AFTERHOURS “Folfiri o Folfox tour” – Live @ Vox Club, Nonantola (MO) 31- …
11 Aprile 2017
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Al Vox di Nonantola si celebra la data conclusiva del tour di “Folfiri o Folfox” che Manuel e compagni hanno portato in giro per l’Italia. L’apertura è affidata ad Andrea Biagioni, prodotto da X-Factor, sui cui preferisco calare un velo di silenzio, ma per fortuna arrivano sul palco gli Afterhours. Dopo il trio con cui ha girato l’estate, con risultati eccellenti, Manuel ha rimescolato per l’ennesima volta le carte della line-up, ed ha ottenuto la famosa quadratura del cerchio.
La trasformazione della band è tangibile, il suono è diventato enorme, una pressione sonora limpida e martellante, Rondanini e Dell’Era sono una macchina da guerra che non si ferma mai, Pilia con la sua chitarra si integra alla perfezione con Xabier che spesso, come sempre, si dedica ad effetti speciali, Manuel è in forma strepitosa come, in tante volte, non l’ho mai visto. La voce non cede mai, il livello interpretativo è di assoluta grandezza, siamo di fronte ad una band che ha scavalcato il limite tra la musica italiana e quella internazionale e che in questa formazione si può proporre su qualunque palco e confrontarsi con qualunque band estera senza tema. L’unica nota rivedibile è l’inserimento del bravissimo Rodrigo il cui meraviglioso violino è parso soffocato dalla massa di suoni generata dai compagni, ma i cui influssi restano semplicemente paradisiaci.
Per il resto la setlist ha suonato tutto il nuovo album, come logico che sia, infilandoci le grandi hits del passato, intercalate dai passaggi personali di Manuel, come in Non voglio ritrovare il tuo nome riferito alle delusioni da parte delle persone al dolore per la malattia del padre riassunta in Ti cambia il sapore. La seconda parte del set è esplosivo aprendosi con una atomica interpretazione di quella che è una delle canzoni più belle di tutta la discografia italiana, Male di Miele, dal mitico Hai paura del buio?, le tre chitarre degli After ruggiscono all’unisono facendo pogare anche i custodi dei parcheggi a chilometri di distanza. Immancabili la malinconica Bye Bye Bombay, la rugginosa Padania, per chiudere con la classica Quello che non c’è.
Il quarto di secolo degli Afterhours ci presenta una band che è diventata adulta scavalcando il limite di gruppo alternative, di nicchia, proponendosi a pieno diritto come i numeri 1 in Italia e con ampie prospettive internazionali.
MAURIZIO DONINI
Photoset by DANIELE AVERSANO
Credits: si ringrazia Studio’s e Vertigo per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
La trasformazione della band è tangibile, il suono è diventato enorme, una pressione sonora limpida e martellante, Rondanini e Dell’Era sono una macchina da guerra che non si ferma mai, Pilia con la sua chitarra si integra alla perfezione con Xabier che spesso, come sempre, si dedica ad effetti speciali, Manuel è in forma strepitosa come, in tante volte, non l’ho mai visto. La voce non cede mai, il livello interpretativo è di assoluta grandezza, siamo di fronte ad una band che ha scavalcato il limite tra la musica italiana e quella internazionale e che in questa formazione si può proporre su qualunque palco e confrontarsi con qualunque band estera senza tema. L’unica nota rivedibile è l’inserimento del bravissimo Rodrigo il cui meraviglioso violino è parso soffocato dalla massa di suoni generata dai compagni, ma i cui influssi restano semplicemente paradisiaci.
Per il resto la setlist ha suonato tutto il nuovo album, come logico che sia, infilandoci le grandi hits del passato, intercalate dai passaggi personali di Manuel, come in Non voglio ritrovare il tuo nome riferito alle delusioni da parte delle persone al dolore per la malattia del padre riassunta in Ti cambia il sapore. La seconda parte del set è esplosivo aprendosi con una atomica interpretazione di quella che è una delle canzoni più belle di tutta la discografia italiana, Male di Miele, dal mitico Hai paura del buio?, le tre chitarre degli After ruggiscono all’unisono facendo pogare anche i custodi dei parcheggi a chilometri di distanza. Immancabili la malinconica Bye Bye Bombay, la rugginosa Padania, per chiudere con la classica Quello che non c’è.
Il quarto di secolo degli Afterhours ci presenta una band che è diventata adulta scavalcando il limite di gruppo alternative, di nicchia, proponendosi a pieno diritto come i numeri 1 in Italia e con ampie prospettive internazionali.
MAURIZIO DONINI
Photoset by DANIELE AVERSANO
Credits: si ringrazia Studio’s e Vertigo per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.
Setlist:
Né pani né pesci
Qualche tipo di grandezza
Oggi
Il mio popolo si fa
Ballata per la mia piccola iena
La sottile linea bianca
San Miguel
Musa di nessuno
Non voglio ritrovare il tuo nome
Ti cambia il sapore
Cetuximab
Grande
Costruire per distruggere
La tempesta è in arrivo
Noi non faremo niente
Se io fossi il giudice
Folfiri o Folfox
Fra i non viventi vivremo noi
L’odore della giacca di mio padre
Encore:
Male di miele
La verità che ricordavo
Tutti Gli Uomini del Presidente
Bye Bye Bombay
Encore 2:
Intermission (Ophryx)
Padania
La vedova bianca
Ci sono molti modi
Encore 3:
State Trooper (Bruce Springsteen cover)
Quello che non c’è
Band:
Manuel Agnelli – voce
Xabier Iriondo – chitarra
Stefano Pilia – chitarra e tastiere
Roberto Dell’Era – basso
Rodrigo D’Erasmo – violino
Fabio Rondanini – batteria
Né pani né pesci
Qualche tipo di grandezza
Oggi
Il mio popolo si fa
Ballata per la mia piccola iena
La sottile linea bianca
San Miguel
Musa di nessuno
Non voglio ritrovare il tuo nome
Ti cambia il sapore
Cetuximab
Grande
Costruire per distruggere
La tempesta è in arrivo
Noi non faremo niente
Se io fossi il giudice
Folfiri o Folfox
Fra i non viventi vivremo noi
L’odore della giacca di mio padre
Encore:
Male di miele
La verità che ricordavo
Tutti Gli Uomini del Presidente
Bye Bye Bombay
Encore 2:
Intermission (Ophryx)
Padania
La vedova bianca
Ci sono molti modi
Encore 3:
State Trooper (Bruce Springsteen cover)
Quello che non c’è
Band:
Manuel Agnelli – voce
Xabier Iriondo – chitarra
Stefano Pilia – chitarra e tastiere
Roberto Dell’Era – basso
Rodrigo D’Erasmo – violino
Fabio Rondanini – batteria
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Maurizio Donini
CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.