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GIANNA NANNINI “HitStory tour 2016” – Live @ Teatro di Verdura, Palermo …

GIANNA NANNINI “HitStory tour 2016” – Live @ Teatro di Verdura, Palermo …

Il concerto comincia come deve cominciare, con una giusta e doverosa dedica per le vittime dell’incresciosa sciagura che si è abbattuta su Amatrice ed i comuni ad essa limitrofi. Niente retorica. Diretti al punto, senza più tornarci. Bisogna andare avanti. Bisogna sempre andare avanti. Qualsiasi cosa la vita ci getti dinnanzi.

E davanti a noi stasera c’è una meravigliosa sessantaduenne che nonostante un dichiarato stato febbrile, è qui, ad allietare una serata di fine agosto in cui più che mai c’è bisogno di distrarsi.
Gianna Nannini si presenta con un’elegante giacca rossa e una discreta grammatura di oro al collo. Così la si potrebbe confondere con qualsiasi signora che fa aperitivo su una terrazza delle tante ville Palermitane. Non fosse che più in basso indossa dei larghi shorts di jeans e scarpette da running piuttosto male in arnese che (sulla stessa terrazza) scandalizzerebbero e darebbero di che parlare per diversi giorni. Ecco, io partirei da questo. Metafora perfetta del suo show, del suo percorso artistico. Figlia dell’Italia che conta, ma pure animo libero, dotato di un’attitudine non di maniera, che l’ha resa, con giustizia, una delle pochissime donne “rock” al di qua delle Alpi.

Il set non concede grandi sorprese. Eppure è piacevole, ordinato. Nonostante i successi presentati, per loro natura, sarebbero meglio incastonati in un contesto di piazza che non “ingabbiati” nel meraviglioso Teatro di Verdura, forse più indicato per live più “intimi”.

Il pubblico (sold out in ogni ordine di posti) è alquanto eterogeneo. Ma anche qui la Nannini si dimostra vincente, riuscendo nell’impossibile intento di far cantare una canzone degli CCCP alla più casalinga delle casalinghe di “Voghera”. In diverse coi mollettoni in testa cantano convinte, con buona pace di chi vi scrive, perso in riflessioni personali piuttosto “eversive” per essere qui esplicitate.
Ecco, un’ altra nota brillante di questa serata. Le cover che l’artista toscana ha scelto di portare in scena. “Ciao amore, ciao”, “Dio è Morto”, “Lontano dagli occhi”, “Amandoti”, “L’immensità”. Pezzi della storia della canzone italiana che condiscono il suo consolidatissimo repertorio, fatto di grandi successi quali “Avventuriera”, “Ragazzo dell’Europa”, “Bello e impossibile”, etc…

Bellissimi alcuni arrangiamenti, grazie anche ad un sestetto d’archi che ha addolcito diversi passaggi, rubando lo scettro del comando ad un batterista titanico (soprattutto alla sua cassa, forse un po’ “fuori scala” per certi contesti) e di una coppia di chitarristi piuttosto difficili da arginare (gran suono, guys!).
Più di tutti, ho potuto apprezzare una dolcissima versione de “I maschi” e la declinazione “afro” di “Maledetto ciao”.
Su “Latin lover” la rocker senese ricorda dei suoi studi di violino che imbraccia con più di un riverbero d’ironia. E’ il tempo di un altro paio di pezzi (fra cui la bellissima “Meravigliosa creatura” cantata per lo più dal pubblico e dalle vocalist), la presentazione della band ed un paio di sentitissimi bis. Poi mi ritrovo risucchiato dalla lenta fila che porta all’uscita.
E’ lì che faccio le mie considerazioni finali. A chi accostare la nostra Nannini? Illuminazione. Ma certo… a chi se non a Iggy Pop?!!! Magari “Iguana” lui, “lucertolina” lei. Ma si, ci sta. Il loro incedere scoordinato, le loro mossine, la loro concretissima vaghezza.
Ecco cosa voglio fare da grande. Ma si, ora è tutto chiaro… voglio essere Gianna Nannini. Non credo ne faranno mai un film, ma di sicuro avrebbe una grande colonna sonora.

MASSIMILIANO AMOROSO
Photoset by AZZURRA DE LUCA

Credits: si ringrazia Musica e Suoni per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.

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