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QUEENS OF THE STONE AGE “Villains tour” op. Broncho – Live @ Unipol Aren …

QUEENS OF THE STONE AGE “Villains tour” op. Broncho – Live @ Unipol Aren …

La collana di perle che Indipendente Concerti sta inanellando in giro per penisola si arricchisce di una ulteriore chicca, alfieri del Stoner Rock, degni eredi dei fondatori Kyuss, i Queens Of The Stone Age aka QOTSA, si presentano in gran spolvero alla Unipol Arena. Una setlist che propone per due terzi gli ultimi due album, senza concentrarsi unicamente sul recente Villains, ma pescando a piene mani dal grande successo di Like a Clockwork e ripercorrendo all’indietro la carriera con 9 canzoni degli albums precedenti.
 
Se i Broncho hanno poco impressionato il pubblico della Unipol, appena si solleva il telo che cela la coreografia, ci si ritrova catapultati in uno scenario minimale, proprio come il deserto che circonda gli ‘stonati’ di Palm Springs, cactus flessibili e luminosi, gruppi di 4 fari che si alzano e si abbassano, non serve altro. Per il resto ci si basa sull’asse portante Homme-Fertita, artista quanto mai bravo e importante, che in questo live lascia le tastiere per sciorinare ogni tipo di chitarra possibile oltre la 6 corde, passando dalla 12 corde alla double-deck e deliziando per impatto e bravura.
 
L’attacco è subito da colpo basso allo stomaco con If I had a tail, la prima di un trittico che mette subito il pubblico ai piedi di Josh, ovvie, ma sempre gradite, dichiarazioni di amore per l’Italia e Bologna, battibecchi più o meno scherzosi con un dito medio mostrato da un fan, inviti a fare casino e tanto amore. Ma quello che manda in visibilio è un suono unico, un groove selvaggio e primordiale che alza un muro del suono immenso, i mantra di No one knows e The way you used to do, la liquida e sovrannaturale I sat by the ocean. Ed i QOTSA riescono, malgrado si presentino come una guitar band sul palco, ad aggiungere una sorda potenza ritmica ad una line-up che per la sua composizione ti aspetteresti più punteggiante, invece il suono che ne risulta è da paura. Un groove ossessivo che non cede mai un filo, una presenza imponente, Theodore non fa rimpiangere i titolati nomi che l’hanno preceduto e sorprende per la qualità del suo drummin’. Un live che conferma come la band abbia voluto tenere fede al titolo dell’ultimo lavoro registrato, ancora più duri, ancora più cattivi, decisamente Vilains.
 
MAURIZIO DONINI
Photoset by DANIELE DI CHIARA
 
Credits: si ringrazia Studios Online ed Indipendente Concerti per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.

Setlist:
If I Had a Tail
Monsters in the Parasol
My God Is the Sun
Feet Don’t Fail Me
The Way You Used to Do
You Think I Ain’t Worth a Dollar, but I Feel Like a Millionaire
No One Knows
Mexicola
The Evil Has Landed
I Sat by the Ocean
Smooth Sailing
Domesticated Animals
Make It Wit Chu
I Appear Missing
Villains of Circumstance
Little Sister
Sick, Sick, Sick
Go With the Flow
Encore:
Head Like a Haunted House
A Song for the Dead
 
Band:
Joshua Homme – voce, chitarra
Troy Van Leeuwen – chitarra
Dean Fertita – chitarra, synth
Michael Shuman –  basso
Jon Theodore – batteria
 
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