Ben Watt & Bernard Butler – Live @ Bravo Caffè, Bologna 23-2-2017
La “traduzione” di questi nomi è di quelle da enciclopedia della musica: il primo è stato il fondatore, chitarrista e autore degli Everything But The Girl, fra i principali rappresentanti del nuovo corso musicale britannico dell’epoca, quel pop sofisticato che risentiva per contemporaneità delle sonorità new wave, ma che si voleva affrancare dal punk, dal caos, e anche dalla working class in rivolta che erano stati i pilastri del panorama musicale fino a poco prima, e sperimentava insieme ad una nuova estetica anche le possibilità sonore dell’elettronica, che allora rappresentavano il futuro. Il secondo è stato il co-fondatore, chitarrista e co-autore dei primi due album degli Suede, che non hanno bisogno di presentazione.
Il progetto musicale è di Watt, un artista “multitasking” che oltre alla carriera di musicista è anche produttore, conduttore radiofonico, dj e scrittore (pure premiato per alcuni dei suoi libri). Per elaborare i suoi brani ha chiamato Butler, un connubio partito non benissimo – lo racconta lui stesso al pubblico, insieme a tanti altri episodi anche molto privati della sua vita – ma che ha poi trovato una sua chiave e si è talmente consolidato che sono ormai anni che il duo Watt-Butler scrive, produce e va in tour. Certo i numeri sono limitati, ma la sostanza c’è tutta. Gli strumenti a disposizione: chitarre acustiche ed elettriche, tastiera e voce. Ogni canzone ha una sua storia – che viene raccontata quasi sottovoce da Watt e dalle quali emerge una vita non semplice e poco patinata – e una sua atmsfera che nonostante la scarsa orchestrazione, o forse proprio per questo, non manca di coinvolgere. Un concerto che è anche la storia di una vita, quella di Watt, che suona con piacere e anche un po’ di orgoglio la prima canzone che scrisse solo diciottenne e dalla quale partì tutto, molti i brani dai suoi ultimi recenti lavori solista Hendra del 2014 (da cui è stato realizzato anche un documentario) e Fever Dream del 2016, senza dimenticare naturalmente qualche rimando al passato “famoso”, che fa immensamente felici quei fan arrivati al concerto con i vinili originali dell’epoca per la firma di rito. Un’ora e mezza di musica e parole che sono felice di avere ascoltato.
ANGELA ZOCCO
Photoset by NINO SAETTI
Credits: si ringrazia il Bravo Caffè isola felice di grande musica.
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