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We Are Scientists – Live @ Circolo Magnolia, Segrate (MI) 7-6-2016

We Are Scientists – Live @ Circolo Magnolia, Segrate (MI) 7-6-2016

Tanti saluti, alla prossima, arrivederci, una calorosa stretta di mano e il sorriso rassicurante di chi è pienamente consapevole di aver dato ogni goccia di pelle e sudore per il proprio pubblico e perchè no, anche per se stesso.
Il 7 Giugno, periferia di Milano, Circolo Magnolia, quell’Idroscalo dal quale si possono scorgere gli aeroplani che con svizzera precisione puntano lo sguardo verso altri continenti. E se da qualcuno di quegli aeroplani avessero buttato l’occhio verso il Magnolia, cosa avrebbero percepito da lassù? La storia, quella con la “S” maiuscola, quella fatta di tragedie ed attualità che non vorremmo mai sentire è rimasta pesantemente fuori dai cancelli, ed è per questo che hanno inventato la musica, per  darci modo, per due ore o poco meno, di immergersi in un mondo parallelo, pur vicino e pur così distante… questa atmosfera sognante solo pochi gruppi sanno regalarla ai propri fans, ed uno di questi gruppi è sceso proprio da uno di quei mostri volanti per trasmetterci queste sensazioni.
Loro sono i We are Scientists, Keith Murray, Chris Cain e Keith Carne. In Italia questi nomi non hanno ancora l’appeal che i W.A.S riscuotono negli States.
Definirli “geni” della musica sarebbe irrispettoso verso altri grandi che hanno attraversato gli ultimi cinquant’anni di hits radio, ma vi assicuro che il termine non si discosta molto dalla realtà.
Facendo due chiacchere con il chitarrista, Keith Murray, ho avuto modo di scoprire l’umiltà e la genuinità di questi ragazzi californiani trapiantati nella ( sia per noi che per loro ) lontana New York.
Come molti giovani ( si perchè io a differenza di quello che faceva le foto, son giovane, eh eh , nds ) ho scoperto tempo fa i W.A.S su Youtube, e sin da subito, nelle mie fantasie mentali, che vanno dall’esagerato al paradossale mi son convinto che i W.A.S fossero la miglior band al mondo, termini che come esseri umani utilizziamo inflazionandolo così tante volte anche nell’arco della stessa giornata facendo perdere credibilità agli stessi termini e alle persone a cui li appiccichiamo addosso.  Comunque, rimango fermo nelle mie convinzioni, questi sono come tanti altre .. la miglior band al mondo!
E come ben sapete e sappianm, dopo queste ardite dichiarazioni, anche se fatte per proprio conto scatta l’inevitabile auto-riflessione auto-commiserativa del “ma non verranno mai qui a suonare” … Detto, fatto, il “mai dire mai” ha subito provveduto al cambio di scena… e si arriva al 7 giugno… Ma qui non si scherza, qui c’è sostanza… in tempo di Europei calcistici si potrebbe azzardare una radiocronaca minuto per minuto, di quelle che partono col “sono le ore 22e15 , la Band si appresta a salire sul palco dopo il riscaldamento, dagli spalti i tifosi son già pronti e inneggiano i propri beniamini…”
Fischio d’inizio, palla al centro e si parte con Return the Favor, già sale al tensione, qui non ci sono arbitri venduti e tackle assassini ma un batterista con gli attributi ( Keith Carne ), Chris Cain al basso che è un metronomo divertito e divertente e Keith Murray che un po’ come Dottor Jekyll e Mr. Hyde si trasforma da tranquillo ragazzo americano un po’ brizzolato ad invasato della chitarra. Wikpedia, fonte universale del piacere e del sapere li definisce Indie, Alternative, Post Punk Revival … no, no, no, la mia opinione, che conta meno di Thiago Motta in nazionale, questi sono una via di mezzo tra i Beatles e qualche refuso Punk, dei Beatles hanno le melodie dolci e suadenti, del punk la velocità, la chitarra ha quel piglio “speed” e “nervoso” che taglia via con una semplicità e fantasia ogni pezzo in programma, Keith Murray sembra tutt’uno con lo strumento, non più un uomo che imbraccia una chitarra ma un essere umano, altezza poco più di 1 metro e settanta che trasmette accordi ed elettricità. Passano i pezzi, la batteria tutta colpi di cassa di Make it Easy, le schitarrate che sanno tanto di Manchester di Dumb Luck, i nuovi pezzi da Helter Seltzer, ovvero Too Late, In My Head, Buckle, Classic Love , c’è né veramente per tutti i gusti. Il pubblico impazzisce, balla, salta, canta, si rimane letteralmente incollati al “televisore” dinamico che è quel palco del Magnolia, lì dove gli aeroplani non possono vedere i dettagli perchè han deciso di volare troppo in alto dai W.A.S.
Il finale è da applausi a scena aperta, Keith Murray, in un impeto rock d’altri tempi sale sulle transenne per un goliardico riff finale “very very rock’n roll star” e poi un salto all’indietro per chiudere in bellezza in mezzo alla propria gente e ricevere pacche sulle spalle, urli di giubilo, abbracci e complimenti a volontà. Ci pensa il batterista a staccare simpaticamente  “la spina” della chitarra e a decretare l’inevitabile “The End”. Forti questi ragazzi, si son divertiti una cifra pure loro a suonare in questa serata, una serata tra amici, si ride, si scherza, si suona ( tanto e bene ), ci si rilassa buttando giù un po’ di liquidi !
Giù il sipario e giù il cappello davanti ai We Are Scientist, il fotografo del quale non farò nome e cognome ( Diki di soprannome, nds, promessa mantenuta … eh eh ) commenta con la luce negli occhi che “questo è stato un signor concerto”.
Arbitro fischia, fine della partita e tutti negli spogliatoi? Ma manco per idea, i We Are Scientists trovano il tempo e l’energia per salutare, per firmare autografi, scambiare due chiacchere. Magnifici. Bisogna essere onesti, il pubblico non era “enorme”, probabilmente in Italia non hanno un seguito ancora consistente ( Italiani… svegliatevi please, nds ) anche se erano presenti tanti young americans che cantavano a squarciagola e a memoria i pezzi di questi 3 bravi ragazzacci!
Il concerto ha rasentato la perfezione, per quanto non ci fosse una folla oceanica, i W.A.S hanno letteralmente fatto uno show puro, divertendosi, scambiando battute con il pubblico, non risparmiandosi mai, professionisti allo stato puro, non sono musicisti da Sold Out, i W.A.S sono musicisti punto e basta!
Per fare il pignolo do solo mezzo voto in meno perchè non mi hanno fatto Don’t Blow It che ritengo sia uno dei loro pezzi più incredibili, ma non gli si può non voler bene e li si perdona per ‘sta volta dai !
Un ultimo assaggio per chiedere a Keith Murray se torneranno perchè non possono non tornare in Italia e lasciarci a digiuno! “Yes, we’ll come back, absolutely”, risponde Keith soddisfatto della serata. Grazie ai compagni di viaggio e ai We Are Scientists.
Quando torneranno … un’altra grande esperienza allo stato puro.
E per chi non c’era? E se non c’eri? E se avresti voluto e dovuto esserci? Cèraci!
Fine delle trasmissioni.

Report by CRISTIAN BRIGHENTI
Photoset by Daniele “DiKi” Di Chiara
 
Credits: si ringrazia Hub Music Factory per la gentilissima disponibiità e la perfetta organizzazione dell’evento.