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WACKEN OPEN AIR 2017 – 4st day 5-8-2017

WACKEN OPEN AIR 2017 – 4st day 5-8-2017

Splendido sole e fango ormai asciutto nella maggior parte dell’area concerti danno il benvenuto all’ultimo giorno di festival del 2017.

Per inaugurare la giornata scegliamo di seguire i Rage con la loro nuovissima formazione, che ci fanno ascoltare Season Of The Black in anteprima dal nuovo album, insieme a Blackened Karma. Sicuramente non una ventata di novità, l’impronta di Peavey è sempre sulle stesse corde, ma i pezzi funzionano e live hanno una carica in più. Per il resto il breve set ripercorre i punti salienti della carriera del gruppo tedesco, con brani fondamentali come Straight to Hell, Higher Than The Sky (con relativo omaggio a RJ Dio) e la bellissima Back In Time.

I nuovi membri fanno assolutamente il loro lavoro, con la batteria di Vassilios Maniatopoulos che è massiccia e precisa e riff e assoli di chitarra di Marcos Rodriguez che mostrano tutta la sua capacità tecnica, conditi sempre da sorrisi e facce buffe. Ottimo lavoro!
 
Formazione:
Peter Wagner – voce, basso
Marcos Rodriguez – chitarra
Vassilios Maniatopoulos – batteria

Setlist:
Don’t Fear the Winter Blackened Karma Straight to Hell
Black in Mind
Season of the Black (Premiere) Higher Than the Sky
Back in Time

Dopo un piccolo giro per esplorare i banchetti di cd e quelli di cibo ( per arrivare in tempo alle 11 al concerto dei Rage non ho fatto colazione, così mi dirigo verso gli hot dog olandesi con jalapeno e cipolle fritte per una vera colazione sostanziosa), mi sposto verso il Faster Stage per godermi il concerto di Max & Iggor Cavalera: Return To Roots, che mi sono persa a Bologna qualche giorno prima perchè mi trovavo già in terra teutonica, e che mi incuriosisce molto dato che non ero mai riuscita a vederli nei tempi passati, nonostante abbia visto un paio di volte i Sepultura con l’attuale formazione.
Lo show e relativo tour celebrano i vent’anni dall’uscita di un disco che è una pietra miliare per ogni metallaro della mia età, e che ha influenzato la musica metal negli anni successivi. La band parte subito convinta proprio con Roots Bloody Roots, e anche se magari Max non è al livello di vent’anni fa, il risultato è più che convincente: growl meno potente e un po’ sfiatato, ma tanto cuore per questa esibizione che emoziona e convince abbastanza. E’ un viaggio sul viale dei ricordi, da Ratamahatta a Cut-Throat, con l’ennesimo omaggio a Lemmy fatto eseguendo prima Orgasmatron in un medley e poi Ace Of Spades per intero (ma è l’unico brano che i Motorhead hanno fatto in tutti questi anni?) per chiudere nuovamente con Roots Bloody Roots, inserita a inizio e fine scaletta come a voler chiudere un cerchio.
 
Formazione:
Max Cavalera – rhythm guitar & vocals
Iggor Cavalera – drums
Marc Rizzo – lead guitar
Tony Campos – bass

Setlist:
Roots Bloody Roots (Sepultura cover)
Attitude (Sepultura cover)

Cut-Throat (Sepultura cover)
Ratamahatta (Sepultura cover)
Breed Apart (Sepultura cover)
Straighthate (Sepultura cover)
Spit (Sepultura cover)
Lookaway (Sepultura cover)
Dusted (Sepultura cover)

Born Stubborn (Sepultura cover)
Itsári (Sepultura cover)
Ambush (Sepultura cover)
​Dictatorshit (Sepultura cover)

Iron Man (Black Sabbath cover)
Beneath the Remains / Desperate Cry / Orgasmatron Ace of Spades (Motörhead cover)
Roots Bloody Roots (Sepultura cover)

L’attesa per l’esibizione del fantasmagorico Alice Cooper è tanta, so per certo che non deluderà le aspettative, ma sono anche curiosa di sentire come se la cava la nuova chitarrista che ha sostituito Orianthi, Nita Strauss.
Sicuramente non sono stata smentita, Alice sul palco è sempre esplosivo, teatrale, irriverente, un classico d’altri tempi che asfalta molte nuove leve per classe, attitudine e spettacolarità.
NIta oltre che essere bellissima è anche una chitarrista davvero brava e con un gusto ed una tecnica invidiabili da molti suoi colleghi; anche gli altri membri della band sono sempre ottimi, rendendo lo spettacolo davvero unico ed inimitabile.
Ovviamente non potevano mancare brani come No More Mr. Nice Guy, Poison, Feed My Frankenstein o School’s Out, con l’aggiunta della nuovissima Paranoiac Personality che non sfigura per nulla, e in chiusura un ulteriore tributo a Lemmy con (di nuovo…) Ace Of Spades, cantata egregiamente dal bassista Chuck Garric insieme ad Alice.
Uno spettacolo imperdibile, con il quale Alice si tiene stretto lo scettro di Re dell’horror e dimostra che a 69 anni si può ancora fare uno spettacolo ai massimi livelli e senza sbavature.
 
Formazione:
Alice Cooper – voce
Tommy Henriksen – Chitarra
Nita Strauss – Chitarra

Ryan Roxie – Chitarra
Glen Sobel – Batteria
Chuck Garric – Basso

 
Setlist:
Brutal Planet
No More Mr. Nice Guy Under My Wheels
The World Needs Guts
Woman of Mass Distraction
Poison

Halo of Flies
Feed My Frankenstein
Cold Ethyl

Only Women Bleed
Paranoiac Personality
Ballad of Dwight Fry
Killer (excerpt)

I Love the Dead
I’m Eighteen
School’s Out

Ace of Spades (Motörhead cover)
L’armata dei vichinghi Amon Amarth è ormai pronta ad infiammare il palco di Wacken, e con l’enorme elmo cornuto come scenografia (già vista nelle date di Milano e Bologna questo inverno) sulle note di Pursuit Of Vikings Johan Hegg e soci incominciano ad infiammare lo stage.
La scaletta, soprattutto nella prima parte, ripercorre quella di Bologna, con l’inserimento nella seconda di A Dream That Cannot Be su cui eseguono la featuring con l’immensa Doro Pesch, altra istituzione del metal teutonico.
La band negli ultimi anni ha raggiunto un successo universale, complice la proposta musicale estrema ma ben bilanciata con ritornelli melodici, la bravura nell’eseguire sempre show tecnicamente perfetti, la spettacolarità delle esibizioni e il fatto che siano continuamente in tour.
Sono una band che personalmente ho visto almeno 10/15 volte live, ma che non riesce a stufarmi od annoiarmi, finisco sempre per esaltarmi all’alzata del corno per brindare urlando Skoal, oppure al combattimento sul palco, o con le fiamme a profusione della bellissima Death In Fire oppure nel momento in cui sulle note della finale Twilight Of The Thunder God si alza possente Jormungand, l’enorme serpente della mitologia norrena.
 
Formazione:
Johan Hegg – Vocals
Ted Lundström – Bass

Johan Söderberg – Guitar
Olavi Mikkonen – Guitar
Jocke Wallgren – Drums

Setlist:
The Pursuit of Vikings
As Loke Falls

First Kill
The Way of Vikings
Cry of the Black Birds
Deceiver of the Gods
Father of the Wolf
Death in Fire

War of the Gods
Raise Your Horns

A Dream That Cannot Be (feat. Doro)
​Guardians of Asgaard

Twilight of the Thunder God

Veri e propri headliner della serata, è stata creata molta aspettativa per lo show degli Avantasia, che in questa edizione del Wacken Open Air portano uno spettacolo con ospiti diversi rispetto alle altre volte: alle voci ci sono l’immancabile Jorn Lande, sempre carichissimo e potente, Bob Catley ed Eric Martin esecutori di una prestazione praticamente perfetta, e Geoff Tate fantastico soprattutto sulle note medie, con qualche imprecisione sulle acute. Personalmento ho sentito la mancanza di Michael Kiske, che non ha partecipato a questo tour, ma la qualità delle voci presenti sopperisce quasi del tutto la mancanza.
E’ un’esperienza corale quella dello show degli Avantasia, dove la moltitudine di artisti sul palco e il pubblico uniscono le loro voci per dar vita ad uno show memorabile. Tobias come spesso fa, cerca di coinvolgere anche i fan dei Kreator in attesa di fronte al palco accanto,

prendendoli in giro e iniziando una sfida a colpi di cori, dove ovviamente vincono i cori indirizzati al biondo cantante.
Quella del Wacken è anche l’ultima data del tour della band, dato che da settembre Tobias Sammet sarà impegnato con il Monuments Tour degli Edguy, e probabilmente passerà qualche anno prima di poterli rivedere live, magari con un disco nuovo.
La mente di Tobi continua a sfornare canzoni bellissime, sia con gli Avantasia sia con gli Edguy, e nonostante la sua voce non sia più alta come nei primi album, si attesta comunque in un range di eccellenza; d’altra parte, con una vena artistica così prolifica, come potrebbe smettere di scrivere e cantare le sue composizioni? Speriamo di rivederli presto!

Formazione:
Tobias Sammet – voce
Sascha Paeth – chitarra
Miro Rodenberg – tastiere
Felix Bohnke – Batteria
Oliver Hartmann – chitarra
Herbie Langhans – cori
Amanda Somerville – cori
Geoff Tate – voce

Bob Catley – voce
Eric Martin – voce
Jorn Lande – voce

Setlist:
Mystery of a Blood Red Rose
The Scarecrow (with Jorn Lande)
The Story Ain’t Over (with Bob Catley)
Dying For an Angel (with Eric Martin)
Twisted Mind (with Eric Martin)
Reach Out for the Light (with Herbie Langhans)
Farewell (with Amanda Somerville)
Seduction of Decay (with Geoff Tate)
Avantasia  (with Geoff Tate)
Shelter from the Rain (with Herbie Langhans)
Runaway Train (with Bob Catley e Jorn Lande)
Promised Land (with Jorn Lande)
Let the Storm Descend Upon You (with Jorn Lande)
Lost in Space (with Amanda Somerville)
Sign of the Cross / The Seven Angels (everyone on stage)

Le luci rosse invadono il palco, due individui mascherati accendono dei candelotti fumogeni, i Kreator salgono sul palco e la devastazione ha inizio sulle note di Horde Of Chaos, per poi continuare sulla più tranquilla Phobia, la nuova Satan Is Real e via dicendo, sino alla classica chiusura sulle note di Violent Revolution e Pleasure to Kill. Spicca la mancanza di brani più violenti come Flag Of Hate, scelta probabilmente dovuta al fatto che anche Mille Petrozza quando si tratta di urlare a squarciagola è sembrato un po’ trattenuto, senza comunque andare ad inficiare la qualità del live. Qualche momento di emozione e commozione quando durante l’esecuzione di Fallen Brothers sui megaschermi alle spalle della band si alternano immagini di musicisti deceduti, tra cui Lemmy, Dio, Dime e Cornell. La band è sempre performante live, ma l’impressione che ho avuto è stata che con l’avanzare dell’età preferiscano dare importanza ai contenuti di denuncia piuttosto che alla pura violenza sonora fine a se stessa.

Degna chiusura di un’edizione del Wacken Open Air gestita in modo nettamente migliore rispetto ai precedenti, con band davvero valide e anche un paio di giorni di bel tempo, quasi un miracolo!
 
Formazione:
Mille Petrozza – Vocals / Guitar
Sami Yli-Sirniö – Guitar
Christian  Giesler  –  Bass
Ventor – Drums

Setlist:
Hordes of Chaos
Phobia

Satan Is Real
Gods of Violence
People of the Lie
Total Death
Phantom
Antichrist
Fallen Brother
Enemy of God

From Flood into Fire
World War Now

Hail to the Hordes
Civilization Collapse
Violent Revolution
​Pleasure to Kill

Report & photoset by ALESSANDRA MERLIN

Credits: si ringrazia il Wacken Open Air per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.