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HURTS “Surrender Tour 2016” – Live @ Alcatraz Milano 23-2-2016

HURTS “Surrender Tour 2016” – Live @ Alcatraz Milano 23-2-2016

La qualità. Esclusivamente la qualità è il plus che permette alle produzioni inglesi ed americane di confezionare prodotti, pop, rock, jazz che siano, che arrivano al cuore delle persone (oltre che una buona promozione, ovviamente!).

E qualità, gli Hurts, la band di Manchester che con il primo disco, Happyness, ha venduto qualcosa come 2 milioni di dischi, ne ha, tanta! Già a vederli Theo (Hutchcraft) e Adam (Anderson) sembrano destinati ad accaparrare tutta l’attenzione necessaria. Ieratici, sempre elegantissimi, con outfit caratterizzati da un’aura di minimalismo “mormone” e taglio di capelli in verità abbastanza nazi-friendly. E’ impossibile non puntargli gli occhi addosso ed ascoltarli fino all’impossibile. Probabilmente molto del loro successo è stato costruito grazie alla diffusione ipnotica di clip di grandissimo pregio (penso a “Wonderful life”, a “Blood, tears and gold”, a “Stay”, etc), eppure c’è qualcosa che colpisce della musica di questa band. Forse nel suono, forse in quell’eco d’ambiente che timbra le loro produzioni, in cui sembra catalizzarsi tutta la tristezza del nostro secolo, di questa vita. Eppure non hanno nulla di triste. Anzi, immagino che se in un party giri un loro pezzo, ci si possa divertire, eccome! Ma a “premere il fianco” c’è un tasto segreto, che poi è la cosa che me li fa piacere così tanto, e come me penso che questo succeda a gran parte dei presenti oggi all’Alcatraz di Milano per l’unica data del loro tour targato 2016. Quella nota diabolica che come un lenzuolo spostato da una folata primaverile di vento, dispiega il baratro in serbo per il genere umano. Tutta la sua futilità. Questo ci piace degli Hurts. Quello stesso “Infinito oltre la siepe” per cui Recanati, nel 1800 diventò il centro del mondo!

Il pubblico e gli addetti ai lavori, sono qui per la presentazione del terzo album della band, Surrender. E la band attacca proprio con la title-track, sfacciatamente! Alle prime note un boato incontenibile. Il coro iniziale mi riporta ai lavori degli Housemartins di Caravan of love. Il palco è quello dei sogni. Scandito dal doppio livello e un traliccio post industriale che ingabbia un fondale di luci e strobo. Sul primo gradino, Theo, i coristi, il pianoforte, la chitarra e il sintetizzatore di Adam. Sul secondo, la band, malcelata da un tessuto rado, trasparente come la verità, su cui campeggiava il titolo del disco.

La tenda vola via sul finale di Surrender e ho la sensazione che, tolto il dente dello “spot promozionale” possa cominciare il concerto vero e proprio. La scaletta è densa: Some kind of Heaven, Miracle, Why, Somebody to die for, Weight of the world, Blood tears and gold (la mia preferita), Evelyn, Illuminated, Affair, Rolling Stone, Lights, Sunday, Sandman, Wonderful life, Better than love, Wings… e poi i bis: Nothing will be bigger than us e la meravigliosa Stay.

Il pubblico è al settimo cielo per un set denso di citazioni esoteriche, di ricerca di luce, di bisogno di miracoli e tanti perché sul mistero di una vita che ci sfugge sempre più dalle mani. Il pop non è mai stato così poco effimero. Questo è il vero successo degli Hurts, che come chirichetti illuminati dalle luci colorate del rosone centrale stanno guardando Dio, sospesi sull’Inferno, e ce lo raccontano dall’altare. Il loro messaggio è importante, anche se hanno la faccia dei Bros. In fondo questo è il mistero degli angeli, no? Meravigliosi, perfetti per questo presente fatto di cinismo e cenere. Perfetti per lasciarci la speranza che da qualche parte, seppur irraggiungibile, ci sia di più!

Gli Hurts, dal vivo, ci hanno confermato quello che abbiamo sempre pensato. Oltre il prodotto ci sono due “cuori” che battono, due animali vivi che corrono in un bosco che, per quanto buio, è percorso da una magnifica energia. L’unico segreto per catturarla, è viverla!
 
MASSIMILIANO AMOROSO
Photoset by TUTTOROCK Photographers
 
Credits: si ringrazia Vivo Concerti per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
 
http://www.informationhurts.com
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https://www.youtube.com/watch?v=v5y3VomnDPA