcuno che non spiccichi almeno qualche parola in inglese e, in effetti, spesso l’inglese è più musicale, soprattutto nella musica rock. Ma è inevitabile sentirsi più vicini a una storia raccontata nella nostra lingua madre, specie a primo impatto. Inoltre, ci piacerebbe da matti che il post-rock, l’alternative, lo shoegaze, o qualsiasi genere simile a ciò che facciamo, possa essere ricondotto anche alla musica italiana in un modo simile a come si fa con il panorama musicale inglese o americano. Quindi, nel nostro piccolo, proviamo a gettare qualche base.
 
Avete presentato il vostro album nella vostra città al Bordeline Club, suonare dal vivo le vostre canzoni che sensazione vi ha lasciato? Ora farete qualche live lungo lo stivale?
È sempre molto bello e stimolante suonare le proprie canzoni davanti a un buon pubblico, dà soddisfazione sentire che i pezzi escono fuori bene, sono ben curati, e che la gente li apprezza. E non mancano momenti di commozione sul palco, di profonda immersione in ciò che quel pezzo racconta. Abbiamo già cominciato a fare altri live nella provincia di Pisa, e siamo in attiva ricerca di date anche in altre regioni d’Italia.
 
Grazie ragazzi e buona musica!
 
MONICA ATZEI
 
 
 Band:
Andrea (chitarre, voci)
Marco (basso, cori)
Giovanni (batteria, percussioni)
 
 Link:
Facebook: https://www.facebook.com/acusticamusicband
Instagram https://www.instagram.com/acusticaband
Soundcloud: https://soundcloud.com/acusticaband
Youtube: www.youtube.com/channel/UCuRAxeqD_GQ8mhAV96Tv43g