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AFTERHOURS + IL TEATRO DEGLI ORRORI – Live @ Beat Festival, Empoli (FI) 27-8-2016

AFTERHOURS + IL TEATRO DEGLI ORRORI – Live @ Beat Festival, Empoli (FI) 27-8-2016

La stupenda cornice del parco Serravalle ospita uno degli eventi più importanti dell’estate toscana, il Beat Festival, giunto quest’anno alla seconda edizione: un’area verde allestita con food truck, numerosi palchi e spazi allestiti per chi vuol godersi una serata in città all’insegna del buon cibo e dell’ottima musica. Dopo il primo appuntamento di ieri con la Bandabardò, questa sera la programmazione è dedicata all’alternative rock italiano, con due delle band più importanti del genere, Il Teatro degli Orrori e gli Afterhours, questi ultimi in tour per presentare dal vivo il nuovo album di recente pubblicazione, Folfiri o Folfox,accolto positivamente da pubblico e critica.

I primi a salire sul palco sono Il Teatro degli Orrori, e vista l’ora (sono le 20,30) e la mancanza di comunicazione da parte dell’organizzazione ancora non sono molti gli spettatori presenti per assistere al concerto: poco importa a Pierpaolo Capovilla e soci, che cercano di scaldare i presenti con i brani dell’omonimo ultimo album: Disinteressati e indifferenti, La paura e Cazzotti e suppliche arrivano dritte come un pugno nello stomaco, e via via che il pubblico continua ad arrivare, si  crea l’atmosfera che una band con lo spessore de Il Teatro degli Orrori merita.

Le nuove canzoni sono sicuramente di grande impatto live grazie alla presenza di Kole Laca alla seconda chitarra e Marcello Batelli alle tastiere, evoluzione di una band che dopo il discusso terzo episodio Il mondo nuovo è tornata riproponendo una produzione all’altezza della sua fama come l’omonimo ultimo album dell’ottobre 2015. L’inconfondibile riff iniziale di chitarra apre uno dei brani di maggior successo della band vicentina, E’ colpa mia, che il pubblico accompagna a gran voce; con Lavorare stanca e Il lungo sonno (lettera aperta al partito democratico), Il Teatro degli Orrori propone due canzoni che  l’attenzione a temi attuali della società e della politica italiana. Majakovski e Padre nostro riportano all’introspettività e alla riflessione sulla condizione umana del secondo album A sangue freddo, e per concludere la band propone il brano con cui si è fatta conoscere al grande pubblico , Compagna Teresa: un’esibizione intensa e densa di energia, a cui il pubblico tributa un grande applauso.

Band:
Francesco Valente – batteria e percussioni
Giulio Ragno Favero – basso elettrico
Gionata Mirai – chitarra elettrica
Marcello Batelli – chitarra elettrica
Kole Laca – tastiere elettroniche
Pierpaolo Capovilla – voce

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Durante il cambio palco, un rappresentante dell’organizzazione ringrazia tutti i presenti e in memoria delle vittime del recente terremoto nel centro Italia, viene osservato un minuto di silenzio; il tempo di una birra e una sigaretta, e tutto sembra essere pronto per l’ingresso degli Afterhours, mentre tanti sono i fan arrivati al main stage del Beat festival, per vedere dal vivo la band milanese, da poco orfana di due componenti storici, il batterista Giorgio Prette e il chitarrista Giorgio Ciccarelli che recentemente hanno lasciato il gruppo

Il primo a salire sul palco in solitaria è Manuel Agnelli, chitarra in mano esegue Grande, brano che apre anche l’ultimo album Folfiri o Folfox, l’aspettativa degli spettatori presenti è palpabile, e la calda voce del cantante milanese non tradisce le attese: gli altri componenti della band fanno il loro ingresso a metà del brano, e la melodia si fa piena ed armoniosa, per un’apertura di concerto davvero emozionante. Ti cambia il sapore riporta a melodie marcatamente più rock, la polvere inizia a sollevarsi e l’atmosfera si fa più calda, Il mio popolo si fa viene anticipata dai ringraziamenti di Manuel Agnelli ai tanti fan presenti, “ci sono cose che finiscono ma in realtà non finiscono”: la storia ultra ventennale della band ne è la testimonianza. Non voglio ritrovare il tuo nome chiude la presentazione iniziale del nuovo album, gli Afterhours vanno poi infatti a riproporre brani dei loro album precedenti: Ballata per la mia piccola iena viene accolta con grande entusiasmo e l’interpretazione della band è davvero carica di emozione, mentre un intermezzo strumentale fa da preludio a Varanasi baby: i feedback delle chitarre e del violino si accavallano in un gioco di suoni che riportano alla psichedelia dell’album Quello che non c’è.

Le melodie tornano più dolci con E’ sbagliato ma ci rende simili, la band cerca e trova il supporto del pubblico con il battito delle mani; Manuel Agnelli torna in una veste più da cantautore con Padania, brano tratto dall’omonimo album del 2012, forse tra i più introspettivi della band; con Ne’ pani ne’ pesci gli Afterhours ritornano all’ultimo album prima del brano che li ha portati alla consacrazione nel panorama rock italiano Male di miele: la polvere davanti al palco si alza per il pogo dei fan che accolgono il brano in tutta la sua potenza. Cetuximab è un intrecciarsi di suoni e feedback, la band si scatena e i componenti iniziano una danza che esalta il pubblico, prima di lasciare il palco per far spazio al pianoforte per un’interpretazione da brividi da parte di Manuel Agnelli di L’odore della giacca di mio padre. Il sangue di Giuda riporta le sonorità dello show su binari più rock, Bungee jumping è uno spaccato sulla malinconia che attanaglia l’essere umano, mentre La vedova bianca riporta il tema della conflittualità relazionale tra uomo e donna. La prima parte del concerto sta volgendo al termine, prima però la band milanese torna all’album Padania con il brano Costruire per distruggere, che anticipa le sonorità incalzanti di Fra i non viventi vivremo noi e l’ultimo brano Se io fossi il giudice: una pausa è necessaria dopo una prima parte intensissima di concerto.

La band ritorna più carica di prima, Manuel Agnelli sprona i fan con Le verità che ricordavo e Strategie eseguita in versione rock, davanti al palco il polverone si alza sempre più fitto; Pop (una canzone pop) e Non è per sempre vanno a chiudere il primo encore in modo più melodico; gli Afterhours si concedono un’ultima pausa per poi tornare sul palco, Manuel Agnelli si sofferma per un momento sul recente terremoto, senza retorica invita tutti gli spettatori presenti a non lasciare le persone coinvolte sole, ed il momento è davvero toccante, la band lo accompagna proponendo Quello che non c’è e chiude l’esibizione con la psichedelica Bye bye Bombay: ancora una volta, gli Afterhours dimostrano dal vivo di essere il gruppo italiano di maggior spessore nel panorama rock alternativo italiano, capaci di emozionare come forse nessuno e allo stesso tempo di graffiare con potenti riff e arrangiamenti psichedelici.

Membri: 
Manuel Agnellli – vocals, guitars; 
Roberto Dell’Era – bass; 
Rodrigo D’Erasmo – violin; 
Xabier Iriondo – guitars; 
Stefano Pilia – guitars; 
Fabio Rondanini – drums.
 
Contatti:
http://www.afterhours.it 
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https://www.youtube.com/Afterhoursofficial 
http://soundcloud.com/afterhours-official 

ALESSANDRO FABBRIZZI
Photoset by DANIELA NUVOLONE

Credits: si ringrazia la Davvero Comunicazione per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.