ELVIS COSTELLO “Detour 2016” @ Teatro Auditorium Manzoni Bologna 28-5-2016 

Di cognome scozzese, londinese di nascita, un aka ingombrante mutuato fra il nome di The KIng ed il cognome della nonna, di professione rocker, declinazione punk. Ecco mancare, per fortuna, alla promessa fatta 3 anni fa di cessare la produzione di album e tour, il Detour di Declan McManus al secolo Elvis Costello fa tappa nella bellissima venue dell’Auditorium Teatro Manzoni di Bologna. Aveva dichiarato che si sarebbe dedicato alla famiglia e sarebbe tornato sui palchi solo se avesse avuto bisogno di soldi, ma dubitiamo sia questo il motivo, d’altronde è una vita che mr. Costello attraversa i tempi e le mode con arguto sarcasmo ed ironia, da quando sostituì i Sex Pistols alle partecipazioni per beneficenza. La sua è sempre stata una forma di punk ben lontana dagli urli e dalle lotte urlate ed a volte volutamente maleducate del punk primordiale, non aspettativi di vedere strumenti distrutti o dati alle fiamme da questo artista.
 
Il prequel del concerto è una struttura che richiama uno studio televisivo, od una casa anche se no, in pieno stile vintage. Sulla mega televisione che occupa il palco passano clip dell’artista, copertine di dischi, sue foto da giovane, richiami alle canzoni (private eye private life su Watching the detectives). A luci spente passa la una tempesta elettrica di Monkey to man, divertente che venga scambiata per un pezzo cantato e contato nei pezzi concessi ai fotografi, malgrado l’artista stacchi continuamente le mani dalla chitarra, un legno che viene accarezzato per un lungo set acustico di altissima qualità che ripercorre i quattro decenni di vita musicale di Costello.
 
Polistrumentista a tutto tondo si passa dall’intimistica acustica alle raffinatezza del piano, uno one man show che tocca molte spiagge, pescando tra i grandi ed immortali successi come She ed Almost blue a pezzi meno noti dell’immenso baule di perle accumulate negli anni. Piccoli sapienti tocchi sui tasti con una grandezza sensibile che non perde niente quando imbracciata nuovamente una scura folk ed un panama bianco in testa, attinge alla splendida discografia della consorte Diana Krall, altra stella di prima grandezza,  fischietta canticchiando con suoni minimali ed incantevoli. Affabulatore di grande spessore, interloquisce spesso con lunghe storie ed aneddoti, gioca con il pubblico, tutte clip che si possono poi ritrovare nel suo libro appena uscito, Musica infedele e inchiostro simpatico, narra di Townshend, di quando riuscì a portare il riottoso Tom Jones sul piccolo schermo, storia raccontata dai protagonisti.
 
Panama in testa ed ukulele tra le mani diverte e si diverte, raccoglie entusiasmo ed applausi scroscianti, riprende l’elettrica e si lancia in sequenze distorte, Everyday I write a book la esegue passeggiando tra il pubblico nello sconforto della security, arrivando a sedersi tra gli spettatori increduli. Side by side la interpreta al piano con un megafono di cartone, e si chiude un duo Jimmie standing in the Rain bellissima e I want you letteralmente straripante. Un concerto che ha scatenato un entusiasmo meritato, spettacolo puro di grandissima arte, senza fiamme o lustrini, ma con un carico di grande musica da portarsi appresso.
 
MAURIZIO DONINI
Photoset by ANDREA NASCETTI
 
Credits: si ringrazia Studio’s Online e l’Auditorium Teatro Manzoni per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.