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SIMPLE PLAN “Taking one for the team tour” – Live @ Estragon Bologna 1-3 …

SIMPLE PLAN “Taking one for the team tour” – Live @ Estragon Bologna 1-3 …

E’ un mito del post-punk presente sulle scene mondiali ufficialmente dal 1999, ma in realtà attiva dal 1995 quando gli allora tredicenni fondatori, compagni di liceo, crearono la band dei Reset. Da allora ad oggi sono arrivati 7 milioni di dischi venduti e quasi 10 milioni di likes su Facebook ed una serie di successi clamorosi oltre che di collaborazioni di altissimo livello da Natasha Bedingfield a Sean Paul. Una versione, forse leggermente più edulcorata e addolcita, sicuramente meno tossica, dei Green Day. Migliaia di chilometri e di gradi fahreneit di differenza, ma la passione per il grande rock d’attacco in comune. 

E’ un boato selvaggio che accoglie l’entrata sul palco della band, “1 2 3 Buonasera Bologna” le prime parole di Bouvier  subito parte il delirio con la trascinante hit Official Overlod,  non materia per stare seduti stasera, “make fucking noise” aizza Bouvier, è primordiale l’ansito che esce dai petti della marea umana arrembante sotto palco. La distorsione di chitarre spacca in due l’hangar dell’Estragon e parte la devastante Jet Lag, pur senza la splendida voce della bellissima Natasha Bedingfield, rimane una canzone potente e ritmica, veloce e con una progressione infinita splendidamente eseguita dalla band in tripudio di braccia alzate. 

“Ciao Bologna. Salta Bologna!!”, ci fosse bisogno di dirlo!! Su Jump è tutto un saltare e pogare, migliaia di mani alzate. “Fucking sex city” aggiunge Pierre, e prosegue “saltiamo together ok???” mescolando l’inglese all’italiano. Jump è di quelle robe che la fai una volta dal vivo ed è come se fossi andato una settimana in palestra, lunga e rutilante. I’do anything è una singalong cantata a squarciagola da migliaia di persone, assieme a tutta la band, il battito delle mani alzate ed unite in un sabba ritmato ed incosciente è di totale sublimazione, le schitarrate violente e taglienti si mescolano ad una sezione ritmica imperiosa nel tenere al ta la bandiera. Si va in scioltezza verso il momento centrale ed intimistico del concerto con quello che è stato l’inno di una generazione, Welcome to my life, un anthem di infinita bellezza, altra perla immarcescibile. Poi si scatena il delirio sulla versione canadese di Boulevard of broken dream, Your love is a lie è di bellezza immaginifica, la voce Bouvier va a dipingere panorami tristi e melanconici, ma luminescenti di rarefatti sentimenti, il dolore di amori traditi arricchito da chitarre tirate e distorte, la ritmica pulita.  

Belle ragazze Bologna, beautiful girls, pasta e belle ragazze, rigatoni o spaghettini?  Ehi guys, you are lucky, Bologna belle ragazze e pasta”,  la saga dei luoghi comuni raccontata da Bouvier, l’incubo dei famosi , o meglio famigerati, spaghetti alla bolognese imperversano all’estero.  Uptown funk, cover del brano di Mark Ronson & Bruno Mars, è scatenante, con la line-up dei Simple Plan a devastare il palco con potente esuberanza e trascinando tutti i fans ad agitarsi con loro. Non c’è nemmeno Sean Paul stasera, ma Summer Paradise fa venire giù tutto il palazzo, il rullio delle pelli diventa un inno di battaglia, la voce del cantante muta, soffice come un cuscino di piume ed altrettanto misteriosamente attraente, melodica e contorta corre su un tappeto di migliaia di coristi inneggianti e poganti, arricchendo il tutto con enormi palloni biancorossi danzanti da spiaggia, tanto per tener fede al nome della canzone.  Succose note di piano, tonde e umide come gocce di pioggia, sono la nebbia che avvolge la succosa Crazy, dolce e malinconica, una ballad di incantevole semplicità, una trama semplice, ma perfetta per fare da colonna sonora ad un incontro per gli amanti. Sono panorami dolci ed al contempo intrisi di nostalgia quelli creati dai Simple Plan, un gioco di parole che serve ad introdurre la ritmata Nostalgic, alti e bassi, piani e forti, vocalizzi di Bouvier in stile crooner, acuti da fase pop, I’m just a kid grida Pierre, “I’m just a kid” risponde la folla , ritmo e melodia che si fondono assieme con la line-up a bordo palco che, anche qui, ricorda tanto la furiosa prima linea dei Green Day.  Qui si conclude la scaletta, ma ovviamente non è finita qui.

SIMPLE PLAN SIMPLE PLAN SIMPLE PLAN è l’invocazione che riporta la band sul palco!!
GRAZIEEEE MILLLLE “ E si attacca violentemente con Shut up. E si va di rock a tutto tondo con la potentissima Perfect world, sogno mai realizzato, chimera illusoria, ma che ci regala una canzone di impatto atomico, la batteria prende il comando delle operazioni facendo bollire le bacchette con violenza e controllo, la voce indurita di Bouvier, le due note pregnanti assieme agli effetti che a metà del pezzo vanno sapientemente a sporcare la trama.  Ci sono banali parole che possano descrivere una canzone immaginifica come This song saved my life? Siamo immolati sull’altare del rock dei Simple Plan e possiamo solo riempirci di bellezza occhi ed orecchie, lasciare che questa melodia degna di ammalianti sirene ci entri nell’io lenendo ferite e recando sollievo e felicità. E si va a chiudere cambiando completamente registro, imbracciata la chitarra Bouvier parte in solitaria acoustic session con la splendida Perfect, qui la sanno tutti a memoria e non c’è alcuna timidezza a cantarla, poi terminato l’intro esplodono luci e suoni ed il resto della band irrompe con potente rabbia declinata in musica, ci sono 1000 cantanti su questa traccia finale, “I’m sorry I can’t be perfect Now it’s just too late and We can’t go back I’m sorry I can’t be perfect”.

 Una band che si è costruita una ben precisa identità ed un successo clamoroso senza dover necessariamente cadere negli eccessi, quasi portati alla rovina, di simili gruppi, forse nel lontano Canada ci sono meno tentazioni che nella downtown di ElEi, quasi fatali ai gloriosi Green Day. Ma la sfilata di hit che hanno sciorinato in questi anni, ed in questa serata torrida di entusiasmo, con una presenza scenica e musicale di altissimo livello, ne fanno a diritto una delle band di riferimento mondiale, perlomeno nel genere in cui si muovono. Possiamo solo ringraziare VivoConcerti per averci regalato questi momenti in una location come il sempre accogliente Estragon di Bologna e tutta la band per la voglia e la qualità che hanno saputo mettere nell’esibizione, senza dimenticare il popolo del rock, senza di cui nulla di tutto ciò esisterebbe.

MAURIZIO DONINI
Photoset by NINO SAETTI
 
Credits: si ringrazia VivoConcerti per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento nel meraviglioso Estragon di Bologna.

Setlist:
 Opinion Overload
Jet Lag
Jump / I Gotta Feeling
I’d Do Anything
Boom
The Rest of Us
Welcome to My Life
Your Love Is a Lie
I Refuse
Uptown Funk / Can’t Feel My Face
Can’t Keep My Hands Off You
Summer Paradise
Nostalgic
Crazy
I’m Just a Kid
Encore:
Shut Up
Perfect World
This song saved my life
Perfect
 
Membri:
Pierre Bouvier – vocals
Chuck Comeau – drums, backing vocals
David Desrosiers – bass, backing vocals
Sebastien Lefebvre – guitar, backing vocals
Jeff Stinco – lead guitar
 
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