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CHILDREN OF BODOM “20 Years Down & Dirty Tour” + Forever Still + Oni ̵ …

CHILDREN OF BODOM “20 Years Down & Dirty Tour” + Forever Still + Oni ̵ …

Questa è la serata che tutti i fan dei Bodom aspettavano da anni, e finalmente saremo accontentati! Ma andiamo per ordine.

L’onore e l’onere di aprire la serata, in un Live Music Club che si sta ancora riempiendo, è degli Oni, band progressive canadese con alle spalle un buon lavoro in studio del 2016, “Ironshore”. Tecnica e violenza, un connubio ottimo per inaugurare la serata.
L’attenzione viene subito attirata dallo xylosynth di Johnny D, strumento sicuramente particolare ma il cui suono si fonde perfettamente con i brani del gruppo. Alla voce Jake Oni alterna in modo superbo growl e clean vocals, con una voce piena e potente con cui incita gli astanti ripetutamente. La risposta del pubblica è ottima, e nelle prime file parte violento il pogo. I riff martellanti, che alternano parti spiccatamente thrash death e parti quasi djent, sono suonati egregiamente da Brandon White con il chitarrista di supporto in sede live Martin Anders e accompagnati dal basso di Chase Bryant e dalla batteria di Joe Greulich. La proposta musicale dei canadesi è completa, matura e rappresenta un ottimo inizio per questa serata.

Formazione:
Jake Oni: Vocals

Martin Andres: Guitar (Not on Album) Brandon White: Guitar
Chase Bryant: Bass Joe Greulich: Drums Johnny D: Xylo-Synth

Tocca ora ai Forever Still, scelta molto criticata da una buona fetta di pubblico per la differenza sostanziale del genere musicale rispetto agli headliner. Il gruppo danese, capitanato dalla bella Maia Schønning, non si lascia intimorire e esegue una buona prestazione, incentrata principalmente sul loro full lenght del 2016, “Tied Down”; una parte del pubblico apprezza mentre una buona fetta si riversa al bar o a mangiare.
Il rock melodico che propongono è buono, ispirato a gruppi come Evanescence o i nostrani Lacuna Coil, e la voce di Maja è potente, pulita e precisa. La bella cantante inoltre in alcune parti sfoggia un buon scream graffiante che li differenzia un po’ dalle influenze citate prima. Per scelta stilistica la performance ruota tutta intorno alla frontwoman, e gli altri musicisti, seppur tecnicamente bravi, eseguono praticamente tutto il live al buio, completamente ignorati dal tecnico luci. Probabilmente da rivedere in un altro contesto.
 
Formazione:
Maja Schønning (vocals) Mikkel Haastrup (bass, keys) Jens Berglid (drums)
Dennis Post (guitars) Setlist:
The Last Day Awake the Fire Miss Madness

Fight
Tied Down I’m Out
Once Upon a Nightmare Breathe In
Save Me Scars

La folla inizia a rumoreggiare, si iniziano a sentire cori inneggianti ai Children Of Bodom, e di colpo, senza fronzoli, salgono sul palco Alexi e soci, carichissimi e pronti a infiammare il Live Club.

Deadnight Warrior è una botta nella stomaco, suonata con l’entusiasmo dei vecchi tempi, ma il pubblico va in delirio su In The Shadows, che live non viene suonata da tantissimi anni ed è un pezzo velocissimo e violentissimo, che alimenta ancora di più il pogo che si è formato. Si passa ora ad un brano più recente, anche se non meno apprezzato: Needled 24/7 mostra quanto siano in forma i Children Of Bodom sia dal punto di vista tecnico che vocale. La voce di Alexi infatti è piena e potente, e gli scream sono semplicemente perfetti. Dopo Black Widow, che non veniva suonata dal 2000, si passa a dei grandi classici dei loro live, Lake Bodom e Warheart, con il pubblico che si esalta ancora più di prima, anche se sembra impossibile. Un momento di respiro si ha con Angels Don’t Kill, uno dei brani più lenti della carriera del gruppo, giusto per riprendere un attimo di fiato prima di un’altra chicca della serata: Red Light in My Eyes Part.2, anche questa tratta dal primo album e mai suonata live dopo il 1999, a mia memoria.

Con il trittico Hate Me!, Downfall e Everytime I Die, suonate in modo ineccepibile, la band rimarca la sua superiorità all’interno del death metal melodico, con gli assoli di chitarra di Alexi e della tastiera di Janne che si intrecciano su virtuosismi elaborati.
Il frontman ora si ferma un secondo, si complimenta con il pubblico per l’entusiasmo, e dice di prepararsi per un pezzo ancora più veloce dei precedenti: Hate Crew Deathroll viene suonata più veloce rispetto al disco, ma la resa è incredibile.
Siamo ormai alle note finali, con la splendida Bed Of Razors e Children Of Decadence, ma il pubblico non ha alcuna intenzione di levare le tende. Dopo una breve pausa in cui gli astanti rumoreggiano, rientrano sul palco per l’ennesima rarità della serata: The Nail non veniva suonata dal 1998, e il pogo riparte ancora più vigoroso di prima. Con Towards Dead End si conclude così una serata indimenticabile per tutti i fan dei Children Of Bodom, ottima setlist e prestazione incredibile di tutti i membri del gruppo, da Henkka al basso, a Jaska alla batteria, Janne e Alexi con i loro assoli incrociati, e del nuovo chitarrista Daniel Freyman, il cui stile si amalgama perfettamente nella band, e che speriamo dia un buon apporto alla scrittura del nuovo album.
Una serata indimenticabile!

Setlist:
Deadnight Warrior In the Shadow Needled 24/7 Black Widow Lake Bodom Warheart
Angels Don’t Kill
Red Light in My Eyes, Part 2 Hate Me!
Downfall Everytime I Die
Hate Crew Deathroll Bed of Razors Children of Decadence Encore:
The Nail
Towards Dead End

Report & photoset by ALESSANDRA MERLIN

Credits: si ringrazia Vertigo per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.